Canarie per pensionati: andare in pensione alle Canarie conviene?

Quando si arriva al momento di andare in pensione, vi sono persone che decidono di fare una scelta importante, ovvero quella di trasferirsi all’estero e vivere oltre frontiera per godersi i meritati anni di pensionamento. Chiaramente, in merito vi sono molte cose da valutare, aspetti fiscali da conoscere, e molte varie ed eventuali.

Nel nostro articolo vogliamo andare ad analizzare una delle mete tra le più battute per andarsi a godere la pensione, ovvero le Canarie.

Conviene andare in pensione in questo luogo? Entriamo nel dettaglio per conoscere tutte le informazioni in merito e valutare se fare questa scelta.

Il trasferimento è il primo aspetto

La defiscalizzazione della pensione, per poter essere ottenuta, deve essere propedeutica ad una serie di azioni da fare prima di presentare richiesta. Prima di tutto si deve trasferire la propria residenza nello stato estero, e per far si che si possa essere considerati residenti all’estero, il cittadino italiano deve risultare per la maggior parte del periodo d’imposta (183 giorni annui) non iscritto nell’anagrafe della popolazione residente.

Inoltre, non deve essere né domiciliato né residente in territorio italiano.

Dunque, per arrivare ad ottenere questo, la prima cosa da fare è iscriversi nell’anagrafe del Comune straniero (nel nostro caso le Canarie), attraverso quel procedimento che è conosciuto con il nome di empadronamiento. Poi, entro i successivi 90 giorni, ci si dovrà iscrivere all’AIRE (L’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero – Legge n. 470/88) così da poter ottenere la cancellazione dalle liste anagrafiche del Comune italiano.

È importante sapere che l’iscrizione all’AIRE è un requisito imprescindibile, ma serve anche un requisito sostanziale, ovvero che deve avvenire fisicamente l’effettivo trasferimento nello Stato estero. Qua si dovranno portare tutte le proprie cose, da quelle di tipo economico come ad esempio la pensione, e da quelle affettive, nella fattispecie la famiglia.

Tale trasferimento, unito alla possibilità di defiscalizzare la propria pensione, porta ad altre conseguenze, ecco quali:

  1. A LIVELLO FISCALE: un contribuente non residente che sia possessore di un immobile ad uso abitativo in Italia, non avrà agevolazioni Irpef come abitazione principale.
  2. A LIVELLO SANITARIO: i soggetti non residenti non disporranno più della copertura prevista dalla sanità pubblica italiana.
  3. A LIVELLO EREDITARIO: gli eredi dei soggetti che si trasferiscono all’estero e che quindi non risultano più residenti in Italia, potrebbero incorrere in una doppia tassazione.

Le pensioni pubbliche e le pensioni private

Nel caso di trasferimento all’estero quando si va in pensione, si devono fare due distinzioni, ovvero se la pensione che si va a trasferire è nel regime pubblico oppure nel regime privato. Entrambe vengono erogate da enti previdenziali preposti come ad esempio l’INPS.

I titolari di pensioni pubbliche continueranno a pagare le tasse in Italia anche in seguito al cambio di residenza, in quanto le pensioni di questo tipo sono imponibili solo nello stato di provenienza.

I titolati delle pensioni private invece, incorrono nelle normative che impediscono il trasferimento all’estero di alcune prestazioni speciali che non sono a carattere contributivo.

Per quanto riguarda assegni sociali, pensioni, assegni sociali e indennità per gli invalidi civili, i quali rimangono esclusivamente a carico del Paese di residenza. In poche parole, se si perde in via definitiva la residenza italiana, non si avrà più accesso a questo tipo di prestazioni.

I Regolamenti comunitari prevedono invece che, all’interno dei Paesi membri dell’Unione Europea, le pensioni provenienti da attività lavorativa, l’assicurazione per gli infortuni sul lavoro, la disoccupazione, l’assistenza per malattia e maternità e le prestazioni familiari, possano essere regolarmente trasferiti.

Da quando è stata varata la legge finanziaria del 2007, è stata estesa ai pensionati residenti all’estero la possibilità di usufruire delle detrazioni per carichi di famiglia.

Come si richiede il trasferimento della pensione e quali sono i tempi di defiscalizzazione

Prima di procedere con il trasferimento della pensione all’estero, ci si dovrà informare presso gli enti locali dello stato nel quale ci si intende trasferire. Il pensionato dovrà seguire tutto l’iter di cui abbiamo accennato in precedenza, ovvero ottenere prima l’empadronamiento e poi iscriversi all’AIRE. Dopo aver atteso un periodo di 183 giorni come prevede la legge, sarà possibile presentare la domanda di esenzione dall’Imposizione Italiana sulla pensione presso l’INPS.

Si deve sapere che la defiscalizzazione della pensione non è una cosa immediata, e non ha nemmeno tempi brevi. Il procedimento per completare il trasferimento ed entrare di diritto a tutti gli effetti nel circuito fiscale spagnolo in qualità di contribuente, prevede un’attesa di almeno due anni.

Doppia tassazione e recupero

Nel periodo in cui si attende che la domanda venga accettata, la pensione sarà soggetta ad una doppia tassazione, in Italia ed in Spagna. Il contribuente potrà però recuperare dallo stato italiano la cifra pagata in più esibendo all’INPS l’attestazione dell’avvenuto pagamento delle tasse in territorio spagnolo.

In pensione alle Canarie con la pensione italiana, conviene davvero?

La pensione che viene defiscalizzata in Italia e successivamente tassata in Spagna, avrà una pressione fiscale che è proporzionale allo scaglione di appartenenza.

Facendo due conti, in linea generale si percepisce un 14%-15% in più rispetto a prima.

Al di là di quanto sia vantaggioso a livello fiscale trasferirsi alle Canarie con la propria pensione, il vero vantaggio lo si ha con il potere di spesa. Infatti, il costo della vita alle Canarie è decisamente più conveniente rispetto a vivere in Italia.