Portogallo per pensionati: andare in pensione in Portogallo conviene?

C’è chi sceglie di andare in pensione in Portogallo. Diversi europei sono attratti dalle agevolazioni fiscali, di cui si può godere in questo Paese. La situazione ha creato anche alcune polemiche, perché varie persone da tutto il mondo hanno deciso di trasferire le loro pensioni proprio in questo Paese della penisola iberica. La Finlandia ultimamente ha detto anche di voler rivedere gli accordi, per evitare che ci sia un’eccessiva fuga di pensionati all’estero. Ma quali sono di preciso le agevolazioni fiscali di cui possono godere i pensionati in Portogallo? Conviene davvero trasferire la propria pensione italiana in questo Paese?

Le agevolazioni fiscali per la pensione in Portogallo

In Portogallo si ha una tassa forfettaria sul reddito del 20%. Inoltre 10 anni di pagamenti di pensione non vengono sottoposti a nessuna tassa. Il Portogallo ha introdotto questi incentivi fiscali circa 9 anni fa. L’obiettivo era quello di attirare anche lavoratori stranieri e di riportare in patria il reddito dei suoi residenti.

All’interno dell’Unione Europea, però, la situazione ha creato parecchie tensioni. Infatti il regime fiscale in Portogallo è molto differente rispetto a quello imposto da altri Stati che fanno parte dell’Unione Europea. I Paesi del Nord Europa mettono in atto politiche fiscali molto generose. I cittadini del Nord Europa hanno anche la possibilità di detrarre i contributi pensionistici mentre lavorano. Tuttavia, dopo la pensione, sono sottoposti a delle tasse piuttosto stringenti.

In Portogallo, invece, queste tasse sono riservate soltanto a chi si è rivolto ad una pensione privata, una vera e propria minoranza di persone.

I requisiti per avere le agevolazioni fiscali in Portogallo

Per essere sottoposti all’applicazione fiscale che è in vigore in Portogallo, bisogna possedere determinati requisiti, che sono poi quelli in generale riservati allo statuto dei residenti. Ecco di cosa si tratta:

  • bisogna essere residenti fiscali in Portogallo e, per fare questo, bisogna aver soggiornato nel territorio per più di 183 giorni. In alternativa bisogna possedere in territorio portoghese un’abitazione che venga adibita a residenza abituale;
  • lo statuto di residente fiscale deve essere richiesto entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui si può cominciare ad ottenere gli effetti che derivano da questa situazione. Questo requisito viene richiesto perché le autorità portoghesi devono avere il tempo di esaminare tutte le domande pervenute. Per la valutazione delle richieste occorrono tempi piuttosto lunghi, in media 6 mesi;
  • non si deve essere un pensionato pubblico. Infatti in questa condizione, per mezzo della convenzione tra l’Italia e il Portogallo, le pensioni pubbliche sono tassate facendo riferimento al Paese nel quale sono state concesse, cioè l’Italia.

Quali documenti presentare

Dopo che le autorità portoghesi hanno approvato il regime fiscale del loro Paese, il pensionato deve richiedere una serie di documenti. Fra questi, il soggetto deve ottenere l’applicazione della convenzione per evitare la doppia tassazione sulla pensione. Il pensionato deve consegnare all’INPS il modulo CI534-EP-I/4. Con questo modulo attesta la volontà di presentare istanza per chiedere che non venga eseguita la ritenuta alla fonte. Inoltre il pensionato deve presentare un’attestazione rilasciata dalle autorità straniere, per dimostrare di avere una residenza fiscale all’estero.