Contributi pensione – In Pensione https://www.inpensione.it Fri, 09 Nov 2018 14:28:35 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4 Pensioni senza contributi: come fare per averla https://www.inpensione.it/contributi-pensione/pensioni-senza-contributi-come-fare-per-averla_503.html Fri, 19 Oct 2018 14:23:01 +0000 https://www.inpensione.it/?p=503 Pensione senza contributi

Come sappiamo, la pensione senza contributi è completamente diversa dalla classica pensione contributiva. Questa infatti, si ottiene dopo un regolare versamento dei contributi. Ad oggi, la regolamentazione vigente, permette attraverso la regolare contribuzione di accedere a tre tipi di pensione: Contributiva: serve di aver versato un minimo di 5 anni di contributi e avere un’età […]

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Pensione senza contributi

Come sappiamo, la pensione senza contributi è completamente diversa dalla classica pensione contributiva. Questa infatti, si ottiene dopo un regolare versamento dei contributi. Ad oggi, la regolamentazione vigente, permette attraverso la regolare contribuzione di accedere a tre tipi di pensione:

  • Contributiva: serve di aver versato un minimo di 5 anni di contributi e avere un’età che sia di almeno 70 anni e 7 mesi.
  • Di vecchiaia ordinaria: Aver versato 20 anni di contributi e aver compiuto almeno 66 anni e 7 mesi (15 in casi particolari.
  • Anticipata: aver versato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi. In questo caso non sono previsti limiti di età.

Vi sono alcuni casi in cui il discorso cambia. Sono quelli che prevedono la possibilità di accedere alla pensione senza aver mai versato alcun contributo. Andiamo a vedere come si possa arrivare ad ottenere la pensione senza contributi.

Pensione senza contributi: i requisiti da possedere

Prima di capire come fare per presentare la domanda per la pensione senza contributi, bisogna scoprire se si è idonei a poterla fare. Quali sono i requisiti per poterla ottenere? Ecco qua le casistiche che permettono a chi vi rientra, di ottenere il trattamento pensionistico senza aver versato alcun contributo:

  • In caso di invalidità: il soggetto deve essere dichiarato invalido al 100% ed essere non autosufficiente. In questo caso potrà ottenere l’assegno di accompagnamento. I casi più particolari, parliamo di persone non vedenti, sorde e talassemiche, vengono trattati secondo regole diverse.
  • Non c’è invalidità ma l’età è pari o superiore a 66 anni e 7 mesi: se l’interessato presenta questi due requisiti, e non supera determinati limiti di reddito, avrà la possibilità di accedere all’assegno sociale.
  • Soglia di povertà: nel caso in cui un soggetto non rientri in nessuna delle due precedenti casistiche, ma versi in uno stato di assoluta povertà, avrà la possibilità di accedere ad un sussidio. Si tratta del Rei ( o reddito d’inclusione). Il Rei, però, non è una vera e propria pensione, in quanto non è un vitalizio e ha la durata massima di 18 mesi.

Vediamo come richiedere il trattamento pensionistico.

Pensione senza contributi: come richiederla

La pensione senza contributi, altro non è che l’assegno sociale, il quale viene erogato alle persone che per qualche ragione non hanno avuto modo di versare i contributi necessari per accedere alla pensione classica. Gli importi dell’assegno e il suo ottenimento sono regolamentati da sbarramenti predefiniti. Trattasi dei requisiti minimi che abbiamo visto nei tre punti precedenti. Ognuno di questi presenta delle diversificazioni in base ai casi specifici.

Per quanto riguarda invece la presentazione della domanda, qualsiasi sia il motivo per cui si è idonei ad ottenere l’assegno sociale, essa andrà presentata presso l’INPS. Tale ente, sarà quello che si occuperà di accogliere le domande e fare le dovute valutazioni. Dopo aver verificato che la persona sia idonea a poter ottenere la pensione senza contributi, sarà l’INPS a comunicare alla persona l’avvenuta accettazione della domanda. A questo punto non resterà che attendere ogni mese l’arrivo dell’assegno sociale.

In questo periodo, con le varie modifiche che sono entrate nel discorso della riforma pensionistica, molte cose sono cambiate.

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Pensione di vecchiaia senza contributi: come ottenerla? Quanto si prende? https://www.inpensione.it/contributi-pensione/pensione-vecchiaia-senza-contributi_480.html Wed, 03 Oct 2018 07:25:57 +0000 https://www.inpensione.it/?p=480 Pensione di reversibilità a separati e divorziati: cosa dice la legge

Cos'è la pensione di vecchiaia senza contributi e come ottenerla? Quanto si prende? Tutte le informazioni necessarie per questo particolare strumento di assistenza.

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Pensione di reversibilità a separati e divorziati: cosa dice la legge

Come sappiamo, la pensione viene erogata al termine del periodo lavorativo se si sono versati i contributi necessari a potervi accedere.

Se invece ci si trova in una situazione in cui si cerca la pensione di vecchiaia senza contributi, cosa accade?

Vi sono almeno tre situazioni in cui è possibile accedere alla pensione anche senza aver versato il dovuto, ma sono casi che hanno delle specifiche delle quali è bene essere informati.

Nel nostro articolo tratteremo l’argomento entrando nello specifico delle tre distinte casistiche.

Come ottenere la pensione senza contributi

Abbiamo visto che esistono tre casistiche in cui si può avere la pensione anche se aver versato contributi, ecco quali sono:

In caso di invalidità: se si è invalidi, si può ottenere l’assegno di assistenza per invalidi civili. Nel caso in cui si sia invalidi al 100% e considerati non autosufficienti, sarà possibile accedere a quello che è l’assegno di accompagnamento.

In caso non vi sia invalidità ma sussistano alcune condizioni: se non si è invalidi, ma di età almeno pari a 66 anni e 7 mesi e non si superano specifici limiti di reddito, si può avere accesso all’assegno sociale.

Nessuno dei due casi precedenti ma in stato di povertà: nel caso non si possegga alcuna invalidità e l’età sia inferiore a 66 anni e 7 mesi, si potrà avere accesso al Rei se le condizioni economiche siano decisamente difficoltose. Il Rei, o reddito d’inclusione, non può considerarsi una pensione perché di durata non superiore ai 18 mesi.

Entriamo nello specifico di questi tre punti.

Pensione senza contributi in caso di invalidità

Chi è invalido, anche senza aver versato i contributi previdenziali, avrà accesso a questi particolari trattamenti pensionistici:

  • Pensione d’invalidità civile o assegno di assistenza: si ottiene se si possiede un’invalidità civile tra il 74 e il 99 percento, e se in quel dato momento si è disoccupati o con un limite di reddito annuo pari a 4.853,29. In caso di invalidità al 100 percento, tale limite sale a 16.664,36. La cifra mensile d’invalidità erogata ammonta a 282,55 euro mensili, e in certe condizioni però può essere aumentata.
  • Indennità di frequenza che riguarda nello specifico i minori invalidi.
  • Assegno sociale sostitutivo per chi è invalido civile al 74% che non supera i limiti di reddito.
  • Indennità di comunicazione per i non udenti.
  • Non vedenti: vi sono trattamenti pensionistici per i ciechi assoluti, i ciechi parziali, i decimisti e i ventesimisti.
  • Indennità di accompagnamento: erogata se viene evidenziata un’invalidità del 100% e la non autosufficienza. Per l’anno 2018 l’assegno è di 516,35 euro mensili. In questo caso non vi sono limiti di reddito per averne diritto. Per i ciechi assoluti viene erogata una quota pari a 915,18 euro mensili, e anche qui non vi sono limiti di reddito.
  • Pensione per i talassemici.

Pensione in caso di necessità economica

Se si è raggiunta un’età pari a 66 anni e 7 mesi e si versa in uno stato di bisogno economico, si può avere accesso a quella che è conosciuta come pensione sociale (o assegno sociale), pure se non si sono versati mai i contributi.

L’assegno sociale che ha sostituito la pensione sociale, è presente già dal 1996, ed è una prestazione di assistenza che ha un importo pari a 453 euro mensili (più eventuali maggiorazioni). Tale emolumento è riconosciuto dall’Inps, e spetta a coloro che possiedono un reddito al di sotto di un determinato limite e che per qualche ragione non hanno diritto o l’accesso alla pensione di vecchiaia.

Ecco le figure che possono avere accesso all’assegno sociale:

  • Chi ha compiuto almeno 66 anni e 7 mesi. Tale requisito vale sia per gli uomini che per le donne, ed è valido dal 1° gennaio 2018.
  • Si deve avere la cittadinanza italiana o, in alternativa, cittadinanza di un Paese europeo. Il richiedente deve comunque essere iscritto all’anagrafe del comune di residenza. In caso di cittadinanza di un Paese Terzo, il richiedente deve essere in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.
  • Si deve avere una residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno 10 anni in Italia.
  • Si deve avere un reddito non superiore a 5.889 euro annui se il richiedente è celibe/nubile.
  • Si deve avere un reddito non superiore a 11.778 euro annui se il richiedente è coniugato.

Pensione senza contributi in caso di povertà

In caso di povertà si potrà avere accesso al Rei, o meglio conosciuto come reddito d’inclusione. Tale erogazione non rappresenta una vera pensione, in quanto il trattamento ha una durata stabilita che è di massimo 18 mesi. Nel 2018 è accessibile per quelle famiglie che hanno un Isee (l’indicatore che “misura la ricchezza” di ogni nucleo familiare) sino a 6mila euro e un indicatore Isre sino a 3mila euro.

Dal 2019 potrebbe esserci il reddito di cittadinanza.

L’erogazione avviene tramite un assegno mensile, attraverso una carta acquisti, che può avere un valore da 190 fino a 539 euro (per le famiglie numerose), per una durata massima di 18 mesi. Per poterlo richiedere nuovamente si dovranno attendere almeno 6 mesi.

Vediamo come sono ripartite le cifre in base ai componenti familiari.

  • Con un solo componente: 187,5 euro mensili.
  • Con due componenti: 294,4 euro mensili.
  • Con tre componenti: 382,5 euro mensili.
  • Con quattro componenti: 461,3 euro mensili.
  • Con cinque o più componenti: 539 euro mensili.

Per accedere a questo assegno mensile vi sono altri requisiti che il nucleo familiare deve possedere:

  • Patrimonio immobiliare che non superi 20 mila euro.
  • Non avere auto immatricolate nei 24 mesi precedenti

Infine, tutta la famiglia dovrà aderire ad uno specifico progetto d’inclusione sociale.

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Pensione con 5 Anni di Contributi: si può avere? Calcolo ed Importi https://www.inpensione.it/contributi-pensione/pensione-5-anni-contributi_460.html Wed, 13 Jun 2018 16:36:53 +0000 https://www.inpensione.it/?p=460 Prescrizione Contributi INPS, 5 o 10 anni?

Andare in pensione con almeno 5 anni di contributi è possibile, ma solo a determinate condizioni ben precise. Approfondimento sulle possibilità previste dalla legge italiana di prendere la pensione con così pochi contributi versati.

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Prescrizione Contributi INPS, 5 o 10 anni?

Andare in pensione con 5 anni di contributi in Italia è possibile. Si parla, in questo caso, di pensione di vecchiaia, cioè quella che si può raggiungere a 70 anni e 7 mesi di età (che diventeranno 71 a partire dal 2019) indipendentemente dagli anni contributivi che si sono versati.

Andare in pensione con solo 5 anni di contributi

Se hai compiuto da poco l’età della pensione, ma non hai versato il minimo di 20 anni di contributi, in Italia non puoi avere la pensione di vecchiaia ordinaria.

Al contrario, si può avere la pensione di vecchiaia contributiva con almeno 5 anni di contributi, a condizione che la prestazione pensionistica può essere calcolata interamente con il sistema contributivo.

Pensione di vecchiaia con 5 anni di contributi, chi ne ha diritto

Hanno diritto alla pensione di vecchiaia anche se si hanno solo 5 anni di versamenti contributivi tutti coloro che:

  • hanno compiuto 70 e 7 mesi di età (a partire dal 2019 saranno necessari 71 anni);
  • si sono versati almeno 5 anni di contributi con il sistema contributivo;
  • non si hanno contributi versati prima del 1° gennaio 1996;
  • si hanno solo i contributi della gestione separata o si è optato per il calcolo della contribuzione secondo questa gestione;

In pratica, tutti coloro che non hanno contributi prima del 1° gennaio 1996, e hanno almeno 5 anni di contributi dopo, possono ottenere la pensione di vecchiaia.

Se invece si hanno dei contributi versati entro il 31 dicembre 1995, allora si può optare per il computo in gestione separata. Con la facoltà di computo è possibile versare tutti i contributi versati in varie gestioni previdenziali all’interno della cosiddetta “gestione separata”. All’interno di questa particolare gestione, infatti, la pensione viene calcolata secondo il sistema 100% contributivo, che permette di andare in pensione in via anticipata a 63 anni di età, oppure di avere la pensione di vecchiaia a 70 anni e 7 mesi (71 dal 2019) avendo versato almeno 5 anni di contributi.

Ci sono tuttavia dei requisiti aggiuntivi per poter entrare a far parte del computo della gestione separata:

  • avere almeno 15 anni di contributi;
  • avere almeno 5 anni di contributi versati dopo il 1° gennaio 1996;
  • avere almeno un contributo alla data del 31 dicembre 1995, ma non oltre 18 anni di contributi alla stessa data.

Possono entrare a far parte di questa opzione contributiva gli artigiani, ma anche le casalinghe, chi ha una pensione INPS o Enasarco, per esempio, oppure gli stranieri extracomunitari e non che hanno dei contributi regolarmente versati in Italia.

Calcolo della pensione con 5 anni di contributi, ed importo

Il metodo del calcolo contributivo è più penalizzante rispetto a quello del calcolo retributivo. Il primo si basa sui contributi che sono stati effettivamente versati, il secondo, invece, si basa sul conteggio degli ultimi anni di stipendio o di retribuzione. Per questo motivo possiamo dire che il sistema contributo è penalizzante rispetto all’altro (in media la penalizzazione va dal 25% al 30% circa, con picchi del 50%).

Per un calcolo preciso della pensione che si può ottenere occorre necessariamente rivolgersi all’ente di competenza, che potrà conteggiare i contributi versati e fornire un importo più esatto, con il quale si potranno fare di conseguenza tutti i conteggi che si desiderano, per ogni necessità.

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Prescrizione Contributi INPS, 5 o 10 anni? https://www.inpensione.it/contributi-pensione/prescrizione-contributi-inps_121.html Tue, 24 Oct 2017 07:53:58 +0000 http://www.inpensione.it/?p=121 Prescrizione Contributi INPS, 5 o 10 anni?

La prescrizione dei contributi INPS è regolata in maniera molto chiara dalla legge italiana, le conferme della Cassazione, del Consiglio di Stato e del Tribunale di Venezia sono delle conferme al fatto che i crediti tributari si prescrivono dopo 5 anni.

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Prescrizione Contributi INPS, 5 o 10 anni?

I contributi INPS, in Italia, sono un versamento obbligatorio che ogni datore di lavoro deve fare all’ente pensionistico per il suo lavoratore dipendente, o che ogni autonomo deve fare per sé. Anche se si rimanda sempre un po’ di più l’età della pensione – in virtù dell’incremento delle aspettative di vita – e anche se ci sono delle opportunità per andare in pensione in via anticipata, uno dei problemi più gravi cui l’INPS e il Governo devono far fronte è il mancato pagamento dei contributi INPS. Legato ad esso, scatta il concetto di prescrizione dei debiti erariali e contributivi, e c’è il dubbio se esso sia di 5 o 10 anni.

La legge parla chiaro: per quanto riguarda i debiti con l’INPS, la norma che regola la prescrizione è la n. 335/1995, che conferma la prescrizione in 5 anni qualora non venga emessa e notificata la cartella esattoriale. Ci sono, invece, dei dubbi sulle tempistiche di decadenza del debito dopo la notifica della cartella.

Cosa dice la legge sulla prescrizione dei contributi non versati

In questo caso si erano espressi le Sezioni Unite della Corte di Cassazione tramite la sentenza n. 6173 del 7 marzo 2008, confermando che la prescrizione dei contributi INPS è comunque di 5 anni.

Entrando un attimo nel “legalese”, la legge conferma che la Suprema Corte ha confermato che “l’ingiunzione fiscale, poiché è potere di auto accertamento delle P.A. (le Pubbliche Amministrazioni), è di per sé un atto amministrativo, senza però efficacia di giudicato: per questo motivo la decorrenza del termine non produce alcun effetto di ordine processuale, ma solo l’effetto di irretrattabilità del credito. Inoltre, la ratio di questa perentorietà è giustificata dal fatto di non lasciare esposto, il contribuente, in maniera indefinita, all’azione esecutiva del Fisco”.

A conferma di questa tesi è andato, in seguito, anche il Consiglio di Stato, che in fase di un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, ha affermato che per i crediti tributari, ovvero quelli legati alle imposte, e che sono iscritti a ruolo, si applica la prescrizione quinquennale dei contributi non versati che è prevista dall’art. 2948 cc. . I cinque anni decorrono, ovvero sono calcolati, dal momento in cui il debito diventa liquido ed esigibile.

Altra conferma è arrivata, lo scorso anno, dal tribunale di Venezia, che ha accolto il ricorso di un contribuente che aveva richiesto l’annullamento di tutti i debiti per prescrizione quinquennale, in considerazione del fatto che egli aveva ricevuto le cartelle nel 2005 e le intimazioni solo dopo 9 anni dalla prima notifica.

Prescrizione contributi INPS, quando si ha?

In questo articolo abbiamo affrontato anche un po’ di “legalese”, che tuttavia è molto chiaro e diverse sentenze lo confermano: la prescrizione dei contributi INPS si ha indubbiamente dopo 5 anni.

Quali categorie di lavoratori possono avere la prescrizione dai contributi?

Considerando quanto detto prima, la prescrizione dei contributi vale dunque per i commercianti, per gli iscritti alla gestione separata

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