Pensioni: quota 100 tra dubbi e buon senso

Mentre al senato è passato il Def, si comincia a parlare di pensioni e della famosa quota 100, target al quale si potrebbe uscire dal proprio lavoro e godersi la vecchiaia con la meritata pensione. Ma 100 è un valore assoluto? In realtà vi sono ancora delle contraddizioni, piccoli punti da analizzare e che saranno valutati in corso d’opera. Parliamo di quei casi anomali che, sebbene sia in vigore la quota 100, non presenteranno i requisiti necessari per poter andare in pensione. Entriamo nel dettaglio per vedere di chiarire la questione.

Pensioni: la quota 100 non è per tutti

Inizialmente, la fuga di notizie che c’era stata intorno alla fatidica quota 100 sulle pensioni, aveva fatto pensare che chiunque, raggiungendo il valore 100 tra anni lavorati e anni di età potesse lasciare il lavoro. Quindi, chi ha lavorato 40 anni, con 60 anni di età pensava di poter finalmente chiudere la parentesi lavorativa. In realtà le cose non stanno così.

Infatti, rimane sempre fissata un’età minima per potersi astenere in via definitiva dal lavoro. Il discorso è capire al momento quale sia. Dal 2019 sarà ufficiale la quota 100, ma per capire quale sarà effettivamente la combinazione giusta si dovrà attendere il lavoro degli esperti di economia. Questi sono al lavoro per trovare la formula giusta che sia idonea alla maggioranza delle persone, e che non finisca per interessare solo una sparuta minoranza. Ma quale età minima si dovrà considerare per poter cominciare a fare i conti?

Pensioni: quota 100 con 62 o 65 anni?

La domanda non è per niente banale, in quanto effettivamente sulle pensioni e su questo tema, vi sono ancora delle idee poco chiare. Infatti, pare che al momento l’età minima per poter accedere alla pensione sulla base della quota 100 sia stata spostata a 65 anni. Dunque, si dovranno avere almeno 35 anni di lavoro sulle spalle per poter andare in pensione a 65 anni. Il problema nasce dal fatto che, se il tetto minimo rimanesse fissato a 38 anni di lavoro, verrebbe meno l’ipotesi della quota 100.

Stando alle parole del Ministro Matteo Salvini però, l’ipotesi dell’età minima di 62 anni è ancora valida e quindi attuabile. Qui vi è dunque poca chiarezza, e pare che questi saranno i casi da analizzare singolarmente e in maniera indistinta da quella che è l’ipotesi presentata nel Def approvato in senato. Vi saranno via via dei casi particolari che andranno trattati in maniera specifica. Situazioni che saranno influenzate anche da varie ed eventuali come il tipo di lavoro, lo stato di salute e così via.

La certezza al momento è che con 65 anni e 38 anni di lavoro si può andare in pensione, chiaramente non rientrando nella quota 100. Dal prossimo anno (ovvero tra appena tre mesi), ci sarà il debutto della quota 100, e si attendono chiarimenti definitivi prima della fine dell’anno in corso. Informazioni su quale sia l’età minima per andare in pensione (se 62 0 65 anni), e se saranno sufficienti 35 anni di lavoro o se ce ne vorranno 38. Quello che l’utenza spera è che venga rispettata appieno la quota 100. Quindi, sia 62 anni di età + 38 anni lavorati, che 65 anni di età + 35 anni lavorati (questa seconda ipotesi però appare poco probabile).