Pensione di vecchiaia senza contributi: come ottenerla? Quanto si prende?

Come sappiamo, la pensione viene erogata al termine del periodo lavorativo se si sono versati i contributi necessari a potervi accedere.

Se invece ci si trova in una situazione in cui si cerca la pensione di vecchiaia senza contributi, cosa accade?

Vi sono almeno tre situazioni in cui è possibile accedere alla pensione anche senza aver versato il dovuto, ma sono casi che hanno delle specifiche delle quali è bene essere informati.

Nel nostro articolo tratteremo l’argomento entrando nello specifico delle tre distinte casistiche.

Come ottenere la pensione senza contributi

Abbiamo visto che esistono tre casistiche in cui si può avere la pensione anche se aver versato contributi, ecco quali sono:

In caso di invalidità: se si è invalidi, si può ottenere l’assegno di assistenza per invalidi civili. Nel caso in cui si sia invalidi al 100% e considerati non autosufficienti, sarà possibile accedere a quello che è l’assegno di accompagnamento.

In caso non vi sia invalidità ma sussistano alcune condizioni: se non si è invalidi, ma di età almeno pari a 66 anni e 7 mesi e non si superano specifici limiti di reddito, si può avere accesso all’assegno sociale.

Nessuno dei due casi precedenti ma in stato di povertà: nel caso non si possegga alcuna invalidità e l’età sia inferiore a 66 anni e 7 mesi, si potrà avere accesso al Rei se le condizioni economiche siano decisamente difficoltose. Il Rei, o reddito d’inclusione, non può considerarsi una pensione perché di durata non superiore ai 18 mesi.

Entriamo nello specifico di questi tre punti.

Pensione senza contributi in caso di invalidità

Chi è invalido, anche senza aver versato i contributi previdenziali, avrà accesso a questi particolari trattamenti pensionistici:

  • Pensione d’invalidità civile o assegno di assistenza: si ottiene se si possiede un’invalidità civile tra il 74 e il 99 percento, e se in quel dato momento si è disoccupati o con un limite di reddito annuo pari a 4.853,29. In caso di invalidità al 100 percento, tale limite sale a 16.664,36. La cifra mensile d’invalidità erogata ammonta a 282,55 euro mensili, e in certe condizioni però può essere aumentata.
  • Indennità di frequenza che riguarda nello specifico i minori invalidi.
  • Assegno sociale sostitutivo per chi è invalido civile al 74% che non supera i limiti di reddito.
  • Indennità di comunicazione per i non udenti.
  • Non vedenti: vi sono trattamenti pensionistici per i ciechi assoluti, i ciechi parziali, i decimisti e i ventesimisti.
  • Indennità di accompagnamento: erogata se viene evidenziata un’invalidità del 100% e la non autosufficienza. Per l’anno 2018 l’assegno è di 516,35 euro mensili. In questo caso non vi sono limiti di reddito per averne diritto. Per i ciechi assoluti viene erogata una quota pari a 915,18 euro mensili, e anche qui non vi sono limiti di reddito.
  • Pensione per i talassemici.

Pensione in caso di necessità economica

Se si è raggiunta un’età pari a 66 anni e 7 mesi e si versa in uno stato di bisogno economico, si può avere accesso a quella che è conosciuta come pensione sociale (o assegno sociale), pure se non si sono versati mai i contributi.

L’assegno sociale che ha sostituito la pensione sociale, è presente già dal 1996, ed è una prestazione di assistenza che ha un importo pari a 453 euro mensili (più eventuali maggiorazioni). Tale emolumento è riconosciuto dall’Inps, e spetta a coloro che possiedono un reddito al di sotto di un determinato limite e che per qualche ragione non hanno diritto o l’accesso alla pensione di vecchiaia.

Ecco le figure che possono avere accesso all’assegno sociale:

  • Chi ha compiuto almeno 66 anni e 7 mesi. Tale requisito vale sia per gli uomini che per le donne, ed è valido dal 1° gennaio 2018.
  • Si deve avere la cittadinanza italiana o, in alternativa, cittadinanza di un Paese europeo. Il richiedente deve comunque essere iscritto all’anagrafe del comune di residenza. In caso di cittadinanza di un Paese Terzo, il richiedente deve essere in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.
  • Si deve avere una residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno 10 anni in Italia.
  • Si deve avere un reddito non superiore a 5.889 euro annui se il richiedente è celibe/nubile.
  • Si deve avere un reddito non superiore a 11.778 euro annui se il richiedente è coniugato.

Pensione senza contributi in caso di povertà

In caso di povertà si potrà avere accesso al Rei, o meglio conosciuto come reddito d’inclusione. Tale erogazione non rappresenta una vera pensione, in quanto il trattamento ha una durata stabilita che è di massimo 18 mesi. Nel 2018 è accessibile per quelle famiglie che hanno un Isee (l’indicatore che “misura la ricchezza” di ogni nucleo familiare) sino a 6mila euro e un indicatore Isre sino a 3mila euro.

Dal 2019 potrebbe esserci il reddito di cittadinanza.

L’erogazione avviene tramite un assegno mensile, attraverso una carta acquisti, che può avere un valore da 190 fino a 539 euro (per le famiglie numerose), per una durata massima di 18 mesi. Per poterlo richiedere nuovamente si dovranno attendere almeno 6 mesi.

Vediamo come sono ripartite le cifre in base ai componenti familiari.

  • Con un solo componente: 187,5 euro mensili.
  • Con due componenti: 294,4 euro mensili.
  • Con tre componenti: 382,5 euro mensili.
  • Con quattro componenti: 461,3 euro mensili.
  • Con cinque o più componenti: 539 euro mensili.

Per accedere a questo assegno mensile vi sono altri requisiti che il nucleo familiare deve possedere:

  • Patrimonio immobiliare che non superi 20 mila euro.
  • Non avere auto immatricolate nei 24 mesi precedenti

Infine, tutta la famiglia dovrà aderire ad uno specifico progetto d’inclusione sociale.