INPGI, l’istituto di previdenza per i giornalisti, come funziona

L’INPGI è l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, cui devono iscriversi tutti i giornalisti regolarmente iscritti all’Albo, anche se esercitano la libera professione; non c’è dunque obbligo di subordinazione e l’obbligo di iscrizione vale anche per i praticanti. Si tratta di una cassa previdenziale professionale alla quale i giornalisti versano i loro contributi non soltanto a fini pensionistici ma anche a sostegno del reddito (nei casi, ad esempio, di cassa integrazione) o per la maternità.

Il primo pagamento all’INPGI deve avvenire entro il primo anno dall’iscrizione all’Albo, e ammonterà ad una percentuale sulla base dei guadagni; in ogni caso non deve essere inferiore ad una quota stabilita da regolamento.

Chi deve iscriversi all’INPGI

Nella categoria dei giornalisti pubblicisti coloro che devono iscriversi all’INPGI sono:

  • quelli che intrattengono rapporti di lavoro subordinato a carattere giornalistico, sia presso aziende private che enti pubblici;
  • quelli che  svolgono l’attività da liberi professionisti, cioè in maniera autonoma per una o poi società pubbliche o private. Rientrano in questa dicitura anche i giornalisti che svolgono anche altre professioni in ambiti diversi.

Riassumendo, che si lavori con partita IVA, con ritenuta d’acconto o con contratto di cessione dei diritti d’autore, l’iscrizione all’INPGI è obbligatoria.

Non sono invece tenuti a sottoscriverla i giornalisti pubblicisti che svolgono altra attività. Ad esempio, se  si è iscritti all’Albo ma si lavora fattualmente come avvocati o docenti (sono casi piuttosto usuali) l’iscrizione non è dovuta, perché si verseranno già i contributi all’ente previdenziale di riferimento. Questo, ovviamente, nel caso in cui si sia abbandonata del tutto l’attività giornalistica e non la si eserciti con nessuna tipologia di contratto.

Gestione principale INPGI

La suddivisione interna dell’INPGI è molto simile a quella dell’INPS. Esiste infatti anche qui una gestione principale alla quale afferiscono coloro che hanno un contratto di lavoro subordinato e i giornalisti che hanno contratti Cococo e Cocopro (Collaborazione continuata e continuativa e a progetto).

L’aliquota da versare corrisponde al 36,32% dell’imponibile, di cui l’ 8,79% a carico del giornalista e il 27,54% a carico del datore di lavoro. Periodicamente l’Inpigi aggiorna le aliquote contributive.

Gestione separata

Chi invece fa il giornalista con la modalità di lavoratore autonomo deve iscriversi alla Gestione Separata. I contributi in questo caso prevedono:

  • una quota soggettiva che deve essere versata dal giornaliste ammonta al 10% dei redditi netti maturati;
  • una quota integrativa versata dal committente al giornalista per singola prestazione e che corrisponde al 2% del pagamento lordo;
  • una quota annuale volta ai contributi per la maternità.

Il versamento dei contributi minimi deve essere fatto solitamente entro la fine di settembre di ogni anno. Per il 2017, ad esempio, la data di scadenza era prevista al 30 settembre, così come dovrebbe esserlo anche per il 2018.

Contributi figurativi e volontari

Quelli analizzati sino ad ora sono contributi obbligatori, ma esistono anche accrediti cui l’iscritto ha diritto in particolari circostanze. Rientrano in questa tipologia i contributi figurativi, che devono essere accreditati per periodi connessi al rapporto lavorativo durante il quale però non si è svolta alcuna attività.

Rientrano in questa casistica quindi i periodi di aspettativa per ricoprire cariche pubbliche elettive o sindacali provinciali o nazionali, il servizio militare, il congedo di maternità o paternità (astensione obbligatoria) e i congedi parentali (astensione facoltativa). In questo caso deve essere l’interessato a fare formale richiesta.

I contributi figurativi sono invece accreditati d’ufficio, ma per un lasso di  tempo non superiore ai 5 anni dell’intera vita contributiva del giornalista, se l’iscritto ha ottenuto indennità di disoccupazione, integrazioni salariali e assistenza antitubercolare.

I contributi volontari sono invece versati direttamente dal giornalista iscritto all’INPGI quando si interrompe il rapporto di lavoro giornalistico. L’iscritto presenta infatti la domanda con cui richiede la possibilità di proseguire l’assicurazione  con onere a suo carico, in modo da poter conservare i diritti derivati da questa e raggiungere i requisiti necessari a fini pensionistici. L’importo volontario deve essere versato entro il 31 dicembre e ammonta alla contribuzione versata nell’ultimo anno.

Requisito fondamentale è rimanere iscritti all’Albo e avere almeno 12 contributi mensili obbligatori nell’ultimo quinquennio, cioè ovvero almeno 5 anni (60 contributi mensili) di contributi obbligatori in qualunque epoca.

Possiamo equiparare questo tipo di contributo a quelli obbligatori, tuttavia è utile sottolineare una differenza non da poco: i benefit riguardano l’assicurazione invalidità, vecchiaia e superstiti (I.V.S.), ma non possono mai avere come oggetto l’assicurazione per la disoccupazione. Inoltre non è possibile farne richiesta se al contempo si versano contributi ad un altro ente previdenziale.

Contributi da riscatto

Versare il contributo da riscatto consente all’iscritto all’INPGI di regolarizzare alcuni periodi precedenti all’attuale attività giornalistica. Questo tipo di contributo è equiparato in toto a quello obbligatorio, sia per quanto concerne i diritti che relativamente alla pensione.

I periodi riscattabili sono:

  • studio universitario, corrispondente alla durata dei corsi, dopo il quale siano stati conseguiti diploma universitario, diploma di laurea, diploma di specializzazione o dottorato di ricerca;
  • lavoro svolto precedentemente all’iscrizione presso l’INPGI e per il quale siano stati versati contributi ad altri enti previdenziali.

Se il giornalista non intende avvalersi della ricongiunzione né del riscatto dei contributi versati presso altri enti (i costi non sono irrisori, seppur possono essere detratti in sede di IRPEF), può comunque farli valere gratuitamente per il raggiungimento del diritto alla pensione, tralasciando lo scopo della misura. In breve, al compimento dell’età utile verranno sommati gli anni di contribuzione versati ai due o più enti e il giornalista potrà richiedere la pensione di vecchiaia. Si avranno praticamente due pensioni, e la misura di ciascuna sarà erogata dall’ente di competenza in maniera proporzionale ai contributi lì versati.

Altre prestazioni

Come abbiamo accennato all’inizio, l’INPGI si occupa di pensioni, disoccupazione, cassa integrativa e assicurazione contro gli infortuni; i servizi però non finiscono qui.

L’INPGI mette infatti a disposizione degli iscritti anche la concessione di case in locazione, nei casi di trasferimento per lavoro o sfratto esecutivo (tranne se per morosità); maggior carico familiare e anni di contribuzione presso l’INPGI costituiscono titoli di preferenza.

L’Ente eroga anche prestiti, con misure differenti in base al soggetto richiedente:

  • i giornalisti praticanti (con almeno sei mesi di contributi INPGI) possono richiedere fino a 7.000€;
  • i giornalisti in attività  hanno diritto a presentare domanda fino a 30.000€;
  • i giornalisti pensionati fino a 30.000€ a condizione  che la rata mensile non superi il quinto della pensione mensile lorda per somme fino a 20.200€, il quarto per prestiti di importo superiore.

Infine, l’INPGI si occupa anche di prestazioni integrative. Fanno parte di questa categoria le erogazioni straordinarie, concesse ai iscritti che si trovino in condizioni di particolare necessità, i contributi volti al pagamento della retta presso case di riposo, e l’assegno di super-invalidità, erogato nei casi in cui il giornalista pensionato non sia autosufficiente e necessiti pertanto di assistenza continua e permanente.

Sedi e uffici

La presenza dell’INPGI in Italia è piuttosto capillare, e oltre alle sedi centrali a Roma (ce ne sono due, una in via Nizza, l’altra in Piazza Apollodoro), ci sono tutta un’altra serie di uffici sparsi in lungo e in largo sulla nostra penisola: Torino, Milano, Bologna e Napoli sono solo alcune delle sedi. Per maggiori informazioni invitiamo a consultare il sito ufficiale.