Pensioni 2019: cos’è la ‘Quota 41’ e come funziona

La riforma delle pensioni 2019 è oramai quasi al via, ma vi sono ancora delle cose in sospeso molto attese. Una di queste è la cosiddetta ‘Quota 41’. Con questo meccanismo, che altro non è che un’evoluzione di un sistema già presente per i lavoratori precoci, si potrà accedere alla pensione con 41 anni di contributi versati, a prescindere da quella che è l’età anagrafica al momento in cui si raggiunge tale target contributivo.

Anche nel caso dei lavoratori precoci, ovvero coloro che avevano cominciato a versare i contributi prima del compimento della maggiore età, si poteva accedere alla pensione con 41 anni di contributi versati. Cosa cambierebbe ad oggi se venisse attivata la ‘Quota 41’?

Pensioni 2019: la ‘Quota 41’ non per tutti è vantaggiosa

Sebbene siamo di fronte ad una riforma che interessa tutti coloro che raggiungono 41 anni di versamenti dei contributi, è chiaro che il vantaggio non sarà lo stesso per tutti. A beneficiare davvero di questo meccanismo, sono coloro che hanno cominciato a lavorare molto presto, perché arriveranno a godersi il trattamento pensionistico più a lungo. Coloro che si sono affacciati al lavoro in età più tarda, si troveranno ad aver versato 41 anni di contributi oltre 60/65 anni. Tale target di età però, permette già altre finestre di uscita che vi saranno con la Quota 100, ovvero di uscire dal lavoro con 62 anni e 38 anni di contributi versati.

Comunque, per chi invece dovesse puntare alla ‘Quota 41’ perché lavoratore fin dalla tenera età, quali requisiti dovrà soddisfare per potervi accedere? Ecco che entriamo nel dettaglio per scoprire che contribuente bisogna essere per risultare idonei alla ‘Quota 41’.

Pensioni 2019: requisiti per la ‘Quota 41’

I requisiti per i lavoratori precoci, quindi idonei all’accesso alla ‘Quota 41′, sono:

  • Aver versato almeno 12 anni di contributi pria di aver compiuto 19 di età.
  • Nel 2018 l’accesso a tale pensionamento richiedeva 41 anni esatti di contributi versati. Mentre per il 2019, salvo specifiche diverse nella riforma, il tetto salirà a 41 e 5 mesi di contributi versati.

Detto questo, secondo quanto anticipato dalla riforma sulle pensioni 2019 che vedrà la sua partenza a gennaio prossimo, tale possibilità di pensionamento dovrebbe essere estesa a tutte le categorie di lavoratori. Secondo quanto detto dal Governo dovrebbe rimanere il limite di 41 anni di contributi versati, senza limiti in merito all’età anagrafica per accedere alla pensione.

Ad oggi invece, le categorie di lavoratori che sono idonei ad accedere alla ‘Quota 41’ perché rientranti nei due requisiti precedenti sono: addetti a lavori gravosi e usuranti, soggetti con invalidità civile pari o superiore al 74 percento, disoccupati e infine lavoratori caregiver che assistono un familiare (massimo con il secondo grado di parentela) con grave handicap da almeno sei mesi. La persona assistita deve essere convivente con il richiedente.