Enti Previdenziali – In Pensione https://www.inpensione.it Fri, 09 Nov 2018 14:29:53 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.1 INPGI, l’istituto di previdenza per i giornalisti, come funziona https://www.inpensione.it/enti-previdenziali/inpgi_213.html Mon, 30 Oct 2017 21:43:06 +0000 https://www.inpensione.it/?p=213

L'INPGI è l'istituto di previdenza per i giornalisti, scopriamo in questo articolo come funziona e quali sono i vantaggi che si hanno nel far parte di questo ente.

The post INPGI, l’istituto di previdenza per i giornalisti, come funziona appeared first on In Pensione.

]]>

L’INPGI è l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, cui devono iscriversi tutti i giornalisti regolarmente iscritti all’Albo, anche se esercitano la libera professione; non c’è dunque obbligo di subordinazione e l’obbligo di iscrizione vale anche per i praticanti. Si tratta di una cassa previdenziale professionale alla quale i giornalisti versano i loro contributi non soltanto a fini pensionistici ma anche a sostegno del reddito (nei casi, ad esempio, di cassa integrazione) o per la maternità.

Il primo pagamento all’INPGI deve avvenire entro il primo anno dall’iscrizione all’Albo, e ammonterà ad una percentuale sulla base dei guadagni; in ogni caso non deve essere inferiore ad una quota stabilita da regolamento.

Chi deve iscriversi all’INPGI

Nella categoria dei giornalisti pubblicisti coloro che devono iscriversi all’INPGI sono:

  • quelli che intrattengono rapporti di lavoro subordinato a carattere giornalistico, sia presso aziende private che enti pubblici;
  • quelli che  svolgono l’attività da liberi professionisti, cioè in maniera autonoma per una o poi società pubbliche o private. Rientrano in questa dicitura anche i giornalisti che svolgono anche altre professioni in ambiti diversi.

Riassumendo, che si lavori con partita IVA, con ritenuta d’acconto o con contratto di cessione dei diritti d’autore, l’iscrizione all’INPGI è obbligatoria.

Non sono invece tenuti a sottoscriverla i giornalisti pubblicisti che svolgono altra attività. Ad esempio, se  si è iscritti all’Albo ma si lavora fattualmente come avvocati o docenti (sono casi piuttosto usuali) l’iscrizione non è dovuta, perché si verseranno già i contributi all’ente previdenziale di riferimento. Questo, ovviamente, nel caso in cui si sia abbandonata del tutto l’attività giornalistica e non la si eserciti con nessuna tipologia di contratto.

Gestione principale INPGI

La suddivisione interna dell’INPGI è molto simile a quella dell’INPS. Esiste infatti anche qui una gestione principale alla quale afferiscono coloro che hanno un contratto di lavoro subordinato e i giornalisti che hanno contratti Cococo e Cocopro (Collaborazione continuata e continuativa e a progetto).

L’aliquota da versare corrisponde al 36,32% dell’imponibile, di cui l’ 8,79% a carico del giornalista e il 27,54% a carico del datore di lavoro. Periodicamente l’Inpigi aggiorna le aliquote contributive.

Gestione separata

Chi invece fa il giornalista con la modalità di lavoratore autonomo deve iscriversi alla Gestione Separata. I contributi in questo caso prevedono:

  • una quota soggettiva che deve essere versata dal giornaliste ammonta al 10% dei redditi netti maturati;
  • una quota integrativa versata dal committente al giornalista per singola prestazione e che corrisponde al 2% del pagamento lordo;
  • una quota annuale volta ai contributi per la maternità.

Il versamento dei contributi minimi deve essere fatto solitamente entro la fine di settembre di ogni anno. Per il 2017, ad esempio, la data di scadenza era prevista al 30 settembre, così come dovrebbe esserlo anche per il 2018.

Contributi figurativi e volontari

Quelli analizzati sino ad ora sono contributi obbligatori, ma esistono anche accrediti cui l’iscritto ha diritto in particolari circostanze. Rientrano in questa tipologia i contributi figurativi, che devono essere accreditati per periodi connessi al rapporto lavorativo durante il quale però non si è svolta alcuna attività.

Rientrano in questa casistica quindi i periodi di aspettativa per ricoprire cariche pubbliche elettive o sindacali provinciali o nazionali, il servizio militare, il congedo di maternità o paternità (astensione obbligatoria) e i congedi parentali (astensione facoltativa). In questo caso deve essere l’interessato a fare formale richiesta.

I contributi figurativi sono invece accreditati d’ufficio, ma per un lasso di  tempo non superiore ai 5 anni dell’intera vita contributiva del giornalista, se l’iscritto ha ottenuto indennità di disoccupazione, integrazioni salariali e assistenza antitubercolare.

I contributi volontari sono invece versati direttamente dal giornalista iscritto all’INPGI quando si interrompe il rapporto di lavoro giornalistico. L’iscritto presenta infatti la domanda con cui richiede la possibilità di proseguire l’assicurazione  con onere a suo carico, in modo da poter conservare i diritti derivati da questa e raggiungere i requisiti necessari a fini pensionistici. L’importo volontario deve essere versato entro il 31 dicembre e ammonta alla contribuzione versata nell’ultimo anno.

Requisito fondamentale è rimanere iscritti all’Albo e avere almeno 12 contributi mensili obbligatori nell’ultimo quinquennio, cioè ovvero almeno 5 anni (60 contributi mensili) di contributi obbligatori in qualunque epoca.

Possiamo equiparare questo tipo di contributo a quelli obbligatori, tuttavia è utile sottolineare una differenza non da poco: i benefit riguardano l’assicurazione invalidità, vecchiaia e superstiti (I.V.S.), ma non possono mai avere come oggetto l’assicurazione per la disoccupazione. Inoltre non è possibile farne richiesta se al contempo si versano contributi ad un altro ente previdenziale.

Contributi da riscatto

Versare il contributo da riscatto consente all’iscritto all’INPGI di regolarizzare alcuni periodi precedenti all’attuale attività giornalistica. Questo tipo di contributo è equiparato in toto a quello obbligatorio, sia per quanto concerne i diritti che relativamente alla pensione.

I periodi riscattabili sono:

  • studio universitario, corrispondente alla durata dei corsi, dopo il quale siano stati conseguiti diploma universitario, diploma di laurea, diploma di specializzazione o dottorato di ricerca;
  • lavoro svolto precedentemente all’iscrizione presso l’INPGI e per il quale siano stati versati contributi ad altri enti previdenziali.

Se il giornalista non intende avvalersi della ricongiunzione né del riscatto dei contributi versati presso altri enti (i costi non sono irrisori, seppur possono essere detratti in sede di IRPEF), può comunque farli valere gratuitamente per il raggiungimento del diritto alla pensione, tralasciando lo scopo della misura. In breve, al compimento dell’età utile verranno sommati gli anni di contribuzione versati ai due o più enti e il giornalista potrà richiedere la pensione di vecchiaia. Si avranno praticamente due pensioni, e la misura di ciascuna sarà erogata dall’ente di competenza in maniera proporzionale ai contributi lì versati.

Altre prestazioni

Come abbiamo accennato all’inizio, l’INPGI si occupa di pensioni, disoccupazione, cassa integrativa e assicurazione contro gli infortuni; i servizi però non finiscono qui.

L’INPGI mette infatti a disposizione degli iscritti anche la concessione di case in locazione, nei casi di trasferimento per lavoro o sfratto esecutivo (tranne se per morosità); maggior carico familiare e anni di contribuzione presso l’INPGI costituiscono titoli di preferenza.

L’Ente eroga anche prestiti, con misure differenti in base al soggetto richiedente:

  • i giornalisti praticanti (con almeno sei mesi di contributi INPGI) possono richiedere fino a 7.000€;
  • i giornalisti in attività  hanno diritto a presentare domanda fino a 30.000€;
  • i giornalisti pensionati fino a 30.000€ a condizione  che la rata mensile non superi il quinto della pensione mensile lorda per somme fino a 20.200€, il quarto per prestiti di importo superiore.

Infine, l’INPGI si occupa anche di prestazioni integrative. Fanno parte di questa categoria le erogazioni straordinarie, concesse ai iscritti che si trovino in condizioni di particolare necessità, i contributi volti al pagamento della retta presso case di riposo, e l’assegno di super-invalidità, erogato nei casi in cui il giornalista pensionato non sia autosufficiente e necessiti pertanto di assistenza continua e permanente.

Sedi e uffici

La presenza dell’INPGI in Italia è piuttosto capillare, e oltre alle sedi centrali a Roma (ce ne sono due, una in via Nizza, l’altra in Piazza Apollodoro), ci sono tutta un’altra serie di uffici sparsi in lungo e in largo sulla nostra penisola: Torino, Milano, Bologna e Napoli sono solo alcune delle sedi. Per maggiori informazioni invitiamo a consultare il sito ufficiale.

The post INPGI, l’istituto di previdenza per i giornalisti, come funziona appeared first on In Pensione.

]]>
INPS, come funziona: l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale https://www.inpensione.it/enti-previdenziali/inps_167.html Tue, 24 Oct 2017 16:54:17 +0000 http://www.inpensione.it/?p=167

Come funziona l'Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, ovvero l'INPS (e ex-INPDAP)? Quali servizi offre al cittadino? Vediamo anche qualche informazione utile su Prestiti e Mutui INPS.

The post INPS, come funziona: l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale appeared first on In Pensione.

]]>

L’INPS, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, è l’ente italiano principale incaricato del pagamento delle pensioni e delle indennità assistenziali. Tutti i lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, devono essere iscritti all’INPS; tale obbligo si estende anche ai lavoratori autonomi che non abbiano una cassa di riferimento, e sono quindi tenuti a iscriversi alla Gestione Separata dell’INPS. L’Istituto è sottoposto alla vigilanza e al contro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Le funzioni dell’INPS

Il compito più importante dell’Istituto è quello di erogare le pensioni e prestazioni previdenziali; i fondi destinati a questo scopo sono ricavati dall’attività di riscossione dei contributi, che sono obbligatori per tutti i lavoratori e determinati in base ai rapporti di assicurazione, cioè calcolati sulla base dello stipendio percepito. Le tipologie di pensioni sono tante: pensione di vecchiaia, di inabilità, integrativa, di anzianità, di reversibilità, per il lavoro svolto all’estero.

Di natura diversa sono invece le pensioni assistenziali. Queste, ad esempio l’invalidità civile o l’assegno sociale, rientrano nelle politiche di welfare, ossia rivolte a stato sociale. Sono gestite separatamente dal rapporto assicurativo di cui abbiamo parlato prima e vengono finanziate dallo Stato all’INPS, che eroga poi le corrispettive quote agli aventi diritto.

L’INPS si occupa anche di prestazioni a sostegno del reddito. Si tratta di misure volte alla tutela dei lavoratori in periodi di debolezza economica causata da particolari difficoltà nella vita lavorativa. L’Istituto provvede quindi a pagare una certa somma a sostegno del reddito e quindi del nucleo familiare stesso. Parliamo quindi di indennità di disoccupazione, di malattia, di maternità, di assegni dopo il terzo figlio e della cassa integrazione guadagni, sia ordinaria che straordinaria. In quest’area rientrano anche la gestione delle visite mediche di controllo ai dipendenti privati in malattia e l’organizzazione dei dati dell’ISE e dell’ISEE.

Altra importantissima funzione dell’INPS è quella ispettiva e di vigilanza. L’ente infatti si occupa di controllare che gli obblighi contributivi vengano rispettati dai lavoratori: gli ispettori hanno accesso ai database interni ed esterni, e tramite controlli incrociati si occupano di contrastare l’evasione fiscale e i redditi prodotti dall’economia sommersa e illegale.

Da quando l’INPS ha acquisito i compiti dell’ormai ex INPDAP, le sue prestazioni sono aumentate. Dal 1 gennaio 2012 quindi rientrano tra le sue mansioni anche l’erogazione del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e le prestazioni creditizie: prestiti, mutui, borse di studio, vacanze sport e vacanze studio, alloggio agli studenti, stage in progetti all’estero, accoglienza per anziani e malati di Alzheimer in strutture convenzionate.

I prestiti

Come abbiamo appena accennato, l’INPS si occupa anche di prestazioni creditizie, che vengono erogate direttamente dall’istituto o tramite istituti bancari e finanziari. Vediamo subito i vari tipi di prestito che si possono richiedere all’INPS.

  • Piccolo prestito gestione dipendenti pubblici: è rivolto ai dipendenti e ai pensionati pubblici iscritti al Fondo Credito; si tratta di somme modeste da rimborsare (fino a quattro mensilità nette), tramite trattenuta sullo stipendio o sulla pensione, con rate fisse fino a quattro anni;
  • piccolo prestito gestione magistrale: si tratta di un prestito concesso agli iscritti ex Enam (ente di assistenza magistrale per gli insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia) in caso di specifiche necessità come ad esempio matrimonio, malattie gravi, nascita di figli, acquisto di un’automobile; l’importo può essere superiore allo stipendio di massimo due mensilità;
  • piccolo prestito gestione fondi gruppo Poste Italiane: i beneficiari sono in questo i caso i dipendenti di Poste Italiane e delle società ad esse collegate. Anche in questo caso il prestito è di piccola entità (l’importo può essere pari da una a otto mensilità nette di stipendio), e la restituzione avviene su base annuale, biennale, triennale o quadriennale;
  • prestiti pluriennali gestione dipendenti pubblici: i dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminatoe i pensionati pubblici iscritti al Fondo Credito possono far richiesta di una somma di denaro necessaria per risolvere un bisogno circoscritto. Il rimborso avviene tramite cessione del quinto dello stipendio o della pensione;
  • prestiti pluriennali gestione fondi gruppo Poste Italiane: anche in questo caso il servizio è specificamente dedicato ai dipendenti di Poste Italiane e viene concesso con rimborso entro cinque o dieci anni con trattenuta non superiore a un quinto dello stipendio netto;
  • prestiti pluriennali garantiti gestione dipendenti pubblici: questo tipo di prestito è rivolto ai lavoratori iscritti alla gestione dell’ex INPDAP e viene erogato da banche o finanziarie accreditate;
  • prestiti ai pensionati: i beneficiari sono tutti i pensionati, e il prestito viene erogato da istituti di credito o enti accreditati. Il rimborso avviene a rate e ammonta a massimo un quinto dell’importo mensile della pensione. L’INPS inoltre chiede agli istituti di sottoscrivere una convenzione che regoli il tasso di interesse, in modo da tutelare i pensionati.

I Mutui

I mutui erogati dall’Inps sono finalizzati all’acquisto della prima casa o per la surroga di mutui già contratti con altri istituti di credito, sempre relativamente alla prima unità abitativa. Nel primo caso l’importo massimo che si può richiedere è di 300.000 euro, e occorre soddisfare due condizioni necessarie:

  1.  né il richiedente né altri componenti del nucleo familiare devono detenere case di proprietà sul territorio nazionale che siano state ricevute per successione o donazione non fruibili perché gravate da diritti reali di godimento  in misura pari o inferiore al 50%;
  2. l’interessato o gli altri membri del il nucleo familiare non devono risultare proprietari di abitazioni in misura pari o inferiore al 33% di ciascuna di esse, anche se non gravate da diritti reali di godimento.

Nel secondo caso invece a queste due condizioni se ne aggiungono altre tre:

  1. l’immobile in oggetto deve essere l’unica casa di possesso di ogni componente del nucleo familiare;
  2. occorre sottoscrivere un’ipoteca di valore doppio all’ammontare del mutuo erogato, con polizza assicurativa;
  3. si deve presentare una perizia dell’abitazione timbrata da un perito iscritto all’albo, redatta massimo cinque anni prima del momento in cui si fa richiesta di mutuo.

Il rimborso avviene in 10, 15, 20, 25 e 30 anni in rate da pagarsi ogni sei mesi e posticipate.

Da aggiungere al rimborso ci sono ovviamente i tassi d’interesse. Nel caso di mutui a tasso fisso l’interesse è del 3,75%, mentre per quelli a tasso variabile il primo anno ammonta al 3,50% e gli anni successivi è calcolato in base all’Euribor semestrale maggiorato dello 0,90% di spread. A garanzia del pagamento delle rate, l’INPS iscrive un’ipoteca volontaria di primo grado sull’immobile, il cui importo è il doppio del mutuo.

Gli aventi diritto a questi mutui agevolati sono tutti i dipendenti pubblici e i pensionati iscritti all’ex INPDAP o al Fondo credito. I periodi dell’anno in cui si può inoltrare la domanda, rigorosamente solo per via telematica, sono tre: dall’1 al 10 gennaio, dall’1 al 10 maggio e dall’1 al 10 settembre, quindi entro il primo giorno di questi mesi le varie Direzioni Regionali dell’INPS pubblicano sui rispettivi siti internet i fondi stanziati per l’erogazione dei mutui, che dipendono alle disponibilità di bilancio.

The post INPS, come funziona: l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale appeared first on In Pensione.

]]>
Fondazione Enasarco, come funziona la cassa previdenziale agenti e rappresentanti https://www.inpensione.it/enti-previdenziali/fondazione-enasarco_55.html Tue, 24 Oct 2017 16:12:34 +0000 http://www.inpensione.it/?p=55 Enasarco

Informazioni e guida alla Fondazione Enasarco: che cos'è, chi si deve iscrivere, che prestazioni propone.

The post Fondazione Enasarco, come funziona la cassa previdenziale agenti e rappresentanti appeared first on In Pensione.

]]>
Enasarco

L’Enasarco è l’Ente nazionale di assistenza pensionistica per agenti e rappresentanti di commercio. In sostanza, è un po’ come se fosse l’INPS, ma riferita esclusivamente a questa categoria di lavoratori. Si tratta di un’assistenza che è integrativa rispetto all’INPS, che dunque dev’essere sottoscritta in maniera obbligatoria anche da agenti di commercio e rappresentanti. Alla fine, in sostanza, queste categorie di lavoratori finiranno per avere una doppia cassa integrativa: una fornita dalla classica Inps, l’altra, invece, fornita dalla già citata Enasarco.

Detto questo, come funziona Enasarco? Chi deve versare i contributi e che servizi sono offerti?

Enasarco, chi deve iscriversi?

Devono essere necessariamente iscritti all’Enasarco tutti gli agenti ed i rappresentanti di commercio, così come previsto dagli articoli 1742 e 1752 del codice civile, operanti sul territorio italiano per conto di aziende italiane o straniere, a condizione che queste ultime abbiano una sede o una dipendenza nel nostro paese. Sono inoltre obbligati ad iscriversi all’Enasarco, anche gli agenti di commercio italiani che lavorano all’estero per conto di aziende italiane.

Allo stesso modo, devono iscriversi tutti gli agenti di commercio che hanno deciso di aprire partita IVA ed operare in maniera autonoma o sotto forma di società di servizi, ma non legati da alcun contratto di subordinazione con l’azienda committente.

Tabella iscritti Enasarco

Ecco un riepilogo, in tabella, di chi è obbligato ad iscriversi all’Enasarco:

Agenti / Rappresentanti che operano in Italia per conto di aziende italiane o straniere
Agenti / Rappresentanti che operano all’estero per conto di aziende italiane
Agenti autonomi

Come funziona l’iscrizione all’Enasarco?

Gli iscritti Enasarco devono versare dei contributi in un fondo comune. I contributi Enasarco sono calcolate sulle somme che l’agente o il rappresentante di commercio hanno ricevuto, a qualsiasi titolo. Nel conteggio possono rientrare, dunque:

  • le provvigioni che sono state maturate;
  • le somme che vengono corrispo­ste come rimborso spese;
  • i premi di produzione;
  • tutte le indennità di mancato preavviso;
  • in generale qualunque altra somma che l’agente riceve per il suo servizio.

Sono invece escluse le somme che sono anticipate dall’agente per nome e per conto dell’azienda committente.

Prestazioni Enasarco

Enasarco offre principalmente due prestazioni agli agenti e ai rappresentanti che sono iscritti:

  1. pensione di vecchiaia
  2. rendita contributiva

La pensione di vecchiaia, come di consueto accade già per gli autonomi, oppure per i dipendenti sia del settore privato che pubblico, viene erogata dal momento in cui si raggiunge una certa età anagrafica, o quando si sono versati un certo numero di contributi minimi: nel 2017 si parla di 20 anni di contributi e un’età anagrafica di 62 anni per le donne, 65 per gli uomini. La pensione Enasarco è aggiuntiva ed integrativa rispetto a quella dell’Inps.

A proposito di pensione, dal 2017 è possibile anche usufruire della pensione anticipata Enasarco, al momento prevista solo per gli uomini ma dal 2021 disponibile anche per le donne.

Tutti gli agenti di commercio che sono iscritti all’ente sin dal dal 1° gennaio 2012 potranno, una volta raggiunti i 65 anni e solo dal 2020 in poi, ricevere una rendita reversibile che viene calcolata usando il metodo contributivo ridotto del 2% per ogni anno che ancora manca al raggiungimento della quota 90, tranne se i soggetti in questione non decidano di versare i contributi in maniera autonoma. La rendita può essere ricevuta solo se l’agente di commercio ha almeno 5 anni di anzianità contributiva.

Si tratta di una opzione molto interessante che permette di ricevere una certa prestazione economica anche agli agenti che non hanno ancora raggiunto i 20 anni minimi di contribuzione per ricevere la pensione Enasarco.

The post Fondazione Enasarco, come funziona la cassa previdenziale agenti e rappresentanti appeared first on In Pensione.

]]>