Previdenza complementare rischiosa? In 6 punti, perché non conviene

La previdenza complementare costituisce un rischio? Oggi molti ricorrono alla costruzione di una previdenza integrativa, per essere sicuri di godere di un assegno non inferiore alla retribuzione. Tuttavia spesso non si considerano i pericoli che sono connessi a questa pratica. Aprire dei piani individuali pensionistici e delle polizze vita previdenziali può essere un’operazione che comporta qualche pericolo. Ma quali sono questi rischi a cui si può andare incontro? Perché non conviene optare per fondi di pensione complementare?

Perché è rischiosa la pensione integrativa

Nonostante l’opinione diffusa di molti, oggi chi si dedica all’apertura di una previdenza integrativa deve tenere conto di alcuni rischi e farebbe meglio quindi ad orientarsi verso altre pratiche, come per esempio la possibilità di usufruire del Tfr. Ecco perché la previdenza integrativa può essere pericolosa:

  1. non ha garanzie reali, soprattutto nei confronti dell’inflazione;
  2. è rischiosa perché è soggetta all’andamento del mercato finanziario;
  3. non è chiara perché i contribuenti non possono conoscere cosa i fondi a cui hanno aderito comprano o vendono e nemmeno i prezzi corrispondenti;
  4. è esposta agli imbrogli, poiché, non essendoci trasparenza, non è possibile scoprire eventuali operazioni non legittime;
  5. non è conveniente perché potrebbe costare molto e quindi i costi elevati non andrebbero a compensare il vantaggio fiscale;
  6. può essere esposta ai conflitti di interesse, visto che gli imprenditori possono influenzare le operazioni finanziarie per convogliare fino al 30% dei fondi verso determinate aziende che vogliono aiutare.

Vedi anche un diverso punto di vista per capire se effettivamente, guardando al futuro, la pensione complementare conviene e quanto si perderebbe se non si scegliesse  .

Perché conviene il Tfr

Il Tfr attualmente sembrerebbe essere una forma previdenziale più vantaggiosa rispetto alle pensioni integrative. Infatti il trattamento di fine rapporto è più sicuro, perché le somme che vengono messe da parte non scendono mai. Può essere considerato protettivo, perché è collegato all’inflazione, non comporta costi ulteriori, è trasparente, perché ci sono dei parametri ben precisi stabiliti dal Codice Civile. Inoltre il capitale del Tfr può essere convertito in una rendita vitalizia.

Può essere sbagliata anche l’affermazione, secondo la quale nel caso di un’azienda con meno di 50 dipendenti il Tfr rimane all’azienda stessa. Molti sostengono che in questo caso il lavoratore è quasi “obbligato” a scegliere i fondi complementari. Invece non è affatto così. Infatti vige la norma del silenzio assenso, perché in mancanza di dichiarazioni dell’interessato il Tfr finisce nella previdenza integrativa.