In Pensione https://www.inpensione.it Fri, 14 Dec 2018 05:46:47 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.1 Elenco Lavori Usuranti 2019 per la Pensione https://www.inpensione.it/ape/elenco-lavori-usuranti_466.html Thu, 13 Dec 2018 15:43:25 +0000 https://www.inpensione.it/?p=466 Elenco Lavori Usuranti

Elenco completo ed aggiornato dei lavori usuranti ai fini della pensione. Aggiornamento 2018.

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Elenco Lavori Usuranti

Quali sono i lavori usuranti che permettono di richiedere l’APE, ovvero l’Anticipo Pensionistico?

Elenco 2019 lavori usuranti

Di seguito la lista dei lavori usuranti 2019, così come previsto dalla legge di stabilità 2019 e dal decreto ministeriale attuativo.

Questi lavori sono legati alla pensione anticipata così come stabilito dalla Legge Fornero, che fa riferimento al d.lgs 67 2011.

Lavori particolarmente pesanti e gravosi

Di seguito 14 categorie di lavori che rientrano all’interno della categoria di impieghi pesanti e gravosi.

  • acconciatori di pelli e pellicce;
  • operatori dei servizi di pulizia;
  • spostamento merci;
  • facchini;
  • conducenti di camion e di mezzi pesanti;
  • conducenti dei treni;
  • personale viaggiante;
  • guidatori di gru;
  • guidatori di macchinari per la perforazione;
  • infermieri o ostetriche che operano su turni;
  • maestri di asili nido e della scuola dell’infanzia;
  • operai edili come i muratori;
  • operatori ecologici e, in generale, chi si occupa della separazione e della raccolta dei rifiuti;
  • chi è addetto all’assistenza di persone non autosufficienti;

In aggiunta ci sono 4 nuove categorie che sono state previste dalla scorsa legge di stabilità:

  • lavoratori marittimi;
  • pescatori;
  • operai agricoli;
  • operai industria siderurgica.

Lavori usuranti

Di seguito, invece, la lista dei cosiddetti “lavori usuranti” così come previsto dalla legge italiana:

  • lavoratori che svolgono i turni di notte lungo tutto l’anno;
  • lavoratori che svolgono impieghi particolarmente usuranti, come ad esempio chi lavora:
  • in gallerie, per gli addetti all’avanzamento delle stesse;
  • cave, sia di pietra che di materiale ornamentale;
  • miniere, anche in sotterraneo;
  • all’interno dei cassoni ad aria compressa;
  • palombari;
  • ad alte temperature, ma solo nel caso in cui non è possibile adottare delle misure di prevenzione. Rientrano in questa categoria, ad esempio, gli addetti alle fonderie di seconda fusione, i refrattaristi, gli addetti alle operazioni di colata manuale;
  • il vetro cavo, come i soffiatori;
  • in spazi ristretti, in maniera particolare nelle attività di costruzione, di riparazione e di manutenzione navale, oltre che chi lavora in pozzetti, intercapedini e doppi fondi;
  • lavoratori a stretto contatto con l’amianto.

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Pensioni senza contributi: come fare per averla https://www.inpensione.it/contributi-pensione/pensioni-senza-contributi-come-fare-per-averla_503.html Fri, 19 Oct 2018 14:23:01 +0000 https://www.inpensione.it/?p=503 Pensione senza contributi

Come sappiamo, la pensione senza contributi è completamente diversa dalla classica pensione contributiva. Questa infatti, si ottiene dopo un regolare versamento dei contributi. Ad oggi, la regolamentazione vigente, permette attraverso la regolare contribuzione di accedere a tre tipi di pensione: Contributiva: serve di aver versato un minimo di 5 anni di contributi e avere un’età […]

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Pensione senza contributi

Come sappiamo, la pensione senza contributi è completamente diversa dalla classica pensione contributiva. Questa infatti, si ottiene dopo un regolare versamento dei contributi. Ad oggi, la regolamentazione vigente, permette attraverso la regolare contribuzione di accedere a tre tipi di pensione:

  • Contributiva: serve di aver versato un minimo di 5 anni di contributi e avere un’età che sia di almeno 70 anni e 7 mesi.
  • Di vecchiaia ordinaria: Aver versato 20 anni di contributi e aver compiuto almeno 66 anni e 7 mesi (15 in casi particolari.
  • Anticipata: aver versato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi. In questo caso non sono previsti limiti di età.

Vi sono alcuni casi in cui il discorso cambia. Sono quelli che prevedono la possibilità di accedere alla pensione senza aver mai versato alcun contributo. Andiamo a vedere come si possa arrivare ad ottenere la pensione senza contributi.

Pensione senza contributi: i requisiti da possedere

Prima di capire come fare per presentare la domanda per la pensione senza contributi, bisogna scoprire se si è idonei a poterla fare. Quali sono i requisiti per poterla ottenere? Ecco qua le casistiche che permettono a chi vi rientra, di ottenere il trattamento pensionistico senza aver versato alcun contributo:

  • In caso di invalidità: il soggetto deve essere dichiarato invalido al 100% ed essere non autosufficiente. In questo caso potrà ottenere l’assegno di accompagnamento. I casi più particolari, parliamo di persone non vedenti, sorde e talassemiche, vengono trattati secondo regole diverse.
  • Non c’è invalidità ma l’età è pari o superiore a 66 anni e 7 mesi: se l’interessato presenta questi due requisiti, e non supera determinati limiti di reddito, avrà la possibilità di accedere all’assegno sociale.
  • Soglia di povertà: nel caso in cui un soggetto non rientri in nessuna delle due precedenti casistiche, ma versi in uno stato di assoluta povertà, avrà la possibilità di accedere ad un sussidio. Si tratta del Rei ( o reddito d’inclusione). Il Rei, però, non è una vera e propria pensione, in quanto non è un vitalizio e ha la durata massima di 18 mesi.

Vediamo come richiedere il trattamento pensionistico.

Pensione senza contributi: come richiederla

La pensione senza contributi, altro non è che l’assegno sociale, il quale viene erogato alle persone che per qualche ragione non hanno avuto modo di versare i contributi necessari per accedere alla pensione classica. Gli importi dell’assegno e il suo ottenimento sono regolamentati da sbarramenti predefiniti. Trattasi dei requisiti minimi che abbiamo visto nei tre punti precedenti. Ognuno di questi presenta delle diversificazioni in base ai casi specifici.

Per quanto riguarda invece la presentazione della domanda, qualsiasi sia il motivo per cui si è idonei ad ottenere l’assegno sociale, essa andrà presentata presso l’INPS. Tale ente, sarà quello che si occuperà di accogliere le domande e fare le dovute valutazioni. Dopo aver verificato che la persona sia idonea a poter ottenere la pensione senza contributi, sarà l’INPS a comunicare alla persona l’avvenuta accettazione della domanda. A questo punto non resterà che attendere ogni mese l’arrivo dell’assegno sociale.

In questo periodo, con le varie modifiche che sono entrate nel discorso della riforma pensionistica, molte cose sono cambiate.

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Il muratore è un lavoro usurante? Pensione anticipata muratori https://www.inpensione.it/ape/muratore-lavoro-usurante-pensione-anticipata_456.html Mon, 11 Jun 2018 08:53:35 +0000 https://www.inpensione.it/?p=456 Il muratore è un lavoro usurante? Pensione anticipata muratori

Il muratore è un lavoro usurante? Vediamo che cosa dice la legge in merito a questo lavoro e, dunque, alle opportunità di anticipo pensionistico.

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Il muratore è un lavoro usurante? Pensione anticipata muratori

Quando si parla di pensione anticipata, le principali categorie di lavoratori che possono andare in pensione prima del tempo sono quelle dei lavoratori usuranti. Il lavoro da muratore è uno dei più pesanti in assoluto, ma è considerato lavoro usurante ai fini pensionistici?

Muratore e lavoro usurante, cosa dice la legge

Secondo le legge pensionistica attuale, possono andare in pensione, tra gli altri, anche gli operai dell’edilizia, tra i quali rientrano anche i muratori.

Per questo motivo possiamo dire che sì, il muratore è considerato un lavoro usurante.

Perché il muratore è considerato usurante come lavoro?

Questo lavoratore dell’edilizia si occupa di prestare il suo lavoro ai fini della costruzione di edifici, come case, palazzo o infrastrutture in genere. Oltre a questo, può operare su gallerie, strade e ponti, tra gli altri.

Il lavoro è principalmente di manodopera “pesante”, nel senso che deve operare con materiali più o meno ingombranti o di un certo peso, come mattoni e cemento, calce, gessi e malte premiscelate tra gli altri.

Con l’edilizia leggera il lavoro del muratore potrebbe diventare un po’ meno pesante rispetto al passato, ma da un punto della legge e della pensione, rimane comunque usurante, pertanto autorizzato ad andare in pensione prima del tempo.

Inoltre, il muratore deve saper operare con i macchinari che sono usati di solito nelle opere dei cantieri. Tra le conoscenze che deve avere, oltre che le nozioni di edilizia e di fisica di base (ovviamente, in maniera empirica), deve conoscere necessariamente anche le caratteristiche dei materiali che sono da usare all’interno dei lavori.

Inoltre, è fondamentale che conosca tutti i parametri per mettere in sicurezza un’opera edilizia.

APE anticipata per il muratore, in cosa consiste?

I muratori che vogliono andare in pensione prima del tempo possono far riferimento all’Ape (Anticipo Pensionistico).

Per poter andare in pensione prima, tuttavia, il muratore dovrà attendere il raggiungimento dei 63 anni di età; l’anticipo potrà essere al massimo di 43 mesi.

L’Ape anticipata muratori sarà gratuita, nel senso che le rate pensionistiche dell’anticipo sono pagate direttamente dallo stato, ma fino ad un livello di reddito pari a 1.200 euro netti (ovvero 1.500 euro lordi).

Per tutti i muratori che puntano ad un’Ape più elevata, la differenza tra il minimo garantito dallo stato e l’importo finale dovrà essere versata dal muratore stesso.

Non bisogna dimenticare che l’Ape agevolato viene offerto dal governo per garantire ai muratori, in questo caso, un reddito ponte nell’attesa del raggiungimento dell’età pensionistica “definitiva”.

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Quanti anni di lavoro servono per andare in pensione? https://www.inpensione.it/riforma-pensioni/quanti-anni-di-lavoro-servono-per-andare-in-pensione_431.html Wed, 30 May 2018 08:28:42 +0000 https://www.inpensione.it/?p=431 Pensione senza contributi

Quanti anni si deve lavorare prima di andare in pensione: cosa succede con la pensione di vecchiaia, con l’Ape Volontario e con la Quota 41.

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Pensione senza contributi

Quanti anni di lavoro servono per andare in pensione? Attualmente si può andare in pensione a qualsiasi età. L’unico requisito richiesto è avere maturato un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi e di 41 anni e 10 mesi per le donne. La situazione è destinata a cambiare, già dal prossimo anno, quando ci sarà un adeguamento con le aspettative di vita, così come calcolate secondo l’INPS. Dall’1 gennaio 2019 i contributi passeranno a 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne.

Si può andare in pensione anticipata?

In base alla normativa in vigore, si può anche andare in pensione anticipata. Questo accade per esempio per quelle categorie di lavoratori che svolgono un’attività particolarmente usurante. Il lavoratore, quindi, indipendentemente dall’età, come abbiamo detto sopra, può andare in pensione dopo aver maturato una determinata anzianità contributiva.

È da tenere presente che si può andare in pensione anche con 20 anni di contributi versati, se si ha un’età di 66 anni e 7 mesi, che diventeranno 67 anni a partire dal prossimo anno. È la cosiddetta pensione di vecchiaia.

Coloro che sono disoccupati e invalidi civili al 74% oppure coloro che assistono parenti di primo grado con gravi disabilità hanno la possibilità di andare in pensione dopo 30 anni, purché abbiano 63 anni di età. Si può andare in pensione in caso di lavoro particolarmente gravoso, se si hanno 36 anni di contributi.

Cosa succede con l’Ape Volontario

Con l’Ape Volontario si può smettere di lavorare, se si ha un’anzianità contributiva di 20 anni. L’unico requisito richiesto è che manchino meno di 3 anni e 7 mesi al raggiungimento delle condizioni per usufruire della pensione di vecchiaia.

Con l’Ape Volontario, tuttavia, per tutto il periodo che manca al raggiungimento di 66 anni e 7 mesi, il lavoratore avrà un prestito da parte di una banca. Quindi non avrà subito la pensione, ma si impegna a pagare il finanziamento ottenuto attraverso una decurtazione successiva sulla pensione di vecchiaia che percepirà.

Con la Quota 41 i lavoratori precoci possono andare in pensione dopo 41 anni. Requisito essenziale è costituito dall’aver lavorato per almeno 12 mesi prima di aver compiuto 19 anni. Inoltre si deve avere un’anzianità contributiva prima del 1995.

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Previdenza complementare rischiosa? In 6 punti, perché non conviene https://www.inpensione.it/fondi-pensione/previdenza-complementare-rischiosa-non-conviene_411.html Mon, 21 May 2018 09:47:33 +0000 https://www.inpensione.it/?p=411 Pensioni 2019

Perché la previdenza complementare può essere ritenuta rischiosa: quando conviene puntare tutto sul Tfr e i motivi per farlo.

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Pensioni 2019

La previdenza complementare costituisce un rischio? Oggi molti ricorrono alla costruzione di una previdenza integrativa, per essere sicuri di godere di un assegno non inferiore alla retribuzione. Tuttavia spesso non si considerano i pericoli che sono connessi a questa pratica. Aprire dei piani individuali pensionistici e delle polizze vita previdenziali può essere un’operazione che comporta qualche pericolo. Ma quali sono questi rischi a cui si può andare incontro? Perché non conviene optare per fondi di pensione complementare?

Perché è rischiosa la pensione integrativa

Nonostante l’opinione diffusa di molti, oggi chi si dedica all’apertura di una previdenza integrativa deve tenere conto di alcuni rischi e farebbe meglio quindi ad orientarsi verso altre pratiche, come per esempio la possibilità di usufruire del Tfr. Ecco perché la previdenza integrativa può essere pericolosa:

  1. non ha garanzie reali, soprattutto nei confronti dell’inflazione;
  2. è rischiosa perché è soggetta all’andamento del mercato finanziario;
  3. non è chiara perché i contribuenti non possono conoscere cosa i fondi a cui hanno aderito comprano o vendono e nemmeno i prezzi corrispondenti;
  4. è esposta agli imbrogli, poiché, non essendoci trasparenza, non è possibile scoprire eventuali operazioni non legittime;
  5. non è conveniente perché potrebbe costare molto e quindi i costi elevati non andrebbero a compensare il vantaggio fiscale;
  6. può essere esposta ai conflitti di interesse, visto che gli imprenditori possono influenzare le operazioni finanziarie per convogliare fino al 30% dei fondi verso determinate aziende che vogliono aiutare.

Vedi anche un diverso punto di vista per capire se effettivamente, guardando al futuro, la pensione complementare conviene e quanto si perderebbe se non si scegliesse  .

Perché conviene il Tfr

Il Tfr attualmente sembrerebbe essere una forma previdenziale più vantaggiosa rispetto alle pensioni integrative. Infatti il trattamento di fine rapporto è più sicuro, perché le somme che vengono messe da parte non scendono mai. Può essere considerato protettivo, perché è collegato all’inflazione, non comporta costi ulteriori, è trasparente, perché ci sono dei parametri ben precisi stabiliti dal Codice Civile. Inoltre il capitale del Tfr può essere convertito in una rendita vitalizia.

Può essere sbagliata anche l’affermazione, secondo la quale nel caso di un’azienda con meno di 50 dipendenti il Tfr rimane all’azienda stessa. Molti sostengono che in questo caso il lavoratore è quasi “obbligato” a scegliere i fondi complementari. Invece non è affatto così. Infatti vige la norma del silenzio assenso, perché in mancanza di dichiarazioni dell’interessato il Tfr finisce nella previdenza integrativa.

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Pensione anticipata dopo la disoccupazione https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/pensione-anticipata-dopo-disoccupazione_346.html Tue, 08 May 2018 10:05:40 +0000 https://www.inpensione.it/?p=346 Pensione anticipata dopo la disoccupazione

In che cosa consiste la pensione anticipata dopo la disoccupazione: quali requisiti si devono possedere ed entro quando presentare la domanda.

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Pensione anticipata dopo la disoccupazione

La pensione anticipata dopo la disoccupazione è una possibilità di cui si può usufruire in certe condizioni. Questo tipo di pensione spetta a chi ha almeno 63 anni e 30 anni di contributi versati oppure a coloro che hanno 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età. Il provvedimento prende il nome, nel primo caso, di APE sociale e, nel secondo caso, di pensione anticipata precoci.

APE sociale: come funziona

L’APE sociale è un assegno che viene mensilmente rilasciato a carico dello Stato e di cui possono usufruire coloro che escono anticipatamente dal lavoro, fino a quando raggiungono l’età pensionabile. Quest’ultima è costituita dal requisito d’età per la pensione di vecchiaia, che dal 2018 corrisponde a 66 anni e 7 mesi e dal 2019 sarà pari a 67 anni.

L’APE sociale può avere una durata massima di 3 anni e 7 mesi. Secondo le norme in vigore, l’assegno emesso dallo Stato è dello stesso importo della futura pensione. Tuttavia non può superare i 1.500 euro al mese. Per accedere all’APE sociale, i lavoratori devono possedere i seguenti requisiti:

  • devono aver compiuto 63 anni;
  • devono essere stati iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dell’INPS o alla gestione separata INPS;
  • devono cessare l’attività lavorativa e non devono essere titolari di pensione diretta.

Rientrano in tutte queste categorie coloro che hanno attraversato lunghi momenti di disoccupazione, gli addetti a lavori gravosi o coloro che si prendono cura di familiari disabili. È da ricordare che per gli addetti ai lavori gravosi sono necessari almeno 36 anni di contributi per accedere all’APE sociale, mentre per le altre categorie bastano 30 anni di contributi.

Inoltre le donne lavoratrici con figli possono avere uno sconto contributivo che corrisponde ad un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di due anni.

Pensione anticipata precoci per disoccupati: i requisiti

La pensione anticipata per i lavoratori precoci spetta a coloro che hanno versato 41 anni di contributi. I requisiti per ottenerla sono i seguenti:

  • si devono avere 12 mesi di contributi prima del compimento del 19esimo anno di età;
  • si deve essere iscritti alla previdenza obbligatoria prima del 1996;
  • si deve rientrare all’interno di particolari categorie. Si tratta di disoccupati che non percepiscono più la Naspi, di lavoratori che assistono un familiare disabile, di invalidi al 74% in su e di addetti a lavori usuranti.

Chi può richiederla?

Possono accedere a questo tipo di pensione anticipata i disoccupati che hanno perso l’impiego dopo un licenziamento, per le dimissioni o per effetto di risoluzione consensuale. Inoltre possono avere questa pensione anticipata se da almeno tre mesi non percepiscono la Naspi.

Per quanto riguarda invece coloro che trovano un nuovo lavoro, esiste la possibilità di accedere alla pensione anticipata? Fino all’anno scorso la pensione per i lavoratori precoci non veniva concessa a chi trovava un nuovo lavoro. Attualmente sussistono delle interpretazioni più larghe per quanto riguarda le norme in oggetto.

Infatti anche l’INPS ha confermato che questo beneficio può spettare anche a coloro che, dopo la disoccupazione, trovano un lavoro subordinato che non superi i 6 mesi. Inoltre il beneficio spetterebbe anche a coloro che, secondo i chiarimenti dell’INPS, tornino ad essere occupati per un massimo di 6 mesi anche con contratti di prestazione occasionale.

Per lavoratori autonomi disoccupati

I lavoratori autonomi disoccupati che hanno cessato la loro attività non possono accedere a questa pensione anticipata, a meno che non abbiano un’invalidità pari almeno al 74% o se si dedicano all’assistenza di un familiare disabile fino al secondo grado di parentela.

> Vedi anche l’articolo sulla Quota 41 per disabili e l’articolo sui requisiti per ottenere la Pensione Quota 41

Come e quando presentare domanda

Le domande di pensione anticipata precoci possono essere presentate ogni anno entro l’1 marzo. Le domande di APE sociale possono essere inviate entro il 15 luglio 2018. Per entrambi i tipi di domanda vale come termine ultime di presentazione il 30 novembre 2018, anche se è stato specificato dall’INPS che saranno accolte soltanto se saranno a disposizione delle altre risorse.

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Pensione Anticipata Enasarco: le novità 2017 https://www.inpensione.it/pensione-anticipata/pensione-anticipata-enasarco_59.html Tue, 24 Oct 2017 14:29:08 +0000 http://www.inpensione.it/?p=59 Pensione Anticipata Enasarco

Tutto sulla pensione anticipata Enasarco per agenti di commercio e rappresentanti: chi può fare richiesta? Che condizioni occorre rispettare?

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Pensione Anticipata Enasarco

Tutti gli iscritti alla gestione Enasarco per il 2017 potranno usufruire su delle interessanti novità per quanto riguarda la pensione anticipata. Da quest’anno, infatti, tutti gli agenti di commercio ed i rappresentati che sono iscritti all’ente Enasarco potranno andare in pensione prima rispetto al raggiungimento dell’età pensionabile classica.

Il vantaggio dell’andare in pensione prima è indubbiamente quello di avere più tempo per sé stessi e per la famiglia, si smette di lavorare e si può contare su un’entrata monetaria fissa derivante dalla pensione Enasarco, che si va ad aggiungere alla pensione Inps (ricordiamo che l’iscrizione all’Enasarco è obbligatoria ed aggiuntiva all’Inps, che dev’essere comunque fatta).

Pensione anticipata Enasarco 2017: come funziona?

A seconda della propria età anagrafica e degli anni di contributi che sono già stati versati, sarà possibile andare in pensione prima di uno o due anni, a condizione di accettare una riduzione dell’importo dell’assegno della pensione.

Requisiti pensione anticipata con Enasarco

I requisiti minimi richiesti agli agenti di commercio e ai commercianti per poter andare in pensione anticipata tramite l’Enasarco sono i seguenti:

  • età anagrafica minima: 65 anni
  • anzianità contributiva: 20 anni
  • raggiungimento della quota 90, calcolata come somma tra età anagrafica e anzianità contributiva

Da tenere presente che tutti coloro che decideranno di usufruire del pensionamento prima del tempo, dovranno subire una penalizzazione sull’importo dell’assegno della pensione.

La pensione anticipata con questo ente è prevista, al momento, solo per gli uomini: le donne dovranno attendere ancora fino al 2021.

Penalizzazione pensione anticipata Enasarco

Per la precisione, si parla di una penalizzazione pari al 5% sull’importo della pensione, per ogni anno in cui si anticipa il pensionamento rispetto all’età anagrafica consueta per la pensione di vecchiaia. A partire dal 2018, inoltre, per poter andare in pensione di vecchiaia bisognerà rispettare la quota 92 per gli agenti di commercio iscritti Enasarco.

Scatto di età della pensione di vecchiaia

Le novità 2017 in merito alla pensione anticipata per tutti gli agenti di commercio ed i rappresentanti che sono iscritti Enasarco va a bilanciare lo scatto dell’età di pensionamento che è richiesto, a partire da quest’anno, per tutti gli assicurati alla Fondazione stessa.

LEGGI ANCHE: guida alla Fondazione Enasarco e quella all’INPS

Dal 2017, infatti, i requisiti minimo che sono richiesti a tutti gli iscritti per poter andare in pensione di vecchiaia sono:

  • età anagrafica di 66 anni per gli uomini e 63 per le donne
  • versamento di un minimo di anni contributivi
  • raggiungimento della quota 91 per gli uomini e della quota 87 per le donne

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