In Pensione https://www.inpensione.it Wed, 07 Nov 2018 07:35:15 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.1 Pensioni 2019: come funziona l’aumento delle minime https://www.inpensione.it/riforma-pensioni/pensioni-2019-come-funziona-laumento_548.html Wed, 07 Nov 2018 07:06:06 +0000 https://www.inpensione.it/?p=548 pensioni 2019

La riforma sulle pensioni 2019 prevede molte novità, dalla Quota 100 alla Quota 41 e 42. Tra queste novità, una di quelle sostanziali è quella che prevede l’aumento delle minime ad un tetto specifico. Tale sistema è quello che riguarda l’integrazione della pensione quando sia essa al di sotto di quella che è conosciuta come […]

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pensioni 2019

La riforma sulle pensioni 2019 prevede molte novità, dalla Quota 100 alla Quota 41 e 42. Tra queste novità, una di quelle sostanziali è quella che prevede l’aumento delle minime ad un tetto specifico. Tale sistema è quello che riguarda l’integrazione della pensione quando sia essa al di sotto di quella che è conosciuta come la soglia di povertà. Andiamo nel dettaglio per vedere nelle ultime ore quali sono le conferme e il sistema con cui si applicheranno gli aumenti.

Pensioni 2019: minime ed aumenti

Prima di tutto, bisogna specificare che vi sono due trattamenti pensionistici che al momento sono al di sotto della soglia che si intende raggiungere con la riforma pensioni 2019. Il primo è la classica pensione minima che è di 507 euro, il secondo è l’assegno sociale che ammonta attualmente a 453 euro. È abbastanza chiaro che, tutte le persone che rientrano in questi due trattamenti pensionistici, stiano attendendo con ansia novità in merito alle modifiche presenti nella riforma.

Al momento dobbiamo ricordare che non è ancora attivo nessun procedimento di aumento, questo fino a quando la riforma non sarà ufficialmente approvata. Dunque, stiamo solo navigando tra le informazioni che si hanno dalle proposte e dalle dichiarazioni fatte dai ministri che lavorano alla riforma pensioni 2019. Secondo questi dati, la pensione minima e l’assegno sociale dovrebbero salire ad un tetto stabilito nella cifra di 780 euro. In pratica, un pensionato con la minima vedrebbe incrementare il suo assegno di 273 euro e chi ha il trattamento sociale vedrà un incremento dell’assegno di 327 euro.

Gli incrementi dell’assegno saranno validi per tutti coloro che percepiscono una cifra che sta al di sotto della soglia di 780 euro. Chiaramente chi percepisce già una cifra pari o superiore non sarà coinvolto negli aumenti.

Pensioni 2019: tempistiche per gli aumenti

Come abbiamo detto, la riforma sulle pensioni 2019 deve ancora essere una realtà, per cui in attesa di approvazione siamo nel campo delle proposte. Ad ogni modo, a parlare su questo argomento è stata Anna Ruggiero, deputata del Movimento 5 Stelle. In pratica, ha comunicato che entro la fine dell’anno 2018 saranno approvate legge di bilancio e l’abolizione delle pensioni d’oro. Contestualmente avverrà anche la revisione del metodo contributivo.

Dunque, una volta che tutto questo sarà effettivo, si procederà nel reinvestire quanto ottenuto per aumentare le pensioni minime. Tale aumento sarà dunque effettivo dal prossimo anno, sebbene non si sappiano ancora le tempistiche, ovvero se sarà attivo già da gennaio. Si attenderanno maggiori informazioni che sicuramente si avranno nel corso dei prossimi giorni.

 

 

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Pensioni 2019: continua a salire la febbre politica https://www.inpensione.it/riforma-pensioni/pensioni-2019-continua-a-salire-la-febbre-politica_536.html Wed, 31 Oct 2018 09:48:08 +0000 https://www.inpensione.it/?p=536 Pensioni 2019

La riforma pensioni 2019 e la Quota 100 continuano a creare forti dibattiti, e alcuni momenti di tensione politica. Da una parte chi vuole sgretolare colpo dopo colpo la Riforma Fornero, e dall’altra chi continua a remare in senso contrario lamentando il crollo del sistema. Al momento ancora non è chiaro come andrà a finire la […]

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Pensioni 2019

La riforma pensioni 2019 e la Quota 100 continuano a creare forti dibattiti, e alcuni momenti di tensione politica. Da una parte chi vuole sgretolare colpo dopo colpo la Riforma Fornero, e dall’altra chi continua a remare in senso contrario lamentando il crollo del sistema. Al momento ancora non è chiaro come andrà a finire la vicenda. Nel 2019 le cose saranno come molti sperano o vi saranno deroghe alla Riforma Fornero?

Tra le persone che si dichiarano contrarie al nuovo sistema come è stato descritto è Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali. A quanto dice, il taglio alle pensioni d’oro così come è stato concepito non è corretto. Unito al reddito e alla pensione di cittadinanza farebbero saltare l’intero sistema. Entriamo nel dettaglio per capire quali siano queste perplessità sulla riforma delle pensioni.

Riforma pensioni 2019: a rischio il sistema

Sulla riforma pensioni 2019, Alberto Brambilla è stato molto chiaro. Secondo quanto afferma, il principio secondo cui si applica il taglio alle pensioni d’oro non è coerente con il calcolo effettivo che si dovrebbe fare. Facciamo un esempio: si andrebbe a tagliare la pensione di una persona che è andata in pensione a 58 anni con i contributi legittimamente versati, considerando come ci sarebbe dovuta andare se avesse avuto 63 anni. Sulla base di questo viene tagliato l’assegno.

Secondo Brambilla anche il reddito di cittadinanza e la pensione analoga, avrebbero un effetto devastante. Si andrebbe a sostenere un costo di 16 miliardi di euro e oltre, Non solo, si darebbe del denaro a persone che nella loro vita non hanno mai versato contributi o in alcuni casi pochi. Tutto questo andrebbe a gravare sulla situazione generale del Paese. Secondo la sua opinione, l’Italia non necessita tanto di sostegno sociale ma di creare posti di lavoro.

Riforma pensioni 2019: dal governo altre notizie

Osservando invece all’altro capo della fune, si vede ottimismo e fiducia verso una manovra che sembra oramai già pronta. Quota 100 e Quota 41 sembrano solide. Stando alla fiducia che arriva da chi l’ha fortemente voluta sembra che sia già quasi una realtà. Tutto sta a capire se il Governo proseguirà per la sua strada, andando ad approvare la Riforma come sostenuta fino ad ora, o se accetteranno il confronto con i contrari.

Vi sono diverse opinioni discordanti e diverse proposte di confronto. Qualcuno ipotizza  alcune deroghe che andrebbero a far proseguire alcuni punti di quella che era la Riforma Fornero. Nei prossimi giorni vedremo se le proposte verranno accolte, o se l’asse M5S-Lega Nord proseguirà dritto senza cambiare di una virgola la proposta sulle pensioni 2019.

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Pensione d’invalidità 2019: requisiti e importo dell’assegno https://www.inpensione.it/riforma-pensioni/pensione-dinvalidita-2019-requisiti_522.html Thu, 25 Oct 2018 11:15:12 +0000 https://www.inpensione.it/?p=522 Pensioni 2019

La pensione d’invalidità 2019 cambia in qualche modo? Per conoscere la risposta a questa domanda dovremo entrare nello specifico dell’argomento. Andremo a scoprire quali siano per l’anno venturo i requisiti per poter presentare la domanda e l’importo dell’assegno spettante. Come sappiamo, la pensione d’invalidità civile è un assegno che viene versato alle persone affette da […]

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Pensioni 2019

La pensione d’invalidità 2019 cambia in qualche modo? Per conoscere la risposta a questa domanda dovremo entrare nello specifico dell’argomento. Andremo a scoprire quali siano per l’anno venturo i requisiti per poter presentare la domanda e l’importo dell’assegno spettante.

Come sappiamo, la pensione d’invalidità civile è un assegno che viene versato alle persone affette da patologie molto invalidanti. Tale pensione non prevede di avere contributi versati in precedenza. Per essere inseriti nella categoria di coloro che possono avere accesso al trattamento pensionistico, si deve avere una patologia tale da vedersi preclusa ogni possibilità di lavorare. In pratica, non si deve essere idonei a poter svolgere una qualsiasi attività lavorativa. Chiaramente questa situazione prevede dei requisiti base per poter essere abilitati a ricevere l’assegno mensile. Andiamo a conoscere di quali requisiti parliamo.

Pensione d’invalidità 2019: requisiti minimi

Quali sono i requisiti che ci permettono di essere inseriti tra coloro che possono accedere al trattamento pensionistico per invalidità civile? Eccoli di seguito:

  • Requisiti sanitari: il primo elemento è caratterizzato dal quadro sanitario della persona. Il tipo di malattia invalidante che possiede la persona deve rientrare nelle casistiche individuate dalla legge. Inoltre, deve esistere una percentuale di invalidità del 100 percento. Tale situazione deve essere riconosciuta e ratificata dalla Commissione Sanitaria ASL. Ad ogni modo, vi sono delle casistiche diverse, che prevedono alcuni tipi di sostegno economico anche a persone con invalidità la cui percentuale sia tra il 74% e il 99%.
  • Requisiti di età: non solo percentuali ma anche requisiti di età. L’assegno di invalidità infatti, viene erogato a favore di coloro che abbiano un’età compresa tra i 18 e i 66 anni e 7 mesi. Tale fascia di età è in vigore dal 1° gennaio 2018;
  • Requisiti di reddito: la pensione di invalidità non è automatica per chiunque, ma vi sono delle restrizioni stabilite dalla legge sulla base del reddito del soggetto beneficiario.

Dopo aver visto i requisiti, uno degli aspetti che interessano all’eventuale beneficiario è a quanto ammonta l’assegno mensile. Di seguito andremo ad analizzare questo aspetto.

Pensione d’invalidità 2019: importo assegno mensile

Prima di parlare di assegno mensile, è bene sapere che per aver diritto alla pensione d’invalidità civile il reddito del richiedente non deve superare i 16.664,36 euro annui. Per quanto riguarda la pensione d’invalidità civile, si tiene conto esclusivamente del reddito del richiedente, e non vanno considerati i redditi degli altri componenti del nucleo familiare.

Fatta questa doverosa premessa, arriviamo al punto focale di questa sezione dell’articolo, ovvero a quanto ammonta l’assegno mensile. All’invalido civile saranno corrisposti 282,55 euro per 13 mensilità.

 

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Stop legge Fornero: le ultimissime https://www.inpensione.it/riforma-pensioni/stop-legge-fornero_452.html Tue, 05 Jun 2018 07:17:56 +0000 https://www.inpensione.it/?p=452 Ottava Salvaguardia: per chi? Chi rientra tra gli esodati?

Il nuovo Governo ha intenzione di porre fine alla legge Fornero e di introdurre il reddito di cittadinanza: le possibili misure.

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Ottava Salvaguardia: per chi? Chi rientra tra gli esodati?

Il ministro del Lavoro Di Maio ha affermato che intende revisionare la legge Fornero. Secondo le dichiarazioni dello stesso Di Maio, mettere da parte la riforma Fornero sulle pensioni significa far ripartire il Paese.

Il neoministro punta anche all’introduzione del reddito di cittadinanza. Per quanto riguarda in particolare il mettere mano alla legge Fornero, Di Maio trova il consenso della Lega. Proprio per questo molti ritengono che presto questo intervento sarà effettuato, magari in occasione della messa a punto della legge di bilancio per il 2019.

Ormai è arrivato il momento di valutare le misure che sono state messe a punto dal Governo Renzi del 2017 e in particolare il nuovo Governo dovrà dare un giudizio sulla proroga dell’Ape sociale. Ma vediamo che cosa succederebbe con la revisione della legge Fornero.

Riequilibrare il sistema previdenziale

Uno degli obiettivi che si pone il nuovo Governo è quello di rimediare agli squilibri del sistema previdenziale italiano. Il nuovo esecutivo vorrebbe stanziare 5 miliardi per agevolare l’uscita dal mondo del lavoro di alcune categorie. L’intenzione sarebbe quella di favorire il raggiungimento dell’età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva, tenendo conto allo stesso tempo di coloro che svolgono attività usuranti.

Il Governo Conte dovrà adesso chiarire come verrà raggiunto questo obiettivo e se ci saranno delle penalità previste per chi decide di andare in pensione anticipata. A questo proposito ci potranno essere varie possibilità, fra le quali, per esempio, possiamo ricordare la proposta di introdurre dei tagli all’assegno pensionistico in maniera proporzionale in anticipo rispetto all’età di vecchiaia.

Sicuramente ci sarà un intervento per quanto riguarda la proroga dell’opzione donna, in modo che le donne possano andare in pensione a 57 anni con 35 anni di contributi. Tutto verrà rapportato anche a quanto consentiranno di attuare le risorse disponibili dalle finanze pubbliche.

L’introduzione del reddito di cittadinanza

Il Movimento 5 Stelle ha sempre portato avanti la causa dell’introduzione del reddito di cittadinanza, per dare un sostegno ai cittadini che si trovano in condizioni economiche difficili. Si tratterebbe di un sussidio pari a 780 euro al mese. Il beneficiario deve però impegnarsi ad accettare le offerte di lavoro che provengono dai centri per l’impiego. Ecco perché il nuovo Governo pensa anche ad investire 2 miliardi di euro per riorganizzare i centri per l’impiego.

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Pensioni quota 100: perché ci costerà 15 miliardi https://www.inpensione.it/riforma-pensioni/pensioni-quota-100-15-miliardi_369.html Tue, 15 May 2018 09:57:43 +0000 https://www.inpensione.it/?p=369 Pensioni la quota 100

Quale quadro economico risulterebbe dall’introduzione delle pensioni quota 100: secondo gli esperti il tutto ci costerà 15 miliardi di euro.

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Pensioni la quota 100

Sempre più notizie riguardano l’introduzione delle pensioni quota 100. È anche questo uno degli argomenti che potrebbero rientrare nell’ancora incerto governo M5S-Lega. Il meccanismo quota 100 tiene in considerazione l’età anagrafica e i contributi, come fattori fondamentali per poter andare in pensione.

Ma non tutti sono convinti della validità di questo tipo di calcolo. C’è chi avanza molti dubbi al riguardo e chi considera come le pensioni quota 100 potrebbero rappresentare un vero e proprio disastro in termini economici.

Secondo Stefano Patriarca, che è stato per lungo tempo consulente di Palazzo Chigi proprio in tema di previdenza, l’introduzione del meccanismo quota 100 per le pensioni potrebbe costarci veramente caro.

Le considerazioni di Stefano Patriarca

Patriarca ha detto chiaramente che le pensioni quota 100 potrebbero costare all’Italia 11,5 miliardi nel 2019. Nel tempo ci sarebbe addirittura un aumento, visto che l’esperto ha calcolato per il terzo anno una spesa di 15 miliardi. Gli interventi che il nuovo possibile governo preannuncia sulla riforma Fornero potrebbero essere molto significativi, se pensiamo che soltanto nel 2017 l’INPS ha liquidato circa 290 mila pensioni soltanto per i lavoratori privati.

Con lo stravolgimento della riforma Fornero ci sarebbe anche la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi, senza considerare l’età. Tutto questo comporterebbe una spesa di 12,3 miliardi, che potrebbero aumentare a 16 quando la legge entrerà a regime. In totale in 10 anni si potrebbe arrivare ad un costo di 150 miliardi di euro.

Gli altri provvedimenti collegati alle pensioni

Ma il quadro economico risulterebbe ancora più variegato per l’introduzione di altri eventuali provvedimenti. Pensiamo per esempio alla Flat Tax 2 aliquote, che potrebbe costare fino a 45-50 miliardi. Tutto questo potrebbe comportare un alleggerimento che interesserebbe circa il 40% delle famiglie.

Inoltre poi dobbiamo considerare anche l’eventuale applicazione del reddito di cittadinanza e il provvedimento che andrebbe ad annullare l’aumento dell’Iva, per un totale di 12,5 miliardi. Tutto ciò comporterebbe una spesa per le famiglie, che è stata calcolata come pari a 242 euro a nucleo familiare.

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Il Conto Corrente N26 è l’ideale per i pensionati? La recensione https://www.inpensione.it/conto-corrente/conto-corrente-n-26-pensionati_314.html Tue, 10 Apr 2018 15:05:11 +0000 https://www.inpensione.it/?p=314

Il Conto Corrente N26 è adatto a tutti, anche a pensionati, è facile da usare ed è sicuro. Vediamo in questa pagina una recensione completa del conto, le caratteristiche principali e l'effettiva convenienza.

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Da un po’ di tempo si parla molto di Conto Corrente N26, il Conto di Banca 26 che ha come obiettivo quello di cambiare radicalmente il rapporto fra banca e risparmiatore, a tutto vantaggio di quest’ultimo. Nelle prossime righe cercheremo di capire se si tratta di un prodotto utile anche per i pensionati, ma prima è forse sarggio illustrare brevemente di cosa stiamo parlando, nello specifico.

Conto Corrente 26: cos’è e quali sono le sue caratteristiche

Banca N26 è una realtà piuttosto giovane (è attiva dal 2013) e soprattutto è gestita da giovani, due ragazzi austriaci che hanno meno di 40 anni. In meno di 3 anni l’istituto, nato originariamente per operare solo come app per tener conto delle transazioni, è diventato una vera e propria banca virtuale, operante in tutta Europa. Dal 2018 è sbarcata anche in Italia.

Il prodotto di punta di Banca N26 è proprio il conto corrente omonimo; le ragioni di tanta fortuna sono facilmente comprensibili dallo schema riassuntivo che segue:

  • il conto è a zero spese e può essere aperto in meno di 10 minuti online, semplicemente scaricando l’app di Banca N26;
  • appena attivato, riceverai una Mastercard che ti permetterà di disporre del tuo denaro in qualsiasi parte del mondo, quando vuoi e come vuoi;
  • I prelievi sono gratuiti da qualsiasi ATM presente in Italia e nella zona euro; una vera e propria rivoluzione se si pensa alle somme non proprio popolari che bisogna pagare ogni volta che si prelevano dei soldi all’estero da un tradizionale conto corrente;
  • I bonifici sono gratuiti;
  • È possibile inviare denaro all’estero sulla falsariga di servizi come quelli di Western Union o Money Gram, ma nella piena sicurezza di non condividere i propri dati con nessun operatore allo sportello;
  • Ogni transazione verrà notificata sul tuo cellulare in tempo reale, cosicché potrai tenere sempre sott’occhio tutti i movimenti, evitando di ricevere brutte sorprese;
  • All’interno dell’app di Banca N26 è possibile “taggare” le diverse transazioni, separando ad esempio le spese per le bollette da quelle del mutuo, e queste da quelle delle paghette per i nipoti.

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Conto Corrente N26 per pensionati: a costo zero

La prima ragione per cui un pensionato potrebbe considerare di aprire Conto N26 è quindi la sua duttilità e onnicompresività. Il successo di Conto N26 si deve soprattutto alla sua capacità di adattarsi a qualsiasi esigenza di qualsiasi cliente, ovvero di proporre tutto quello che un conto può proporre, a costo zero e senza ulteriori “optional”.

Gestione del conto tramite chat, e-mail o telefono

Per di più, il conto è interamente gestibile dal cellulare: questo significa nessuna coda in banca e nessuno spostamento da casa per ragioni futili, con conseguente possibilità di godersi la pensione e la compagnia dei propri cari. Ciò non vuol dire che il servizio clienti sia inesistente. Al contrario: è attivo h24 e raggiungibile tramite chat, e-mail o telefono.

Iban e accredito della pensione

Ovviamente, essendo un conto corrente a tutti gli effetti, il N26 dispone anche di un Iban, e ciò significa che potrai utilizzarlo per richiedere l’accredito della pensione. Molti pensionati si trovano nella seccante situazione di avere tanti conti diversi per quante sono le operazioni da eseguire: uno per l’accredito della pensione, uno per la gratuità delle spese, uno per accumulare piccoli risparmi. Ebbene, su conto N26 puoi fare tutto ciò grazie a un’unica soluzione.

I prelievi

Veniamo ai prelievi. Non solo quando ci troviamo all’estero, ma anche in Italia spesso capita di non poter prelevare in piena libertà o perché non è presente un ATM della nostra banca nei paraggi o perché, se presente, questo prevede delle commissioni. Con Conto N26 potrai invece finalmente prelevare senza troppi patemi d’animo sia dall’ATM ubicato a 20 metri da casa tua, sia in quello presente nel resort di villeggiatura dove passi le rituali vacanze estive.

Inviare denaro

Infine, veniamo all’invio di denaro. Molti pensionati hanno un figlio o un nipote che per qualche ragione risiede o lavora all’estero, e sicuramente molti dei nostri lettori saranno ben consapevoli del fatto che – quando si vogliono inviare dei soldi – la spesa dell’operazione può risultare proporzionalmente troppo elevata per la quantità di denaro che che si desidera trasferire. Da questo punto di vista, Banca N26 garantisce di essere – per citare l’azienda – “fino a 6 volte più conveniente di una banca tradizionale“.

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Giudizi finali: Per riassumere e concludere

In definitiva, da quanto detto sopra sarà risultato evidente che forse il Conto Corrente N26 non è davvero quella rivoluzione che si prefiggeva di diventare, ma ha dalla sua il grande vantaggio di raccogliere in un unico prodotto tanti piccoli servizi che altri istituti di credito non prevedono, o che prevedono in maniera parziale.

Da questo punto di vista potrebbe essere una buona scelta per quel risparmiatore, anche se pensionato, che ha desiderio di avere i suoi risparmi sempre a portata di smartphone.

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INPGI, l’istituto di previdenza per i giornalisti, come funziona https://www.inpensione.it/enti-previdenziali/inpgi_213.html Mon, 30 Oct 2017 21:43:06 +0000 https://www.inpensione.it/?p=213

L'INPGI è l'istituto di previdenza per i giornalisti, scopriamo in questo articolo come funziona e quali sono i vantaggi che si hanno nel far parte di questo ente.

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L’INPGI è l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, cui devono iscriversi tutti i giornalisti regolarmente iscritti all’Albo, anche se esercitano la libera professione; non c’è dunque obbligo di subordinazione e l’obbligo di iscrizione vale anche per i praticanti. Si tratta di una cassa previdenziale professionale alla quale i giornalisti versano i loro contributi non soltanto a fini pensionistici ma anche a sostegno del reddito (nei casi, ad esempio, di cassa integrazione) o per la maternità.

Il primo pagamento all’INPGI deve avvenire entro il primo anno dall’iscrizione all’Albo, e ammonterà ad una percentuale sulla base dei guadagni; in ogni caso non deve essere inferiore ad una quota stabilita da regolamento.

Chi deve iscriversi all’INPGI

Nella categoria dei giornalisti pubblicisti coloro che devono iscriversi all’INPGI sono:

  • quelli che intrattengono rapporti di lavoro subordinato a carattere giornalistico, sia presso aziende private che enti pubblici;
  • quelli che  svolgono l’attività da liberi professionisti, cioè in maniera autonoma per una o poi società pubbliche o private. Rientrano in questa dicitura anche i giornalisti che svolgono anche altre professioni in ambiti diversi.

Riassumendo, che si lavori con partita IVA, con ritenuta d’acconto o con contratto di cessione dei diritti d’autore, l’iscrizione all’INPGI è obbligatoria.

Non sono invece tenuti a sottoscriverla i giornalisti pubblicisti che svolgono altra attività. Ad esempio, se  si è iscritti all’Albo ma si lavora fattualmente come avvocati o docenti (sono casi piuttosto usuali) l’iscrizione non è dovuta, perché si verseranno già i contributi all’ente previdenziale di riferimento. Questo, ovviamente, nel caso in cui si sia abbandonata del tutto l’attività giornalistica e non la si eserciti con nessuna tipologia di contratto.

Gestione principale INPGI

La suddivisione interna dell’INPGI è molto simile a quella dell’INPS. Esiste infatti anche qui una gestione principale alla quale afferiscono coloro che hanno un contratto di lavoro subordinato e i giornalisti che hanno contratti Cococo e Cocopro (Collaborazione continuata e continuativa e a progetto).

L’aliquota da versare corrisponde al 36,32% dell’imponibile, di cui l’ 8,79% a carico del giornalista e il 27,54% a carico del datore di lavoro. Periodicamente l’Inpigi aggiorna le aliquote contributive.

Gestione separata

Chi invece fa il giornalista con la modalità di lavoratore autonomo deve iscriversi alla Gestione Separata. I contributi in questo caso prevedono:

  • una quota soggettiva che deve essere versata dal giornaliste ammonta al 10% dei redditi netti maturati;
  • una quota integrativa versata dal committente al giornalista per singola prestazione e che corrisponde al 2% del pagamento lordo;
  • una quota annuale volta ai contributi per la maternità.

Il versamento dei contributi minimi deve essere fatto solitamente entro la fine di settembre di ogni anno. Per il 2017, ad esempio, la data di scadenza era prevista al 30 settembre, così come dovrebbe esserlo anche per il 2018.

Contributi figurativi e volontari

Quelli analizzati sino ad ora sono contributi obbligatori, ma esistono anche accrediti cui l’iscritto ha diritto in particolari circostanze. Rientrano in questa tipologia i contributi figurativi, che devono essere accreditati per periodi connessi al rapporto lavorativo durante il quale però non si è svolta alcuna attività.

Rientrano in questa casistica quindi i periodi di aspettativa per ricoprire cariche pubbliche elettive o sindacali provinciali o nazionali, il servizio militare, il congedo di maternità o paternità (astensione obbligatoria) e i congedi parentali (astensione facoltativa). In questo caso deve essere l’interessato a fare formale richiesta.

I contributi figurativi sono invece accreditati d’ufficio, ma per un lasso di  tempo non superiore ai 5 anni dell’intera vita contributiva del giornalista, se l’iscritto ha ottenuto indennità di disoccupazione, integrazioni salariali e assistenza antitubercolare.

I contributi volontari sono invece versati direttamente dal giornalista iscritto all’INPGI quando si interrompe il rapporto di lavoro giornalistico. L’iscritto presenta infatti la domanda con cui richiede la possibilità di proseguire l’assicurazione  con onere a suo carico, in modo da poter conservare i diritti derivati da questa e raggiungere i requisiti necessari a fini pensionistici. L’importo volontario deve essere versato entro il 31 dicembre e ammonta alla contribuzione versata nell’ultimo anno.

Requisito fondamentale è rimanere iscritti all’Albo e avere almeno 12 contributi mensili obbligatori nell’ultimo quinquennio, cioè ovvero almeno 5 anni (60 contributi mensili) di contributi obbligatori in qualunque epoca.

Possiamo equiparare questo tipo di contributo a quelli obbligatori, tuttavia è utile sottolineare una differenza non da poco: i benefit riguardano l’assicurazione invalidità, vecchiaia e superstiti (I.V.S.), ma non possono mai avere come oggetto l’assicurazione per la disoccupazione. Inoltre non è possibile farne richiesta se al contempo si versano contributi ad un altro ente previdenziale.

Contributi da riscatto

Versare il contributo da riscatto consente all’iscritto all’INPGI di regolarizzare alcuni periodi precedenti all’attuale attività giornalistica. Questo tipo di contributo è equiparato in toto a quello obbligatorio, sia per quanto concerne i diritti che relativamente alla pensione.

I periodi riscattabili sono:

  • studio universitario, corrispondente alla durata dei corsi, dopo il quale siano stati conseguiti diploma universitario, diploma di laurea, diploma di specializzazione o dottorato di ricerca;
  • lavoro svolto precedentemente all’iscrizione presso l’INPGI e per il quale siano stati versati contributi ad altri enti previdenziali.

Se il giornalista non intende avvalersi della ricongiunzione né del riscatto dei contributi versati presso altri enti (i costi non sono irrisori, seppur possono essere detratti in sede di IRPEF), può comunque farli valere gratuitamente per il raggiungimento del diritto alla pensione, tralasciando lo scopo della misura. In breve, al compimento dell’età utile verranno sommati gli anni di contribuzione versati ai due o più enti e il giornalista potrà richiedere la pensione di vecchiaia. Si avranno praticamente due pensioni, e la misura di ciascuna sarà erogata dall’ente di competenza in maniera proporzionale ai contributi lì versati.

Altre prestazioni

Come abbiamo accennato all’inizio, l’INPGI si occupa di pensioni, disoccupazione, cassa integrativa e assicurazione contro gli infortuni; i servizi però non finiscono qui.

L’INPGI mette infatti a disposizione degli iscritti anche la concessione di case in locazione, nei casi di trasferimento per lavoro o sfratto esecutivo (tranne se per morosità); maggior carico familiare e anni di contribuzione presso l’INPGI costituiscono titoli di preferenza.

L’Ente eroga anche prestiti, con misure differenti in base al soggetto richiedente:

  • i giornalisti praticanti (con almeno sei mesi di contributi INPGI) possono richiedere fino a 7.000€;
  • i giornalisti in attività  hanno diritto a presentare domanda fino a 30.000€;
  • i giornalisti pensionati fino a 30.000€ a condizione  che la rata mensile non superi il quinto della pensione mensile lorda per somme fino a 20.200€, il quarto per prestiti di importo superiore.

Infine, l’INPGI si occupa anche di prestazioni integrative. Fanno parte di questa categoria le erogazioni straordinarie, concesse ai iscritti che si trovino in condizioni di particolare necessità, i contributi volti al pagamento della retta presso case di riposo, e l’assegno di super-invalidità, erogato nei casi in cui il giornalista pensionato non sia autosufficiente e necessiti pertanto di assistenza continua e permanente.

Sedi e uffici

La presenza dell’INPGI in Italia è piuttosto capillare, e oltre alle sedi centrali a Roma (ce ne sono due, una in via Nizza, l’altra in Piazza Apollodoro), ci sono tutta un’altra serie di uffici sparsi in lungo e in largo sulla nostra penisola: Torino, Milano, Bologna e Napoli sono solo alcune delle sedi. Per maggiori informazioni invitiamo a consultare il sito ufficiale.

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Fondazione Enasarco, come funziona la cassa previdenziale agenti e rappresentanti https://www.inpensione.it/enti-previdenziali/fondazione-enasarco_55.html Tue, 24 Oct 2017 16:12:34 +0000 http://www.inpensione.it/?p=55 Enasarco

Informazioni e guida alla Fondazione Enasarco: che cos'è, chi si deve iscrivere, che prestazioni propone.

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Enasarco

L’Enasarco è l’Ente nazionale di assistenza pensionistica per agenti e rappresentanti di commercio. In sostanza, è un po’ come se fosse l’INPS, ma riferita esclusivamente a questa categoria di lavoratori. Si tratta di un’assistenza che è integrativa rispetto all’INPS, che dunque dev’essere sottoscritta in maniera obbligatoria anche da agenti di commercio e rappresentanti. Alla fine, in sostanza, queste categorie di lavoratori finiranno per avere una doppia cassa integrativa: una fornita dalla classica Inps, l’altra, invece, fornita dalla già citata Enasarco.

Detto questo, come funziona Enasarco? Chi deve versare i contributi e che servizi sono offerti?

Enasarco, chi deve iscriversi?

Devono essere necessariamente iscritti all’Enasarco tutti gli agenti ed i rappresentanti di commercio, così come previsto dagli articoli 1742 e 1752 del codice civile, operanti sul territorio italiano per conto di aziende italiane o straniere, a condizione che queste ultime abbiano una sede o una dipendenza nel nostro paese. Sono inoltre obbligati ad iscriversi all’Enasarco, anche gli agenti di commercio italiani che lavorano all’estero per conto di aziende italiane.

Allo stesso modo, devono iscriversi tutti gli agenti di commercio che hanno deciso di aprire partita IVA ed operare in maniera autonoma o sotto forma di società di servizi, ma non legati da alcun contratto di subordinazione con l’azienda committente.

Tabella iscritti Enasarco

Ecco un riepilogo, in tabella, di chi è obbligato ad iscriversi all’Enasarco:

Agenti / Rappresentanti che operano in Italia per conto di aziende italiane o straniere
Agenti / Rappresentanti che operano all’estero per conto di aziende italiane
Agenti autonomi

Come funziona l’iscrizione all’Enasarco?

Gli iscritti Enasarco devono versare dei contributi in un fondo comune. I contributi Enasarco sono calcolate sulle somme che l’agente o il rappresentante di commercio hanno ricevuto, a qualsiasi titolo. Nel conteggio possono rientrare, dunque:

  • le provvigioni che sono state maturate;
  • le somme che vengono corrispo­ste come rimborso spese;
  • i premi di produzione;
  • tutte le indennità di mancato preavviso;
  • in generale qualunque altra somma che l’agente riceve per il suo servizio.

Sono invece escluse le somme che sono anticipate dall’agente per nome e per conto dell’azienda committente.

Prestazioni Enasarco

Enasarco offre principalmente due prestazioni agli agenti e ai rappresentanti che sono iscritti:

  1. pensione di vecchiaia
  2. rendita contributiva

La pensione di vecchiaia, come di consueto accade già per gli autonomi, oppure per i dipendenti sia del settore privato che pubblico, viene erogata dal momento in cui si raggiunge una certa età anagrafica, o quando si sono versati un certo numero di contributi minimi: nel 2017 si parla di 20 anni di contributi e un’età anagrafica di 62 anni per le donne, 65 per gli uomini. La pensione Enasarco è aggiuntiva ed integrativa rispetto a quella dell’Inps.

A proposito di pensione, dal 2017 è possibile anche usufruire della pensione anticipata Enasarco, al momento prevista solo per gli uomini ma dal 2021 disponibile anche per le donne.

Tutti gli agenti di commercio che sono iscritti all’ente sin dal dal 1° gennaio 2012 potranno, una volta raggiunti i 65 anni e solo dal 2020 in poi, ricevere una rendita reversibile che viene calcolata usando il metodo contributivo ridotto del 2% per ogni anno che ancora manca al raggiungimento della quota 90, tranne se i soggetti in questione non decidano di versare i contributi in maniera autonoma. La rendita può essere ricevuta solo se l’agente di commercio ha almeno 5 anni di anzianità contributiva.

Si tratta di una opzione molto interessante che permette di ricevere una certa prestazione economica anche agli agenti che non hanno ancora raggiunto i 20 anni minimi di contribuzione per ricevere la pensione Enasarco.

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