In Pensione https://www.inpensione.it Mon, 19 Nov 2018 11:55:43 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.1 BNL Pensione Facile: conto corrente zero spese per pensionati https://www.inpensione.it/conto-corrente/bnl-pensione-facile_92.html Mon, 19 Nov 2018 09:43:37 +0000 http://www.inpensione.it/?p=92 BNL Pensione Facile: conto corrente zero spese per pensionati

Andiamo alla scoperta di BNL Pensione Facile, il conto corrente a zero spese pensato appositamente per i pensionati. Conviene?

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BNL Pensione Facile: conto corrente zero spese per pensionati

Trovare il miglior conto corrente per pensionati non è un viaggio semplice: ci sono sempre troppe spese, oppure il conto non è di facile gestione. BNL, Banca Nazionale del Lavoro, ha pensato ad un conto a zero spese, che non ha canone mensile se viene accreditata la pensione.

Si tratta del conto BNL Pensione Facile, che prevede anche il servizio gratuito di assistenza, zero spese, la gestione dei rapporti con gli enti pensionistici e delle semplificazioni per la procedura di richiesta di accredito della pensione sul conto corrente.

Ma andiamo con ordine e scopriamo insieme di che cosa si tratta.

Conto BNL Pensione Facile: zero spese per i pensionati

Il “Decreto SalvaItalia” ha stabilito che, dal 7 marzo 2012, le pensioni pagate dalla Pubblica Amministrazione, per importi superiori a 1.000 euro al mese, non potessero più essere pagate in contanti o tramite assegni, bensì solo accreditate sul proprio conto corrente.

Ecco che, per far fronte a questa nuova esigenza del mercato pensionistico, BNL ha ideato un conto corrente zero spese.

Si tratta di Conto BNL Pensione Facile, un nuovo conto multicanale molto semplice da usare e trasparente nelle condizioni:

  • zero canoni mensili da pagare se si accredita la pensione (altrimenti, il canone sarebbe di € 2,50 al mese);
  • si può prelevare gratis denaro dagli ATM BNL e quelli del Gruppo BNPP (presso altre banche il costo del prelievo è 0,90 €);
  • si può prelevare e versare denaro allo sportello, gratis e in maniera illimitata;
  • si possono fare gli SDD ordinari gratuiti;
  • zero bollo statale per giacenze medie annue fino a 5.000 € (il costo del bollo è, in alternativa, di 34,20 €);
  • si avrà anche un servizio gratuito di assistenza che aiuterà nella fase di richiesta dell’accredito della pensione sul nuovo conto corrente. La banca entrerà in contatto con l’ente pensionistico e si occuperà di svolgere tutte le pratiche del caso.

Gestione del conto

Abbiamo detto che Conto BNL Pensione Facile è multicanale, il che significa che può essere gestito dallo sportello, via telefono, da internet o tramite app, in maniera sempre semplice e conveniente.

Conviene aprire il conto corrente BNL Pensione Facile?

Le condizioni economiche di questo conto corrente pensionati sono interessanti, la maggior parte delle operazioni si possono fare a zero spese e, in più, la garanzia e la sicurezza di un nome famoso e di una banca solida come BNL permettono di dormire sonni tranquilli.

Per i pensionati – anche neo pensionati – che cercano un conto corrente economico, semplice da usare e che fornisce anche un aiuto concreto nella gestione dei rapporti con gli enti pensionistici, è il conto giusto.

Che altre soluzioni?

Altri conti correnti interessanti per i pensionati sono N26, conto con IBAN tedesco, e il conto BancoPosta. Il primo è a zero spese e a gestione 100% su internet, mentre il secondo è il classico conto presso le Poste Italiane.

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Conto corrente per Pensionati BancoPosta, le soluzioni Poste Italiane https://www.inpensione.it/conto-corrente/conto-corrente-pensionati-bancoposta-poste-italiane_144.html Mon, 19 Nov 2018 08:10:05 +0000 http://www.inpensione.it/?p=144 Conto corrente per Pensionati BancoPosta, le soluzioni Poste Italiane

Andiamo alla scoperta del Conto corrente per Pensionati BancoPosta; Poste Italiane prevede due soluzioni di conti correnti, anche a canone azzerabile.

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Conto corrente per Pensionati BancoPosta, le soluzioni Poste Italiane

Scegliere un conto corrente per pensionati è importante per tanti motivi, primo fra tutti per depositare la pensione in maniera sicura e al riparo da qualunque rischio. Per tutti i pensionati che desiderano tranquillità, una delle scelte più affidabili e sicure è il conto corrente BancoPosta per Pensionati. Come funziona? Che vantaggi ci sono? Andiamo alla scoperta di tutti i punti di forza del conto postale per chi è in pensione.

Conto corrente Bancoposta, le due soluzioni per i pensionati

Poste Italiane propone due tipologie di conti correnti tra cui poter scegliere per chi è in pensione:

  • Conto di Base Bancoposta, 24 € di canone annuo
  • Conto Bancoposta, 48 € all’anno, canone azzerabile

Andiamo alla scoperta di tutte e due le soluzioni.

Conto di Base BancoPosta, 24 € / anno

Si tratta del conto corrente di base dell’istituto postale, permette di ricevere l’accredito della pensione e di effettuare pagamenti in conto corrente di bollette ed altre spese costanti.

Include anche una carta Postamat con la quale poter svolgere un certo numero di operazioni al mese.

La versione per pensionati ha un costo di 24 € all’anno (contro i 30 € / anno standard), con possibilità di azzerare il canone per determinati casi. Consigliamo di rivolgersi direttamente all’ufficio postale di riferimento per chiedere maggiori informazioni.

Conto BancoPosta classico, fino a 48 € / anno

Per tutti i pensionati che desiderano avere una maggiore operatività di conto, Poste Italiane propone il conto corrente BancoPosta Classico, che ha un canone mensile di 4 € (48 € all’anno) con cui poter avere anche una Carta BancoPosta per ogni intestatario e servizi aggiuntivi come l’Internet Banking, il Mobile Banking e le Notifiche di sicurezza (note anche con il termine inglese di “alert”).

Tra i servizi inclusi nel canone annuo troviamo:

  • accredito della pensione
  • domiciliazione delle utenze (elettricità, gas, acqua)
  • possibilità di usare una carta di credito, sia la BancoPosta Classica che la versione Oro
  • possibilità di chiedere un fido BancoPosta, un prestito personale o un mutuo
  • accesso ad opzioni di Risparmio Postale e di investimenti sicuri
  • ricaricare una Postepay
  • fare ricariche telefoniche
  • sottoscrizione di Polizze Assicurative Vita o contro i danni.

Oltre a tutto questo, il conto BancoPosta Classico può essere gestito presso qualunque ufficio postale, via web o tramite la comoda app di Poste Italiane sviluppata per telefoni Android e iPhone.

Come azzerare il canone annuo

Per poter azzerare il canone annuo bisogna avere un conto postale aperto tra l’8 maggio 2017 e il 31 dicembre 2017 e scegliere 1 Accredito più 3 Prodotti.

L’accredito si può scegliere tra:

  • accredito della pensione
  • fare un bonifico di almeno 700 euro al mese

I 3 prodotti possono essere scelti tra:

  • un secondo della pensione (ad esempio del coniuge)
  • la domiciliazione delle utenze
  • l’uso di una carta di credito BancoPosta
  • ottenimento di un fido BancoPosta, o di un prestito (anche con cessione del quinto)
  • accensione di una polizza vita
  • fondi BancoPosta

Come aprire un Conto Corrente BancoPosta

Per poter aprire un conto corrente BancoPosta, o sostituire l’attuale conto corrente bancario con quello postale, è necessario andare presso un qualunque ufficio postale. La pratica di chiusura del vecchio conto bancario verrà svolta completamente da Poste Italiane.

Le tempistiche di trasferimento sono di 12 giorni.

Conviene aprire un conto corrente alle Poste per i pensionati?

Le Poste Italiane sono considerate, da sempre, uno degli istituti di credito più sicuri ed affidabili in assoluto, è anche per questo motivo che vengono spesso scelti dai pensionati per depositare i loro soldi. Inoltre, la semplicità con cui si può aprire un conto corrente e la diffusione sul territorio degli uffici postali permette, anche a chi non è abituato alla tecnologia, di trovare sempre un professionista con cui parlare e a cui chiedere consulenza e consiglio.

In definitiva, il conto corrente presso le Poste Italiane può essere una buona scelta per tutti i pensionati, sia chi ha smesso di lavorare da poco, che per chi è in pensione da più tempo.

Soluzioni alternative (e più vantaggiose?)

Oltre che il classico conto Bancoposta, sul mercato ci sono tutta una serie di conti sicuri ed alternativi, anche più vantaggiosi da un punto di vista delle spese mensili:

  • N26 Banca della Germania, un conto corrente con IBAN tedesco che si può gestire completamente online, affidabile e sicuro, a zero spese. E’ protetto fino a 100.000 € dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi;
  • BNL Conto Pensionati, un conto completamente a zero spese, di una delle più note banche italiane.

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Pensioni 2019: Quota 100 a 62 anni limite minimo https://www.inpensione.it/riforma-pensioni/pensioni-2019-quota-100-a-62-anni_541.html Mon, 05 Nov 2018 11:22:56 +0000 https://www.inpensione.it/?p=541 Pensioni 2019

Pensioni 2019 e Quota 100, a parlare è ora il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon (Lega Nord). Interviene in un momento in cui sul tema vi è molta confusione e le informazioni arrivano sempre troppo frammentate. Non entra in punta di piedi, ma va fermamente a confermare quanto già aveva espresso il Ministro Matteo Salvini […]

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Pensioni 2019

Pensioni 2019 e Quota 100, a parlare è ora il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon (Lega Nord). Interviene in un momento in cui sul tema vi è molta confusione e le informazioni arrivano sempre troppo frammentate. Non entra in punta di piedi, ma va fermamente a confermare quanto già aveva espresso il Ministro Matteo Salvini e anche il Ministro Luigi Di Maio. Entrambi avevano mostrato una certa sicurezza in quello che hanno dichiarato, certi che la riforma andrà in porto come loro l’hanno pensata.

Durigon parla di un lavoro graduale che andrà a superare senza dubbio la legge Fornero. A partire dal 2019 e proseguendo negli anni successivi, si arriverà all’abolizione dell’attuale sistema. L’impegno è quello di trovare sempre le giuste risorse e lavorare alacremente purché il sistema vada in rodaggio. Vediamo nel dettaglio cosa ha detto Durigon in merito alla riforma pensioni 2019.

Pensioni 2019: Durigon e la Quota 100

Sulle pensioni 2019 Claudio Durigon è stato molto chiaro: “Come ci ha richiesto Matteo Salvini” ha detto “la riforma deve avere un impatto reale sulla gente. Per cui, riteniamo che non solo la Quota 100 sia un punto inderogabile, ma neanche uno di arrivo”. In pratica, stando a quanto dichiarato, stanno lavorando per trovare le risorse e un sistema che permetta di uscire dal lavoro ancora prima. Sarebbe una riforma molto ampia, che andrebbe a far uscire dal lavoro un nutrito numero di persone attualmente ancora a lavoro.

Durigon ha anche detto che c’è stato un colloquio con i sindacati e con diverse associazioni datoriali. Lo scopo è quello di capire se si può arrivare ad un meccanismo che permetta attraverso fondi privati di abbassare ancora l’età di fuoriuscita dal lavoro. Su questo punto al momento non vi sono dettagli specifici. Alcune indiscrezioni uscite nei giorni scorsi però, avrebbero fatto pensare ad un sistema similare a quello degli esuberi bancari.

Pensioni 2019: premi e assunzioni giovani

Il sistema di cui si è parlato alla fine del paragrafo precedente, è abbastanza semplice da comprendere. Non sappiamo se già dalle pensioni 2019 sarà applicabile, ma vi sarebbe dietro un progetto. Sarebbero previsti dei premi per quelle aziende che aderiscono a questo fondo privato, volto a favorire l’uscita dei propri dipendenti che sono arrivati all’età pensionabile.

Il sistema prevede che, se si vuole avere accesso a questo premio, vi debba essere la contestuale assunzione di giovani. Un sistema che sarebbe interessante, per il quale però si deve arrivare a istituire questo fondo e cercare di spingere le aziende a utilizzare tale fondo.

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Pensione anticipata: si apre una mini finestra? https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/pensione-anticipata-si-apre-una-mini-finestra_528.html Mon, 29 Oct 2018 07:15:54 +0000 https://www.inpensione.it/?p=528 Pensione anticipata personale di volo

Pensioni 2019: riforma e pensione anticipata sono i due argomenti che tengono banco oramai da diversi giorni. Dopo aver trattato argomenti interessanti come la Quota 100, la Quota 41 e la Quota 42, vogliamo andare a vedere cosa c’è allo studio del Governo. Pare infatti che vi sia l’idea di proporre l’uscita anticipata per una […]

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Pensione anticipata personale di volo

Pensioni 2019: riforma e pensione anticipata sono i due argomenti che tengono banco oramai da diversi giorni. Dopo aver trattato argomenti interessanti come la Quota 100, la Quota 41 e la Quota 42, vogliamo andare a vedere cosa c’è allo studio del Governo. Pare infatti che vi sia l’idea di proporre l’uscita anticipata per una categoria di lavoratori, che gli permetterebbe di astenersi definitivamente dal lavoro con 7 anni di anticipo. Parliamo delle persone che operano nel settore aereo. Piloti, hostess e stewart, potrebbero quindi avere questa finestra di uscita se l’idea divenisse realtà.

Andiamo a vedere nel dettaglio in cosa consiste questa novità e se si devono avere anche dei requisiti particolari. Elementi che ci mostrino se si è in grado o meno di poter ottenere il trattamento pensionistico anticipato.

Pensione anticipata e mini-finestra

La pensione anticipata per il settore volo in realtà non è una novità. Ad oggi infatti, tali categorie di lavoratori, ovvero piloti, hostess e stewart, possono andare in pensione già con 5 anni di anticipo. Il provvedimento ne aggiungerebbe semplicemente due in più. Tale situazione è allo studio dei tecnici di Governo. La nuova idea sarebbe alla base di una gestione futura più semplice nei confronti di un settore in difficoltà.

Tale introduzione infatti, andrebbe a mitigare una situazione che prevede esuberi nel comparto aereo. Non solo, potrebbe poi tornare davvero molto utile anche per affrontare il tema del ‘Dossier Alitalia’. Gestire gli esuberi e prepensionare persone che per età e ruolo costano molto all’azienda, aiuterebbe l’economia di bilancio e favorirebbe l’avanzare di potenziali compratori.

In questo settore parliamo di costi molto alti. Prendiamo ad esempio un pilota che ad oggi ha 55 anni, in alcuni casi il suo stipendio potrebbe essere anche di 15 mila euro al mese. Costi molto elevati che, se si potesse giungere ad una riduzione del personale, non graverebbero più sull’azienda. Inoltre, si eviterebbero licenziamenti e le persone rimarrebbero fuori con la propria pensione.

Pensione anticipata personale di volo: le coperture

Dove si trovano le coperture per permettere l’introduzione della pensione anticipata al personale di volo? La proposta sembra essere indirizzata alla tassa d’imbarco, che sarebbe resa più strutturale. La tassa di tre euro sui biglietti, ad oggi è utilizzata per andare a finanziare gli ammortizzatori sociali di questo settore. Modificandola e rendendola più funzionale, potrebbe essere una buona opportunità per permettere di guadagnare due anni sull’uscita anticipata.

Al momento non vi sono conferme, ma solo una proposta che è allo studio dei tecnici di Governo. Per avere qualche novità si dovrà attendere ancora un po’.

 

 

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Pensioni 2019: il ritorno della perequazione automatica https://www.inpensione.it/riforma-pensioni/pensioni-2019-la-perequazione-automatica_507.html Mon, 22 Oct 2018 09:36:11 +0000 https://www.inpensione.it/?p=507 Pensioni 2019

La riforma delle pensioni 2019 vede delle grandi novità rispetto all’anno passato. La più grande è chiaramente quella relativa alla Quota 100. Vi sono però altre cose che cambieranno, tutto all’interno del piano di eliminare quella che è nota come ‘la legge Fornero‘. Tra le novità (se così si può dire perché è un cavallo […]

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Pensioni 2019

La riforma delle pensioni 2019 vede delle grandi novità rispetto all’anno passato. La più grande è chiaramente quella relativa alla Quota 100. Vi sono però altre cose che cambieranno, tutto all’interno del piano di eliminare quella che è nota come ‘la legge Fornero‘. Tra le novità (se così si può dire perché è un cavallo di ritorno), vi è la perequazione  automatica.

Cosa sarebbe nello specifico? Nel nostro articolo andremo a trattare la perequazione automatica, in modo da saperne di più su una novità per le pensioni 2019.

Pensioni 2019: perequazione automatica

Come molti avranno sentito, per le pensioni 2019 vi saranno degli aumenti. Il fatto, è che solo in lieve parte interesseranno le minime. Infatti, tali aumenti vi saranno per effetto dell’applicazione della perequazione automatica, che in maniera percentuale inciderà meno sulle pensioni minori e in maniera maggiore su quelle più alte. Come abbiamo detto all’inizio dell’articolo, siamo di fronte ad un cavallo di ritorno, e in effetti tale meccanismo c’era già in passato.

Il sistema, ai più è noto come ‘scala mobile‘. Meccanismo che era stato bloccato con la Riforma Fornero del 2011, per gli anni 2013 e 2013. Dal 2014 era stata approvata una fase transitoria, che aveva il compito di agevolare un graduale ritorno alla perequazione automatica come era prima della sospensione.

Vediamo adesso come funziona questa cosa, e come può incidere sulle pensioni 2019. La rivalutazione automatica (o perequazione), serve alla regolazione e all’adeguamento degli importi delle prestazioni di carattere sociale, a quello che è il costo della vita in un determinato momento. Tale costo è stabilito annualmente dall’Istituto Nazionale di Statistica, ovvero l’ISTAT. Ogni anno, alla fine dello stesso, attraverso un decreto da parte del Mef si stabilisce quale sia la variazione percentuale in oggetto. Tale variazione si applica sull’importo della pensione mensile a partire dall’anno successivo.

Come abbiamo detto in precedenza, al momento siamo in una fase transitoria, che secondo la riforma sulle pensioni che avrà il varo nel 2019 termina quest’anno. Dunque, a dicembre di quest’anno, verrà attivata la variazione percentuale che sarà quindi applicata sulle pensioni 2019 a partire dal mese di gennaio. In pratica, i pensionati potranno contare su un aumento della pensione in una misura dell’1 percento, comprese le pensioni che si trovano nella fascia medio alta.

Pensioni 2019: perequazione e minime

Sebbene la perequazione automatica non escluda nessun tipo di quota pensionistica, appare evidente che la misura dell’1 percento non possa incidere in maniera significativa sulle pensioni minime. Quindi, sebbene si tratti comunque di un aumento, tale meccanismo va a influire di più su trattamenti che hanno già di base un corrispettivo importante.

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Pensioni 2019: da febbraio quota 100 e opzione donna https://www.inpensione.it/riforma-pensioni/pensioni-2019-quota-100-e-opzione-donna_493.html Tue, 16 Oct 2018 10:31:13 +0000 https://www.inpensione.it/?p=493 Pensioni 2019

La riforma sulle pensioni 2019 sembra aver trovato dei punti fermi. Questo dopo che nelle ultime settimane si erano rincorse notizie più o meno positive su come sarebbe stata la linea finale. Oggi, arrivano le prime certezze sulla quota 100, e inoltre, delle buone notizie in merito alla già conosciuta Opzione Donna. Entriamo nel dettaglio […]

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Pensioni 2019

La riforma sulle pensioni 2019 sembra aver trovato dei punti fermi. Questo dopo che nelle ultime settimane si erano rincorse notizie più o meno positive su come sarebbe stata la linea finale. Oggi, arrivano le prime certezze sulla quota 100, e inoltre, delle buone notizie in merito alla già conosciuta Opzione Donna. Entriamo nel dettaglio del nostro articolo per conoscere più informazioni su entrambi questi punti, potendo finalmente parlare di dati effettivi e non solo supposizioni senza alcuna conferma ufficiale.

Pensioni 2019: la famosa quota 100

Dunque, da febbraio 2019 dovrebbe già entrare in vigore la quota 100, con età anagrafica e anni di contributi versati ben definiti. Inizialmente sembrava improbabile riuscire ad essere pronti così presto. A quanto pare però, non vi sarebbero più impedimenti che possano far pensare di slittare la partenza. Saranno necessari dei requisiti minimi da rispettare affinché si possa richiedere il trattamento pensionistico. Ebbene, quali sono questi requisiti che ci possono dire quando lasciare il lavoro?

Come sappiamo, quando parliamo di quota 100 effettiva ci riferiamo alla possibilità di andare in pensionamento anticipato senza sbarramenti e penalizzazioni. Ci riferiamo ai limiti di età e di contributi versati al fine di poterlo richiedere. Ecco i due elementi base:

  • Per poter accedere alla pensione con la quota 100 sarà necessario avere un’età minima di 62 anni compiuti.
  • Per accedere al trattamento pensionistico anticipato, si dovrà avere un’anzianità lavorativa che preveda almeno 38 anni di contributi versati.

Il costo per l’attuazione di questa novità al via nel 2019 (che si stima interessi almeno 400.000 lavoratori), ammonta a 7 miliardi di euro.

Pensioni 2019 e Opzione Donna: arriva la proroga

Una delle domande che si ponevano le persone parlando di pensioni e della riforma tanto attesa per il 2019, era legata all’Opzione Donna. In particolare, sul fatto di una sua eventuale riconferma o cancellazione. Ecco cosa emerge dalle ultime notizie sul tema, che farà felice coloro che vi potranno accedere.

Il Governo aveva chiaramente espresso la sua ferma volontà nel prorogare l’Opzione Donna. Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, è quella misura sperimentale che offre alle donne la possibilità di uscire anticipatamente dal lavoro. Per farlo esse dovranno accettare un ricalcolo contributivo, che però alla fine dei conti risulterà più svantaggioso rispetto alla pensione.

Nella Legge di Bilancio 2019 è stata riconosciuta la voce sulla conferma dell’Opzione donna. Quali sono i requisiti che permetteranno alle donne di poter uscire in anticipo dal lavoro sfruttando questa opportunità? Anche in questo caso vi sono due elementi fondamentali di cui tenere conto:

  • L’età minima da avere per poter richiedere l’uscita anticipata dal lavoro, è di 57 anni e 7 mesi per le lavoratrici dipendenti, 58 anni e 7 mesi per quelle autonome.
  • Serviranno inoltre, per accedere a questo trattamento specifico, più di 35 anni di contributi versati

Dunque, pare che le richieste di un nutrito gruppo di lavoratrici siano state accolte. Infatti, stando a calcoli effettivi, ci sarebbero diverse lavoratrici che per varie ragioni non riuscirebbero a raggiungere i requisiti minimi per accedere alla quota 100. Soprattutto la difficoltà sta nell’avere 38 anni di contributi versati, e quindi potervi accedere con solo 35 anni è qualcosa di positivo.

 

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Pensione di vecchiaia senza contributi: come ottenerla? Quanto si prende? https://www.inpensione.it/contributi-pensione/pensione-vecchiaia-senza-contributi_480.html Wed, 03 Oct 2018 07:25:57 +0000 https://www.inpensione.it/?p=480 Pensione di reversibilità a separati e divorziati: cosa dice la legge

Cos'è la pensione di vecchiaia senza contributi e come ottenerla? Quanto si prende? Tutte le informazioni necessarie per questo particolare strumento di assistenza.

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Pensione di reversibilità a separati e divorziati: cosa dice la legge

Come sappiamo, la pensione viene erogata al termine del periodo lavorativo se si sono versati i contributi necessari a potervi accedere.

Se invece ci si trova in una situazione in cui si cerca la pensione di vecchiaia senza contributi, cosa accade?

Vi sono almeno tre situazioni in cui è possibile accedere alla pensione anche senza aver versato il dovuto, ma sono casi che hanno delle specifiche delle quali è bene essere informati.

Nel nostro articolo tratteremo l’argomento entrando nello specifico delle tre distinte casistiche.

Come ottenere la pensione senza contributi

Abbiamo visto che esistono tre casistiche in cui si può avere la pensione anche se aver versato contributi, ecco quali sono:

In caso di invalidità: se si è invalidi, si può ottenere l’assegno di assistenza per invalidi civili. Nel caso in cui si sia invalidi al 100% e considerati non autosufficienti, sarà possibile accedere a quello che è l’assegno di accompagnamento.

In caso non vi sia invalidità ma sussistano alcune condizioni: se non si è invalidi, ma di età almeno pari a 66 anni e 7 mesi e non si superano specifici limiti di reddito, si può avere accesso all’assegno sociale.

Nessuno dei due casi precedenti ma in stato di povertà: nel caso non si possegga alcuna invalidità e l’età sia inferiore a 66 anni e 7 mesi, si potrà avere accesso al Rei se le condizioni economiche siano decisamente difficoltose. Il Rei, o reddito d’inclusione, non può considerarsi una pensione perché di durata non superiore ai 18 mesi.

Entriamo nello specifico di questi tre punti.

Pensione senza contributi in caso di invalidità

Chi è invalido, anche senza aver versato i contributi previdenziali, avrà accesso a questi particolari trattamenti pensionistici:

  • Pensione d’invalidità civile o assegno di assistenza: si ottiene se si possiede un’invalidità civile tra il 74 e il 99 percento, e se in quel dato momento si è disoccupati o con un limite di reddito annuo pari a 4.853,29. In caso di invalidità al 100 percento, tale limite sale a 16.664,36. La cifra mensile d’invalidità erogata ammonta a 282,55 euro mensili, e in certe condizioni però può essere aumentata.
  • Indennità di frequenza che riguarda nello specifico i minori invalidi.
  • Assegno sociale sostitutivo per chi è invalido civile al 74% che non supera i limiti di reddito.
  • Indennità di comunicazione per i non udenti.
  • Non vedenti: vi sono trattamenti pensionistici per i ciechi assoluti, i ciechi parziali, i decimisti e i ventesimisti.
  • Indennità di accompagnamento: erogata se viene evidenziata un’invalidità del 100% e la non autosufficienza. Per l’anno 2018 l’assegno è di 516,35 euro mensili. In questo caso non vi sono limiti di reddito per averne diritto. Per i ciechi assoluti viene erogata una quota pari a 915,18 euro mensili, e anche qui non vi sono limiti di reddito.
  • Pensione per i talassemici.

Pensione in caso di necessità economica

Se si è raggiunta un’età pari a 66 anni e 7 mesi e si versa in uno stato di bisogno economico, si può avere accesso a quella che è conosciuta come pensione sociale (o assegno sociale), pure se non si sono versati mai i contributi.

L’assegno sociale che ha sostituito la pensione sociale, è presente già dal 1996, ed è una prestazione di assistenza che ha un importo pari a 453 euro mensili (più eventuali maggiorazioni). Tale emolumento è riconosciuto dall’Inps, e spetta a coloro che possiedono un reddito al di sotto di un determinato limite e che per qualche ragione non hanno diritto o l’accesso alla pensione di vecchiaia.

Ecco le figure che possono avere accesso all’assegno sociale:

  • Chi ha compiuto almeno 66 anni e 7 mesi. Tale requisito vale sia per gli uomini che per le donne, ed è valido dal 1° gennaio 2018.
  • Si deve avere la cittadinanza italiana o, in alternativa, cittadinanza di un Paese europeo. Il richiedente deve comunque essere iscritto all’anagrafe del comune di residenza. In caso di cittadinanza di un Paese Terzo, il richiedente deve essere in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.
  • Si deve avere una residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno 10 anni in Italia.
  • Si deve avere un reddito non superiore a 5.889 euro annui se il richiedente è celibe/nubile.
  • Si deve avere un reddito non superiore a 11.778 euro annui se il richiedente è coniugato.

Pensione senza contributi in caso di povertà

In caso di povertà si potrà avere accesso al Rei, o meglio conosciuto come reddito d’inclusione. Tale erogazione non rappresenta una vera pensione, in quanto il trattamento ha una durata stabilita che è di massimo 18 mesi. Nel 2018 è accessibile per quelle famiglie che hanno un Isee (l’indicatore che “misura la ricchezza” di ogni nucleo familiare) sino a 6mila euro e un indicatore Isre sino a 3mila euro.

Dal 2019 potrebbe esserci il reddito di cittadinanza.

L’erogazione avviene tramite un assegno mensile, attraverso una carta acquisti, che può avere un valore da 190 fino a 539 euro (per le famiglie numerose), per una durata massima di 18 mesi. Per poterlo richiedere nuovamente si dovranno attendere almeno 6 mesi.

Vediamo come sono ripartite le cifre in base ai componenti familiari.

  • Con un solo componente: 187,5 euro mensili.
  • Con due componenti: 294,4 euro mensili.
  • Con tre componenti: 382,5 euro mensili.
  • Con quattro componenti: 461,3 euro mensili.
  • Con cinque o più componenti: 539 euro mensili.

Per accedere a questo assegno mensile vi sono altri requisiti che il nucleo familiare deve possedere:

  • Patrimonio immobiliare che non superi 20 mila euro.
  • Non avere auto immatricolate nei 24 mesi precedenti

Infine, tutta la famiglia dovrà aderire ad uno specifico progetto d’inclusione sociale.

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Pensione Anticipata RITA 2018: la guida completa https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/pensione-anticipata-rita_159.html Sun, 03 Jun 2018 12:14:06 +0000 http://www.inpensione.it/?p=159 Pensione di cittadinanza

RITA 2018: guida alla rendita per andare in pensione in via anticipata. Conviene? Come fare domanda? Tutto quello che devi sapere.

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Pensione di cittadinanza

Novità dal mondo delle pensioni anticipate: presto potrebbe arrivare la RITA, acronimo di Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. E’ una misura, prevista dal Governo, per permettere a chi ha più di 63 anni di andare in pensione in via anticipata.

Andiamo alla scoperta di questo nuovo strumento che potrebbe soppiantare la mai decollata APE Volontaria.

Pensioni anticipate, cos’è la RITA

Come detto in apertura, RITA sta per Rendita Integrativa Temporanea Anticipata.

Si tratta, in pratica, di una rendita alla quale possono accedere tutti i lavoratori dipendenti che hanno più di 63 anni, che hanno perso il posto di lavoro (sia per giusta causa, che non) e che hanno versato, nel corso della loro vita lavorativa, dei contributi in favore di una pensione integrativa.

Tale rendita potrà essere ricevuta ogni mese, a partire dal momento in cui se ne fa domanda e fino al raggiungimento dell’età giusta per la pensione di vecchiaia, ovvero 66 anni e 7 mesi (al momento).

Benché le prime opinioni e giudizi da parte degli utenti non siano proprio positivi, anche perché si è purtroppo abituati a mettere un po’ le mani avanti quando si tratta di pensioni e governo, in realtà la RITA sembrerebbe più conveniente rispetto all’APE volontaria.

Perché la RITA conviene rispetto all’APE

Quando si parla di APE Volontaria, ci si riferisce ad un prestito che può essere ottenuto da chi vuole andare in pensione prima del tempo.

Tale finanziamento, in quanto tale, dovrà essere restituito a partire dal momento in cui si va in pensione, con tanto di interessi. Rappresenta, per il pensionato, un costo non da poco, soprattutto se la pensione non è altissima.

La RITA, al contrario, è un anticipo su una somma che si avrà diritto di riscuotere da qui a qualche anno. Per questo motivo, il lavoratore che ne farà richiesta non dovrà pagare alcuna penalità, né interesse.

Chi può fare domanda per la RITA

Alla RITA potranno prendere parte tutti i dipendenti con età anagrafica maggiore di 63 anni, uomini e donne, che sono disoccupati (non importa il motivo per cui si è perso il lavoro).

Oltre a queste, ci sono tutta una serie di altre caratteristiche importanti da dover soddisfare:

  • essere iscritti alla gestione separata o all’assicurazione generale obbligatoria;
  • aver versato almeno 20 anni di contributi;
  • andare in pensione di vecchia entro un massimo di 3 anni e 7 mesi dal momento in cui si fa domanda di RITA;
  • non avere alcun assegno di invalidità;
  • non avere alcun trattamento pensionistico diretto

La domanda può essere presentata direttamente presso la sede INPS di competenza, i cui dipendenti saranno in grado di dare tutte le spiegazioni del caso.

RITA e APE Volontaria, quale conviene?

Nel momento in cui ci si trova a un passo dalla pensione ma si è perso il lavoro, si può essere costretti a scegliere tra RITA e APE Volontaria.

Quale scegliere? Qual è più conveniente?

Tra le due, la RITA non ha costi né penali, perché si incassa, in anticipo, una somma che si avrebbe avuto diritto di riscuotere entro alcuni anni. L’APE, invece, è un prestito bancario e, come tale, ha degli interessi da dover pagare.

Inoltre, la RITA può essere richiesta solo da chi è disoccupato, mentre l’APE no, dato che si può fare domanda anche mentre si è ancora occupati.

Il pensionato che si trova a dover scegliere, tuttavia, si trova di fronte a tre opzioni:

  • optare per la sola RITA;
  • optare per il solo APE volontario;
  • scegliere un mix di entrambe, ad esempio il 50% tramite APE Volontario, e il rimanente tramite RITA.

Incentivi fiscali 2018 RITA

La RITA, a differenza dell’APE Volontaria, dà anche diritto a degli incentivi fiscali: la parte imponibile della rendita (sia che la RITA venga scelta da sola, sia in combinazione con l’APE) è assoggettata ad una tassazione tramite ritenuta a titolo d’imposta la cui aliquota, che sarebbe pari al 15%, può essere ridotta di un valore pari allo 0,3% per ogni anno, oltre il 15°, in cui si è versato denaro presso una pensione complementare.

Il limite massimo della riduzione dell’aliquota è il 6% (che equivalgono a 35 anni di versamento di contributi volontari).

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Ape 2019, le novità in arrivo https://www.inpensione.it/ape/ape-2019-novita_428.html Tue, 29 May 2018 08:21:48 +0000 https://www.inpensione.it/?p=428 Ape 2019, le novità in arrivo

Quali sono le novità previste per l’Ape 2019: il mancato accordo tra sindacati e Governo su Quota 100 e 41 per non mettere in difficoltà i lavoratori.

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Ape 2019, le novità in arrivo

Con l’Ape 2019 sono in arrivo molte novità che riguardano diversi lavoratori che si preparano ad effettuare la domanda per la pensione. I sindacati sono particolarmente preoccupati per lo stop all’Ape e vorrebbero trovare un accordo con il prossimo Governo. Secondo le più importanti sigle sindacali del nostro Paese, sarebbe molto importante abbassare l’età pensionabile, arrivando a 62 anni con il versamento di 40 anni di contributi.

In particolare la Cisl e la Cgil sono convinte che tutto ciò potrebbe costituire una soluzione ottimale, visto che non si andrebbe a fare troppo affidamento su eccessive risorse economiche. Ma che cosa succederebbe con la manovra decisa dal Governo?

Le proposte del Governo per la Quota 100 e 41

Secondo ciò che avrebbe deciso il Governo riguardo al tema delle pensioni per il prossimo anno, l’obiettivo sarebbe quello di far decollare la Quota 100 e 41. Con la Quota 100 alcuni lavoratori potrebbero avere a disposizione una pensione anticipata, se hanno alcuni specifici requisiti. Infatti questa domanda può essere fatta soltanto se si hanno 64 anni di età e alcuni anni di contributi versati.

La Quota 41 dà l’opportunità di poter usufruire della pensione anticipata, senza particolari vincoli anagrafici. Si devono però avere 41 anni e 5 mesi di contributi versati. La legge di bilancio per il 2019 inoltre prevede un’opzione a favore delle lavoratrici donne, che potrebbero andare in pensione a 58 anni, se hanno versato 35 anni di contributi.

I problemi che riguardano Quota 100 e 41

Veramente si riuscirebbe ad attuare una manovra di questo genere? Secondo i sindacati tutto ciò porterebbe a mettere le mani su risorse economiche molto elevate, che non ci sarebbero. Inoltre, per far decollare la Quota 100 e la 41 si dovrebbero aumentare le tasse e le accise.

Questo progetto costerebbe molto caro ai cittadini italiani, perché comporterebbe una spesa di più di 300 euro per ogni famiglia. Senza contare il fatto che molti lavoratori, con una manovra di questo genere, si troverebbero in difficoltà nella possibilità di andare in pensione.

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Portogallo per pensionati: andare in pensione in Portogallo conviene? https://www.inpensione.it/pensionati-estero/pensione-portogallo_422.html Fri, 25 May 2018 09:32:16 +0000 https://www.inpensione.it/?p=422 Portogallo per pensionati: andare in pensione in Portogallo conviene?

Quanto conviene avere la residenza fiscale in Portogallo? Le agevolazioni fiscali per i pensionati in questo Paese, senza la doppia tassazione della pensione.

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Portogallo per pensionati: andare in pensione in Portogallo conviene?

C’è chi sceglie di andare in pensione in Portogallo. Diversi europei sono attratti dalle agevolazioni fiscali, di cui si può godere in questo Paese. La situazione ha creato anche alcune polemiche, perché varie persone da tutto il mondo hanno deciso di trasferire le loro pensioni proprio in questo Paese della penisola iberica. La Finlandia ultimamente ha detto anche di voler rivedere gli accordi, per evitare che ci sia un’eccessiva fuga di pensionati all’estero. Ma quali sono di preciso le agevolazioni fiscali di cui possono godere i pensionati in Portogallo? Conviene davvero trasferire la propria pensione italiana in questo Paese?

Le agevolazioni fiscali per la pensione in Portogallo

In Portogallo si ha una tassa forfettaria sul reddito del 20%. Inoltre 10 anni di pagamenti di pensione non vengono sottoposti a nessuna tassa. Il Portogallo ha introdotto questi incentivi fiscali circa 9 anni fa. L’obiettivo era quello di attirare anche lavoratori stranieri e di riportare in patria il reddito dei suoi residenti.

All’interno dell’Unione Europea, però, la situazione ha creato parecchie tensioni. Infatti il regime fiscale in Portogallo è molto differente rispetto a quello imposto da altri Stati che fanno parte dell’Unione Europea. I Paesi del Nord Europa mettono in atto politiche fiscali molto generose. I cittadini del Nord Europa hanno anche la possibilità di detrarre i contributi pensionistici mentre lavorano. Tuttavia, dopo la pensione, sono sottoposti a delle tasse piuttosto stringenti.

In Portogallo, invece, queste tasse sono riservate soltanto a chi si è rivolto ad una pensione privata, una vera e propria minoranza di persone.

I requisiti per avere le agevolazioni fiscali in Portogallo

Per essere sottoposti all’applicazione fiscale che è in vigore in Portogallo, bisogna possedere determinati requisiti, che sono poi quelli in generale riservati allo statuto dei residenti. Ecco di cosa si tratta:

  • bisogna essere residenti fiscali in Portogallo e, per fare questo, bisogna aver soggiornato nel territorio per più di 183 giorni. In alternativa bisogna possedere in territorio portoghese un’abitazione che venga adibita a residenza abituale;
  • lo statuto di residente fiscale deve essere richiesto entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui si può cominciare ad ottenere gli effetti che derivano da questa situazione. Questo requisito viene richiesto perché le autorità portoghesi devono avere il tempo di esaminare tutte le domande pervenute. Per la valutazione delle richieste occorrono tempi piuttosto lunghi, in media 6 mesi;
  • non si deve essere un pensionato pubblico. Infatti in questa condizione, per mezzo della convenzione tra l’Italia e il Portogallo, le pensioni pubbliche sono tassate facendo riferimento al Paese nel quale sono state concesse, cioè l’Italia.

Quali documenti presentare

Dopo che le autorità portoghesi hanno approvato il regime fiscale del loro Paese, il pensionato deve richiedere una serie di documenti. Fra questi, il soggetto deve ottenere l’applicazione della convenzione per evitare la doppia tassazione sulla pensione. Il pensionato deve consegnare all’INPS il modulo CI534-EP-I/4. Con questo modulo attesta la volontà di presentare istanza per chiedere che non venga eseguita la ritenuta alla fonte. Inoltre il pensionato deve presentare un’attestazione rilasciata dalle autorità straniere, per dimostrare di avere una residenza fiscale all’estero.

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