Pensione anticipata – In Pensione https://www.inpensione.it Fri, 09 Nov 2018 14:30:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4 Pensione anticipata 2019: deroghe alla legge Fornero https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/pensione-anticipata-2019-deroghe_553.html Fri, 09 Nov 2018 06:49:45 +0000 https://www.inpensione.it/?p=553 Pensione anticipata

La pensione anticipata avrà delle variazioni rispetto al passato se andrà in porto la riforma. Una delle cose che non sono ancora chiare, è se la rivoluzione in questo senso sarà totale, o se vi saranno delle deroghe per poter uscire dal lavoro senza i contributi minimi versati. Vediamo quali novità sono emerse nelle ultime […]

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Pensione anticipata

La pensione anticipata avrà delle variazioni rispetto al passato se andrà in porto la riforma. Una delle cose che non sono ancora chiare, è se la rivoluzione in questo senso sarà totale, o se vi saranno delle deroghe per poter uscire dal lavoro senza i contributi minimi versati. Vediamo quali novità sono emerse nelle ultime ore, per vedere di capire qualche cosa in più su quanto sta accadendo intorno a questo preciso argomento.

Pensione anticipata 2019 con 15 anni di contributi

La pensione anticipata prevede almeno 20 anni di contributi versati, quindi apparentemente il titolo del paragrafo ci dice che non si avrebbero i requisiti per poterla chiedere. In realtà, questo non è propriamente vero, perché anche se si hanno 15, 16 o 18 anni di contributi versati, si potrebbe comunque accedere alla pensione anticipata sfruttando la deroga Amato e l’opzione contributiva Dini. Per chi non le conoscesse, spieghiamo cosa sono.

Pensione anticipata 2019 con deroga Amato

Ecco le tre deroghe che possono darci l’opportunità di accedere alla pensione anticipata:

La prima deroga Amato: serviranno almeno 15 anni di contributi versato prima del 31/12/1992. A beneficiare della deroga saranno coloro che sono iscritti al Fondo lavoratori dipendenti o alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi. Lavoratori appartenenti ad enti come l’Inps, ex Inpdap, ex Enpals, ex Inpost.

La seconda deroga Amato: in questo caso per accedere alla pensione anticipata, servono 15 anni di contributi prima del 31/12/1992 e prima di tale data avere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari.

La terza deroga Amato: questa vale solo per i lavoratori dipendenti che siano iscritti all’assicurazione generale obbligatoria o ad un fondo sostitutivo o esonerativo della stessa. L’accesso è però vincolato da alcuni requisiti.

  • Aver versato almeno 25 anni di anzianità contributiva, vuol dire che il primo anno di contributi deve essere 25 anni prima di aver maturato il diritto per la pensione di vecchiaia.
  • Bisogna possedere almeno 15 anni di contribuzione effettiva che sia derivante da lavoro, in questo calcolo non possono essere conteggiati contributi figurativi, da riscatto o volontari. Inoltre, tali contributi devono essere stati versati nell’ assicurazione generale obbligatoria oppure in un fondo sostitutivo o esonerativo
  • Dei 25 anni di versamento, almeno 10 devono essere stati lavorati in maniera discontinua, più precisamente per periodi inferiori alle 52 settimane. Gli anni lavorati interamente come part time non sono considerati, mentre valgono quelli interamente coperti da contribuzione. Questo se non sono stati interamente lavorati, perché ad esempio hanno avuto un periodo di disoccupazione indennizzata.

Pensione anticipata sfruttando la deroga Dini

È possibile accedere alla pensione anticipata anche sfruttando quella che è la deroga Dini. In pratica, con 15 anni di contributi e con una penalizzazione della pensione che sarà calcolata interamente con l’opzione contributiva.

I requisiti per poter accedere a questa opzione sono:

  • Avere almeno 18 anni di contributi versati.
  • Bisogna aver versato almeno un anno di contributi prima del 31 dicembre 1995.
  • Aver maturato almeno 5 anni di contributi dopo il 1996.

Questo è quanto potrebbe essere possibile dal 2019 se entra scena la riforma delle pensioni senza ulteriori modifiche. Queste due strade alternative, permetteranno a chi ha i requisiti sopracitati di andare in pensione anticipatamente. Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi, che tratteremo nei prossimi articoli dedicati alla pensione anticipata nell’anno venturo.

 

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Pensione anticipata: si apre una mini finestra? https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/pensione-anticipata-si-apre-una-mini-finestra_528.html Mon, 29 Oct 2018 07:15:54 +0000 https://www.inpensione.it/?p=528 Pensione anticipata personale di volo

Pensioni 2019: riforma e pensione anticipata sono i due argomenti che tengono banco oramai da diversi giorni. Dopo aver trattato argomenti interessanti come la Quota 100, la Quota 41 e la Quota 42, vogliamo andare a vedere cosa c’è allo studio del Governo. Pare infatti che vi sia l’idea di proporre l’uscita anticipata per una […]

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Pensione anticipata personale di volo

Pensioni 2019: riforma e pensione anticipata sono i due argomenti che tengono banco oramai da diversi giorni. Dopo aver trattato argomenti interessanti come la Quota 100, la Quota 41 e la Quota 42, vogliamo andare a vedere cosa c’è allo studio del Governo. Pare infatti che vi sia l’idea di proporre l’uscita anticipata per una categoria di lavoratori, che gli permetterebbe di astenersi definitivamente dal lavoro con 7 anni di anticipo. Parliamo delle persone che operano nel settore aereo. Piloti, hostess e stewart, potrebbero quindi avere questa finestra di uscita se l’idea divenisse realtà.

Andiamo a vedere nel dettaglio in cosa consiste questa novità e se si devono avere anche dei requisiti particolari. Elementi che ci mostrino se si è in grado o meno di poter ottenere il trattamento pensionistico anticipato.

Pensione anticipata e mini-finestra

La pensione anticipata per il settore volo in realtà non è una novità. Ad oggi infatti, tali categorie di lavoratori, ovvero piloti, hostess e stewart, possono andare in pensione già con 5 anni di anticipo. Il provvedimento ne aggiungerebbe semplicemente due in più. Tale situazione è allo studio dei tecnici di Governo. La nuova idea sarebbe alla base di una gestione futura più semplice nei confronti di un settore in difficoltà.

Tale introduzione infatti, andrebbe a mitigare una situazione che prevede esuberi nel comparto aereo. Non solo, potrebbe poi tornare davvero molto utile anche per affrontare il tema del ‘Dossier Alitalia’. Gestire gli esuberi e prepensionare persone che per età e ruolo costano molto all’azienda, aiuterebbe l’economia di bilancio e favorirebbe l’avanzare di potenziali compratori.

In questo settore parliamo di costi molto alti. Prendiamo ad esempio un pilota che ad oggi ha 55 anni, in alcuni casi il suo stipendio potrebbe essere anche di 15 mila euro al mese. Costi molto elevati che, se si potesse giungere ad una riduzione del personale, non graverebbero più sull’azienda. Inoltre, si eviterebbero licenziamenti e le persone rimarrebbero fuori con la propria pensione.

Pensione anticipata personale di volo: le coperture

Dove si trovano le coperture per permettere l’introduzione della pensione anticipata al personale di volo? La proposta sembra essere indirizzata alla tassa d’imbarco, che sarebbe resa più strutturale. La tassa di tre euro sui biglietti, ad oggi è utilizzata per andare a finanziare gli ammortizzatori sociali di questo settore. Modificandola e rendendola più funzionale, potrebbe essere una buona opportunità per permettere di guadagnare due anni sull’uscita anticipata.

Al momento non vi sono conferme, ma solo una proposta che è allo studio dei tecnici di Governo. Per avere qualche novità si dovrà attendere ancora un po’.

 

 

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Pensioni 2019: le 4 finestre di uscita per la pensione anticipata https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/pensioni-2019-le-4-finestre-di-uscita_497.html Wed, 17 Oct 2018 08:24:44 +0000 https://www.inpensione.it/?p=497 Pensioni la quota 100

La riforma delle pensioni 2019 è oramai una realtà, e tra le novità che ci sono, una di cui vogliamo trattare nello specifico è quella legate alle 4 finestre d’uscita. Quando parliamo di queste finestre, ci riferiamo a quelle che sono le possibilità di uscita dal lavoro con l’avvento della nuova formula detta Quota 100. […]

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Pensioni la quota 100

La riforma delle pensioni 2019 è oramai una realtà, e tra le novità che ci sono, una di cui vogliamo trattare nello specifico è quella legate alle 4 finestre d’uscita. Quando parliamo di queste finestre, ci riferiamo a quelle che sono le possibilità di uscita dal lavoro con l’avvento della nuova formula detta Quota 100. Come sappiamo lo sbarramento minimo di versamento dei contributi resta fermo a 38 anni. Quindi, si potrà andare in pensione cominciando dai 62 anni di età e andando a salire. Quindi a 63 anni con quota 101, a 64 anni con quota 102, a 65 anni con quota 103 e a 66 anni con quota 104.

Gli scaglioni appena citati riguardano l’uscita anticipata senza penalizzazioni e usufruendo della quota 100, mentre dai 67 anni di età il discorso cambia. Infatti, a questa età si potrà uscire dal lavoro sulla base di quelle che sono le normali regolamentazioni della pensione di vecchiaia.

Pensioni 2019: le 4 finestre della quota 100

Abbiamo visto in linea generale come funzionerà dal 2019 il discorso dell’astensione dal lavoro per andare in pensione. Lasciando per il momento il discorso della normale pensione di vecchiaia, andiamo a concentrare la nostra attenzione su quelle che sono le modalità di uscita con la Quota 100. In pratica, capire quali sono le quattro finestre a disposizione per poter accedere al trattamento pensionistico.

Ecco di seguito come funziona il sistema delle 4 finestre:

  • Coloro che avranno raggiunto i requisiti minimi entro la data del 31 marzo, inizieranno a ricevere quanto dovuto dal mese di aprile.
  • Se i requisiti sono stati raggiunti invece il primo aprile e il 30 giugno, gli interessati vedranno comincerà ad arrivare l’assegno della pensione a partire dal mese di luglio.
  • Qualora i requisiti siano stati raggiunti tra il primo di luglio e il 30 settembre, l’assegno inizierà ad arrivare dal mese di ottobre.
  • Chi avrà maturato tutti i requisiti dal primo di ottobre al 31 dicembre 2019, inizierà a percepire la pensione dal gennaio 2020.

La domanda che adesso si pongono i probabili pensionati del prossimo anno è: “da quando andrà in vigore davvero la Quota 100?”

Pensione 2019: rispettate tutte le finestre?

Le pensioni 2019 vedranno la Quota 100 introdotta in via ufficiale a febbraio 2019? Questo è quanto affermano Lega Nord e Movimento 5 Stelle. Dunque, saranno rispettate appieno tutte e 4 le finestre. La preoccupazione delle persone era legata alle tempistiche. Inizialmente infatti, si sosteneva che i tempi di attivazione del meccanismo non sarebbero stati pronti fino quantomeno alla metà del 2019.

Se così fosse stato, chiaramente non sarebbero state rispettate tutte e quattro le finestre. Con molta probabilità, la prima uscita possibile sarebbe stata quella del 30 settembre. Al momento rimaniamo che, stando alle notizie pervenute, saranno rispettate tutte le finestre. Infatti, attivando la Quota 100 da febbraio 2019, si potrà cominciare a uscire dal lavoro con la prima finestra. Tale periodo sarebbe a partire da aprile 2019.

Come abbiamo detto, questa metodologia è legata alla Quota 100. Quindi, ci riferiamo esclusivamente all’uscita anticipata dal lavoro secondo il nuovo sistema che sarà probabilmente attivo da febbraio 2019. Per quello che riguarda invece altre tipologie di uscita dal lavoro il discorso cambia. Ad esempio, per quella di vecchiaia dai 67 anni in su e per l’Opzione Donna, dovrebbero restare inalterate le condizioni fino ad oggi conosciute.

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Pensione anticipata per invalidità 80, guida 2018 https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/pensione-anticipata-invalidita_35.html Mon, 18 Jun 2018 04:09:47 +0000 http://www.inpensione.it/?p=35 Pensione anticipata per invalidità

Guida 2018 alla Pensione anticipata per invalidità: chi può andare in pensione prima del tempo a causa di un problema tale da portare ad un'invalidità? Vediamo tutto quello che c'è da sapere su questa opzione.

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Pensione anticipata per invalidità

Quando si parla di pensione anticipata, in genere, ci si riferisce alla possibilità di ritirarsi dal lavoro prima del raggiungimento dell’età anagrafica necessaria in virtù del versamento di un valore minimo di contributi. In realtà, una delle motivazioni per le quali è possibile andare in pensione anticipata è l’invalidità.

Come funziona e chi può andare in pensione anticipata per invalidità minima al 80%?

Pensione anticipata per invalidità 80

Il decreto Amato, ufficialmente noto come Decreto Legislativo 503 del 1992, consente l’accesso alla pensione anticipata a tutti coloro che abbiano un’invalidità civile pari almeno al 80%, siano essi dipendenti pubblici, privati, oppure autonomi, a condizione che si abbia un’età minima di 60 anni per gli uomini e 55 anni per le donne.

Tra le problematiche che possono portare alla pensione prima del tempo troviamo tutte quelle che rendono invalidi civili, disabili, ciechi civili o sordomuti.

Le cause dell’invalidità tali da portare alla pensione prima dell’età pensionabile classica devono essere verificate sempre dall’INPS nel rispetto della legge 222, quella che disciplina la previdenza dei lavoratori invalidi ed inabili. In pratica, se il lavoratore ha in mano una dichiarazione di invalidità rilasciata da un altro ente, essa può costituire solo un elemento di valutazione per l’INPS in merito alla decisione se concedere o meno la pensione anticipata.

Questo significa che l’INPS può sempre decidere di non concedere la pensione di invalidità nonostante questo documento terzo.

Ci sono inoltre una serie di requisiti che bisogna soddisfare per poter andare in pensione in via anticipata:

  • avere versato almeno 20 anni di contributi;
  • avere un’età anagrafica minima di 60 anni e 7 mesi di età per gli uomini, di 55 anni e 7 mesi per le donne;
  • nel caso di non vedenti, i requisiti di età scendono a 55 anni e 7 mesi per gli uomini, 50 anni e 7 mesi per le donne.

In nessun caso possono ricevere la pensione anticipata per invalidità i lavoratori pubblici e gli autonomi.

Dal momento in cui viene riconosciuto il diritto alla pensione, occorre attendere la finestra di 12 mesi prima di poter iniziare ad incassare quanto spettante.

Leggi anche:

Pensione di invalidità 46 – 74

In maniera a quanto accade già per la pensione donna, il governo sta lavorando su un sistema che permette di andare in pensione con una percentuale di invalidità compresa tra il 46% e il 74%. Considerando che i lavoratori che hanno un’invalidità maggiore al 74% possono chiedere, per ogni anno di lavoro svolto, fino a due mesi di contribuzione figurativa (per un massimo di cinque anni di contribuzione figurativa, che utile per incrementare l’anzianità contributiva, si è ritenuto giusto dare questa opzione anche a chi ha una percentuale di invalidità 46-74%, ritenendo opportuno permettere a queste persone di non lavorare fino a quasi 67 anni di età.

Pensione anticipata per i non vedenti

In termini di età minima per andare in pensione prima del solito, i non vedenti possono avere un trattamento preferenziale rispetto a chi soffre di altre patologie, ritenendo giusto il discorso che tale problema influisce non di poco sulla vita delle persone.

Pertanto, i non vedenti possono andare in pensione a 55 anni, se uomini, 50 anni se donne. Sono necessari almeno 20 anni di contributi.

Pensione anticipata INPS o ex-INPDAP, le conclusioni

Concludiamo questo articolo sulla pensione anticipata causa invalidità dicendo che tutti possono farne richiesta, a condizione ovviamente di avere un certificato medico che possa testimoniare l’invalidità che si adduce: dipendenti privati, dipendenti pubblici, autonomi.

Indubbiamente il fatto di avere un’invalidità è grave e intacca profondamente la qualità della vita di chi si trova in una situazione così complessa, dunque è giusto permettere a queste persone di andare in pensione prima.

Leggi anche la nostra guida sull’INPS, le sue funzioni e i suoi servizi.

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Pensione Anticipata RITA 2018: la guida completa https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/pensione-anticipata-rita_159.html Sun, 03 Jun 2018 12:14:06 +0000 http://www.inpensione.it/?p=159 Pensione di cittadinanza

RITA 2018: guida alla rendita per andare in pensione in via anticipata. Conviene? Come fare domanda? Tutto quello che devi sapere.

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Pensione di cittadinanza

Novità dal mondo delle pensioni anticipate: presto potrebbe arrivare la RITA, acronimo di Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. E’ una misura, prevista dal Governo, per permettere a chi ha più di 63 anni di andare in pensione in via anticipata.

Andiamo alla scoperta di questo nuovo strumento che potrebbe soppiantare la mai decollata APE Volontaria.

Pensioni anticipate, cos’è la RITA

Come detto in apertura, RITA sta per Rendita Integrativa Temporanea Anticipata.

Si tratta, in pratica, di una rendita alla quale possono accedere tutti i lavoratori dipendenti che hanno più di 63 anni, che hanno perso il posto di lavoro (sia per giusta causa, che non) e che hanno versato, nel corso della loro vita lavorativa, dei contributi in favore di una pensione integrativa.

Tale rendita potrà essere ricevuta ogni mese, a partire dal momento in cui se ne fa domanda e fino al raggiungimento dell’età giusta per la pensione di vecchiaia, ovvero 66 anni e 7 mesi (al momento).

Benché le prime opinioni e giudizi da parte degli utenti non siano proprio positivi, anche perché si è purtroppo abituati a mettere un po’ le mani avanti quando si tratta di pensioni e governo, in realtà la RITA sembrerebbe più conveniente rispetto all’APE volontaria.

Perché la RITA conviene rispetto all’APE

Quando si parla di APE Volontaria, ci si riferisce ad un prestito che può essere ottenuto da chi vuole andare in pensione prima del tempo.

Tale finanziamento, in quanto tale, dovrà essere restituito a partire dal momento in cui si va in pensione, con tanto di interessi. Rappresenta, per il pensionato, un costo non da poco, soprattutto se la pensione non è altissima.

La RITA, al contrario, è un anticipo su una somma che si avrà diritto di riscuotere da qui a qualche anno. Per questo motivo, il lavoratore che ne farà richiesta non dovrà pagare alcuna penalità, né interesse.

Chi può fare domanda per la RITA

Alla RITA potranno prendere parte tutti i dipendenti con età anagrafica maggiore di 63 anni, uomini e donne, che sono disoccupati (non importa il motivo per cui si è perso il lavoro).

Oltre a queste, ci sono tutta una serie di altre caratteristiche importanti da dover soddisfare:

  • essere iscritti alla gestione separata o all’assicurazione generale obbligatoria;
  • aver versato almeno 20 anni di contributi;
  • andare in pensione di vecchia entro un massimo di 3 anni e 7 mesi dal momento in cui si fa domanda di RITA;
  • non avere alcun assegno di invalidità;
  • non avere alcun trattamento pensionistico diretto

La domanda può essere presentata direttamente presso la sede INPS di competenza, i cui dipendenti saranno in grado di dare tutte le spiegazioni del caso.

RITA e APE Volontaria, quale conviene?

Nel momento in cui ci si trova a un passo dalla pensione ma si è perso il lavoro, si può essere costretti a scegliere tra RITA e APE Volontaria.

Quale scegliere? Qual è più conveniente?

Tra le due, la RITA non ha costi né penali, perché si incassa, in anticipo, una somma che si avrebbe avuto diritto di riscuotere entro alcuni anni. L’APE, invece, è un prestito bancario e, come tale, ha degli interessi da dover pagare.

Inoltre, la RITA può essere richiesta solo da chi è disoccupato, mentre l’APE no, dato che si può fare domanda anche mentre si è ancora occupati.

Il pensionato che si trova a dover scegliere, tuttavia, si trova di fronte a tre opzioni:

  • optare per la sola RITA;
  • optare per il solo APE volontario;
  • scegliere un mix di entrambe, ad esempio il 50% tramite APE Volontario, e il rimanente tramite RITA.

Incentivi fiscali 2018 RITA

La RITA, a differenza dell’APE Volontaria, dà anche diritto a degli incentivi fiscali: la parte imponibile della rendita (sia che la RITA venga scelta da sola, sia in combinazione con l’APE) è assoggettata ad una tassazione tramite ritenuta a titolo d’imposta la cui aliquota, che sarebbe pari al 15%, può essere ridotta di un valore pari allo 0,3% per ogni anno, oltre il 15°, in cui si è versato denaro presso una pensione complementare.

Il limite massimo della riduzione dell’aliquota è il 6% (che equivalgono a 35 anni di versamento di contributi volontari).

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Pensione Anticipata per colf, badanti e casalinghe; si può avere? https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/pensione-anticipata-colf-badanti-casalinghe_380.html Fri, 18 May 2018 10:01:05 +0000 https://www.inpensione.it/?p=380 Pensione casalinghe

Colf, badanti e casalinghe possono usufruire della pensione anticipata? Vediamo come funziona la possibilità dell’Ape Social per chi svolge un lavoro domestico.

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Pensione casalinghe

Come funziona la possibilità di accedere alla pensione anticipata da parte di colf, badanti e casalinghe? È possibile per questi lavoratori domestici usufruire dell’opportunità di smettere di lavorare anticipatamente? Per alcune delle categorie di lavori domestici è possibile avere diritto all’Ape Social e ci sono varie possibilità di accedere alla pensione anticipata. Questo significa che molte persone possono smettere di lavorare in anticipo per dedicarsi serenamente alla famiglia o ad altre occupazioni, a seconda delle esigenze personali.

L’Ape Social per i lavori domestici

L’Ape Social è prevista infatti anche per chi svolge un lavoro domestico e si ritrova ad essere disoccupato successivamente ad un contratto a termine. In questa situazione è fondamentale aver effettuato almeno 18 mesi di occupazione nel corso degli ultimi 3 anni. Inoltre un ulteriore requisito è quello di aver usufruito della Naspi. Anche chi svolge un lavoro domestico, infatti, può avere la Naspi se negli ultimi 4 anni ha almeno 13 settimane di contributi e 30 giornate di lavoro nel corso dell’anno.

Per questo motivo anche badanti e colf possono accedere all’Ape Social se fanno parte delle categorie descritte. La situazione è disciplinata da norme ben precise, ma questi lavoratori sono iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e per questo motivo possono risultare beneficiari dell’Ape Social.

È opportuno notare anche un ulteriore vantaggio che riguarda colf e badanti. In molti casi si tratta di donne e per questo l’accesso alla pensione anticipata può essere molto più semplice, perché è previsto un vero e proprio bonus di contributi grazie all’Ape rosa, uno sconto sulla possibilità di accedere alla pensione di ben due anni.

> Vedi anche l’approfondimento sulla pensione anticipata dopo la disoccupazione

L’Ape Social anche per le casalinghe?

Le regole non sono uguali anche per le casalinghe, il cui fondo non rientra nell’assicurazione generale obbligatoria ed è una gestione previdenziale a parte. Bisogna fare quindi attenzione a non confondere le due situazioni. I contributi versati all’interno del fondo casalinghe non prevedono la possibilità di destinare una parte per coprire i rischi derivanti dal periodo di disoccupazione.

È opportuno ricordare anche che, per colf e badanti che lavorano all’estero, nei contributi utili per l’Ape Social possono rientrare anche quelli per il lavoro in Paesi europei o che abbiano una convenzione con il nostro Paese, a patto che la persona interessata faccia un’apposita richiesta per la totalizzazione.

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Pensione anticipata dopo la disoccupazione https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/pensione-anticipata-dopo-disoccupazione_346.html Tue, 08 May 2018 10:05:40 +0000 https://www.inpensione.it/?p=346 Pensione anticipata dopo la disoccupazione

In che cosa consiste la pensione anticipata dopo la disoccupazione: quali requisiti si devono possedere ed entro quando presentare la domanda.

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Pensione anticipata dopo la disoccupazione

La pensione anticipata dopo la disoccupazione è una possibilità di cui si può usufruire in certe condizioni. Questo tipo di pensione spetta a chi ha almeno 63 anni e 30 anni di contributi versati oppure a coloro che hanno 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età. Il provvedimento prende il nome, nel primo caso, di APE sociale e, nel secondo caso, di pensione anticipata precoci.

APE sociale: come funziona

L’APE sociale è un assegno che viene mensilmente rilasciato a carico dello Stato e di cui possono usufruire coloro che escono anticipatamente dal lavoro, fino a quando raggiungono l’età pensionabile. Quest’ultima è costituita dal requisito d’età per la pensione di vecchiaia, che dal 2018 corrisponde a 66 anni e 7 mesi e dal 2019 sarà pari a 67 anni.

L’APE sociale può avere una durata massima di 3 anni e 7 mesi. Secondo le norme in vigore, l’assegno emesso dallo Stato è dello stesso importo della futura pensione. Tuttavia non può superare i 1.500 euro al mese. Per accedere all’APE sociale, i lavoratori devono possedere i seguenti requisiti:

  • devono aver compiuto 63 anni;
  • devono essere stati iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dell’INPS o alla gestione separata INPS;
  • devono cessare l’attività lavorativa e non devono essere titolari di pensione diretta.

Rientrano in tutte queste categorie coloro che hanno attraversato lunghi momenti di disoccupazione, gli addetti a lavori gravosi o coloro che si prendono cura di familiari disabili. È da ricordare che per gli addetti ai lavori gravosi sono necessari almeno 36 anni di contributi per accedere all’APE sociale, mentre per le altre categorie bastano 30 anni di contributi.

Inoltre le donne lavoratrici con figli possono avere uno sconto contributivo che corrisponde ad un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di due anni.

Pensione anticipata precoci per disoccupati: i requisiti

La pensione anticipata per i lavoratori precoci spetta a coloro che hanno versato 41 anni di contributi. I requisiti per ottenerla sono i seguenti:

  • si devono avere 12 mesi di contributi prima del compimento del 19esimo anno di età;
  • si deve essere iscritti alla previdenza obbligatoria prima del 1996;
  • si deve rientrare all’interno di particolari categorie. Si tratta di disoccupati che non percepiscono più la Naspi, di lavoratori che assistono un familiare disabile, di invalidi al 74% in su e di addetti a lavori usuranti.

Chi può richiederla?

Possono accedere a questo tipo di pensione anticipata i disoccupati che hanno perso l’impiego dopo un licenziamento, per le dimissioni o per effetto di risoluzione consensuale. Inoltre possono avere questa pensione anticipata se da almeno tre mesi non percepiscono la Naspi.

Per quanto riguarda invece coloro che trovano un nuovo lavoro, esiste la possibilità di accedere alla pensione anticipata? Fino all’anno scorso la pensione per i lavoratori precoci non veniva concessa a chi trovava un nuovo lavoro. Attualmente sussistono delle interpretazioni più larghe per quanto riguarda le norme in oggetto.

Infatti anche l’INPS ha confermato che questo beneficio può spettare anche a coloro che, dopo la disoccupazione, trovano un lavoro subordinato che non superi i 6 mesi. Inoltre il beneficio spetterebbe anche a coloro che, secondo i chiarimenti dell’INPS, tornino ad essere occupati per un massimo di 6 mesi anche con contratti di prestazione occasionale.

Per lavoratori autonomi disoccupati

I lavoratori autonomi disoccupati che hanno cessato la loro attività non possono accedere a questa pensione anticipata, a meno che non abbiano un’invalidità pari almeno al 74% o se si dedicano all’assistenza di un familiare disabile fino al secondo grado di parentela.

> Vedi anche l’articolo sulla Quota 41 per disabili e l’articolo sui requisiti per ottenere la Pensione Quota 41

Come e quando presentare domanda

Le domande di pensione anticipata precoci possono essere presentate ogni anno entro l’1 marzo. Le domande di APE sociale possono essere inviate entro il 15 luglio 2018. Per entrambi i tipi di domanda vale come termine ultime di presentazione il 30 novembre 2018, anche se è stato specificato dall’INPS che saranno accolte soltanto se saranno a disposizione delle altre risorse.

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Pensione Anticipata Enasarco: le novità 2017 https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/pensione-anticipata-enasarco_59.html Tue, 24 Oct 2017 14:29:08 +0000 http://www.inpensione.it/?p=59 Pensione Anticipata Enasarco

Tutto sulla pensione anticipata Enasarco per agenti di commercio e rappresentanti: chi può fare richiesta? Che condizioni occorre rispettare?

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Pensione Anticipata Enasarco

Tutti gli iscritti alla gestione Enasarco per il 2017 potranno usufruire su delle interessanti novità per quanto riguarda la pensione anticipata. Da quest’anno, infatti, tutti gli agenti di commercio ed i rappresentati che sono iscritti all’ente Enasarco potranno andare in pensione prima rispetto al raggiungimento dell’età pensionabile classica.

Il vantaggio dell’andare in pensione prima è indubbiamente quello di avere più tempo per sé stessi e per la famiglia, si smette di lavorare e si può contare su un’entrata monetaria fissa derivante dalla pensione Enasarco, che si va ad aggiungere alla pensione Inps (ricordiamo che l’iscrizione all’Enasarco è obbligatoria ed aggiuntiva all’Inps, che dev’essere comunque fatta).

Pensione anticipata Enasarco 2017: come funziona?

A seconda della propria età anagrafica e degli anni di contributi che sono già stati versati, sarà possibile andare in pensione prima di uno o due anni, a condizione di accettare una riduzione dell’importo dell’assegno della pensione.

Requisiti pensione anticipata con Enasarco

I requisiti minimi richiesti agli agenti di commercio e ai commercianti per poter andare in pensione anticipata tramite l’Enasarco sono i seguenti:

  • età anagrafica minima: 65 anni
  • anzianità contributiva: 20 anni
  • raggiungimento della quota 90, calcolata come somma tra età anagrafica e anzianità contributiva

Da tenere presente che tutti coloro che decideranno di usufruire del pensionamento prima del tempo, dovranno subire una penalizzazione sull’importo dell’assegno della pensione.

La pensione anticipata con questo ente è prevista, al momento, solo per gli uomini: le donne dovranno attendere ancora fino al 2021.

Penalizzazione pensione anticipata Enasarco

Per la precisione, si parla di una penalizzazione pari al 5% sull’importo della pensione, per ogni anno in cui si anticipa il pensionamento rispetto all’età anagrafica consueta per la pensione di vecchiaia. A partire dal 2018, inoltre, per poter andare in pensione di vecchiaia bisognerà rispettare la quota 92 per gli agenti di commercio iscritti Enasarco.

Scatto di età della pensione di vecchiaia

Le novità 2017 in merito alla pensione anticipata per tutti gli agenti di commercio ed i rappresentanti che sono iscritti Enasarco va a bilanciare lo scatto dell’età di pensionamento che è richiesto, a partire da quest’anno, per tutti gli assicurati alla Fondazione stessa.

LEGGI ANCHE: guida alla Fondazione Enasarco e quella all’INPS

Dal 2017, infatti, i requisiti minimo che sono richiesti a tutti gli iscritti per poter andare in pensione di vecchiaia sono:

  • età anagrafica di 66 anni per gli uomini e 63 per le donne
  • versamento di un minimo di anni contributivi
  • raggiungimento della quota 91 per gli uomini e della quota 87 per le donne

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Quota 41 per disabili: più facile andare in pensione https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/quota-41-disabili_150.html Tue, 24 Oct 2017 06:06:54 +0000 http://www.inpensione.it/?p=150 Quota 41 per disabili: più facile andare in pensione

I disabili con percentuale di invalidità superiore al 74% possono ricevere un beneficio di contribuzione pari a 2 mesi per ogni anno lavorato. La guida completa per andare in pensione prima con la quota 41.

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Quota 41 per disabili: più facile andare in pensione

I lavoratori invalidi potranno raggiungere prima la quota 41, secondo una legge italiana che vuole aiutare le persone con maggiori difficoltà ad andare in pensione prima. La misura, prevista dalla legge 388 del 2000, è pensata per i lavoratori invalidi almeno al 74% che abbiano lavorato presso aziende private, cooperative, o imprese pubbliche. Vediamo come funziona, nel dettaglio.

Quota 41 per invalidi, ecco come funziona

Tutti gli invalidi, con percentuale di invalidità pari almeno al 74%, quale che sia la causa della stessa, potranno raggiungere più facilmente la quota 41, ovvero la possibilità di andare in pensione in via anticipata.

Ricordiamo che i requisiti della quota 41 sono chiari e prevedono avere almeno 41 anni di contributi versati, aver lavorato, prima dei 19 anni di età, per almeno 12 mesi (i cosiddetti lavoratori precoci) ed essere in uno stato di disoccupazione a seguito di licenziamento o dimissioni per giusta causa. Per saperne di più, leggi tutti i requisiti per la quota 41.

La legge 388/2000 prevede uno “sconto” per tutti i lavoratori invalidi che hanno lavorato presso aziende pubbliche, private o cooperative. In sostanza, si potrà avere un beneficio di contribuzione pari a 2 mesi per ogni anno di lavoro svolto avendo un’invalidità superiore al 74%.

Facciamo un esempio. Un lavoratore che ha lavorato per 6 anni presso un’azienda privata avendo un’invalidità superiore al 74%, potrà beneficiare di uno sconto contributivo pari a 12 mesi, cioè un anno. In sostanza, potrà raggiungere la quota 41 avendo versato 40 anni di contributi invece che 41, proprio perché 12 mesi vengono “scontati”.

Nel raggiungimento della quota 41 non sarà invece possibile usare nessuna delle altre maggiorazioni convenzionali legate allo svolgimento di attività professionali particolari, come ad esempio la maggiorazione di servizio prevista per il personale docente o direttivo, così come non potranno essere usate le maggiorazioni prevista in passato per i ferrovieri, e così via.

Rimane esclusa dal conteggio, solo per le pensioni che vengono calcolate secondo il sistema contributivo la maggiorazione del 50% per periodi lavorativi svolti prima dei 18 anni di età.

Quota 41 per invalidi, è giusta? Le conclusioni

Sicuramente si tratta di una legge corretta, dal nostro punto di vista. La quota 41 è un’agevolazione che lo stato dà a tutti coloro che possono vantare una vita lavorativa alle spalle e che oggi sono disoccupati (per licenziamento o per dimissioni giusta causa). Chi si trova in difficoltà a causa di un’invalidità importante (pari almeno al 74%) può avere ancora più problemi a prestare la propria opera lavorativa, soprattutto con il passare degli anni e mano a mano che ci si avvicina all’età pensionabile.

Ecco dunque che permettere, a queste persone, di ricevere uno “sconto” sui contributi versati può far guadagnare anni preziosi per riposare e staccare la spina.

In definitiva, la decisione di dare uno sconto sulla quota 41 per i disabili la riteniamo una scelta giusta. Per saperne di più su come fare domanda e tutte le opzioni del caso, è consigliato rivolgersi direttamente ad un consulente del lavoro, al patronato oppure alla sede INPS più vicina a casa propria.

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Pensione Quota 41, requisiti 2017: a chi spetta https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/quota-41_88.html Thu, 21 Sep 2017 09:12:07 +0000 http://www.inpensione.it/?p=88 Quota 41, requisiti: a chi spetta

Tutto quello che c'è da sapere sulla pensione con la quota 41: quali sono i requisiti 2017, a chi spetta e come fare richiesta di andare in pensione anticipata con la Quota 41.

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Quota 41, requisiti: a chi spetta

Nel mondo delle pensioni, una delle novità più recenti è quella della cosiddetta quota 41 per i lavoratori precoci. Andiamo a vedere in maniera dettagliata che cos’è la quota 41, quali sono i lavoratori che possono prenderne parte e che novità sono previste.

Le novità di questa riforma sarebbero dovute essere già approvate lo scorso febbraio, poi per problemi in merito all’approvazione, la questione è slittata e ora è prevista a partire dal prossimo 1° maggio. Nel frattempo, ecco cos’è la quota 41.

Andare in pensione con la Quota 41: la riforma per i lavoratori precoci

La quota 41 riguarda esclusivamente i cosiddetti lavoratori precoci, ovvero coloro che sono entrati nel mondo del lavoro prima del compimento dei 18 anni di età. Questa categoria di lavoratori può chiedere di andare in pensione anticipata a costo zero.

La nuova riforma quota 41 darà modo di andare in pensione con un leggero anticipo rispetto a quanto stabilito dalla Riforma Fornero.

Nonostante questo, non tutti i lavoratori precoci potranno andare in pensione prima della normale età, occorre possedere tutta una serie di caratteristiche importanti.

Requisiti quota 41 per il 2017, chi può usufruire

Possono andare in pensione anticipata con la quota 41 tutti i lavoratori che rispettano i seguenti requisiti:

  • avere almeno 41 anni di contributi;
  • avere almeno 12 mesi di prestazioni lavorative, anche se non continuative, effettuate prima dei 19 anni di età;
  • essere in stato di disoccupazione a causa di licenziamento, anche collettivo, giusta causa o risoluzione consensuale del contratto;
  • necessità di assistere il coniuge o un parente di primo grado con handicap grave da almeno 6 mesi (ai sensi del articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104);
  • una riduzione della propria capacità lavorativa almeno del 74%;
  • aver svolto un lavoro usurante (ai sensi dell’articolo 1, commi da 1 a 3 del decreto legislativo del 21 aprile 2011, n. 67)

Sconto quota 41

La quota 41 per il 2017 prevede, in sostanza, uno sconto di 10 mesi per le donne, sia esse dipendenti che autonome, oppure uno sconto di 1 anno e 10 mesi per gli uomini, anch’essi dipendenti o autonomi.

Non è prevista alcuna penalità sull’importo della pensione.

Infine, una considerazione: il requisito dell’anzianità contributiva pari a 41 anni di contributi potrà essere modificato in futuro, in considerazione dei futuri adeguamenti relativamente alla speranza di vita che scatteranno a partire dal 1° gennaio 2019.

Inoltre, chi andrà in pensione in anticipo usando la Quota 41, non potrà cumularlo con il trattamento pensionistico dei redditi da lavoro, sia dipendente che autonomo, per il periodo di tempo che intercorre tra l’anzianità contributiva necessaria per ottenere la pensione anticipata classica (ovvero 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne) e l’anzianità contributiva nel momento in cui si va in pensione con questo requisito contributivo agevolato.

Quota 41 per i disabili

Una delle novità più interessanti per la quota 41 riguarda i disabili aventi una percentuale di disabilità superiore al 74%: essi possono andare in pensione usufruendo di un beneficio sulla contribuzione pari a 2 mesi per ogni anno lavorato avendo tale disabilità. Il lavoro può essere svolto sia presso aziende private che pubbliche, oltre che con delle cooperative.

Per approfondimento, leggi il nostro articolo sulla quota 41 per i disabili.

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